In tanti donano il sangue ma in Trentino serve plasma
Sono 19.343 i donatori del 2017, 135 in più rispetto al 2016. Di contro sono leggermente calate le donazioni, soprattutto quelle di plasma. Un calo leggero, di appena 40 unità complessive su 24 mila raccolte effettuate, ma è un segnale che il presidente Franco Valcanover non vuole comunque trascurare.
Sono 19.343 i donatori del 2017, 135 in più rispetto al 2016. Di contro sono leggermente calate le donazioni, soprattutto quelle di plasma. Un calo leggero, di appena 40 unità complessive su 24 mila raccolte effettuate, ma è un segnale che il presidente Franco Valcanover non vuole comunque trascurare. I numeri parlano di 23.086 donazioni di sangue intero, 1097 di plasmaferesi produttiva, 165 altre donazioni per un totale di 24.348.
«Nonostante il calo delle donazioni, dovuto in parte anche ai minori consumi, abbiamo sempre risposto alle quantità richieste dalla raccolta programmata, secondo quanto stabilito dalle convenzioni e dal piano sangue», ha spiegato il presidente . L’Avis del Trentino raccoglie il 90% del sangue donato nella nostra Provincia. «Il sangue intero raccolto permette il raggiungimento dell’autosufficienza provinciale, mentre una cospicua parte contribuisce all’autosufficienza nazionale; non siamo invece ancora autosufficienti per quanto riguarda i plasmaderivati.
Nel Trentino esiste una criticità legata alla riduzione di donatori che possono sottoporsi alla plasmaferesi: l’aumento del volume della sacca, che ha compensato in termini di chilogrammi il minor numero di sacche donate, l’allungamento dei tempi di procedura, le condizioni e le caratteristiche fisiche richieste per la donazione in plasmaferesi, hanno allontanato dalla plasmaferesi una certa categoria di donatori che storicamente si è dedicata, quasi esclusivamente, a questa attività: le donatrici, i donatori di peso ridotto o con riserve di ferro basse ecc.
Questo fatto ha provocato l’abbandono di molti donatori. Il presidente sottolinea però il fatto che l’associazione non può sottrarsi agli obiettivi del Piano Plasma Nazionale (pubblicato nel gennaio 2017 con valenza 2016-2020) che presenta, come scopi, lo sviluppo della raccolta del plasma e la promozione del razionale ed appropriato utilizzo dei farmaci plasmaderivati. «Pertanto, dovremo impegnarci a fornire una migliore comunicazione sull’importanza del plasma e a sensibilizzare i donatori alla pratica, o al ritorno, della donazione in plasmaferesi».
Un dato negativo riguarda l’indice di donazione, ovvero il rapporto tra numero donazioni ed il numero di donatori. Rapporto che pone il Trentino agli ultimi posti in Italia. L’indice di penetrazione, invece è il rapporto tra popolazione e numero di donatori, pone invece il Trentino ai primi posti in Italia. I cali più importanti delle donazioni si sono verificati a carico delle Avis di Trento e di Pergine Valsugana, mentre si è assistito ad una ripresa dell’Avis di Rovereto.
Nel corso della riunione è stato spiegato che la chiamata/convocazione per la donazione, effettuata dai dipendenti e centralizzata nell’ufficio di Trento, da giugno è stata estesa anche ai volontari delle valli del Noce e la novità sembra sia stata accolta positivamente dai donatori. La chiamata rappresenta uno dei momenti in cui Avis parla direttamente al donatore. Che sia un aspirante avisino o un donatore periodico nella chiamata entra in gioco il lato personale ed intimo di tutte le persone coinvolte. Possiamo dire che la chiamata è un grande gesto di accoglienza che mette in relazione i compiti dell’Associazione e la disponibilità del donatore: Avis chiama per soddisfare un fabbisogno sanitario preciso.
Inoltre è stata sottolineata l’importanza dell’accoglienza nelle Unità di Raccolta per consolidare e rendere efficaci i rapporti con i donatori.
Con il nuovo consiglio è stata riattivata la figura del Direttore sanitario dell’Avis del Trentino Equiparata regionale nella persona della dottoressa Danila Bassetti che partecipa a tutte le riunioni del consiglio e dell’esecutivo.