Piace l'agriturismo in Trentino Arrivi e presenze a +12%
Crescono gli agriturismi trentini, in presenze, arrivi, nel marchio agritur trentino. E di conseguenza cercano anche più peso nel comparto turistico provinciale. «Desideriamo un ruolo più importante dell’associazione all’interno dello scenario provinciale - spiega Manuel Cosi, presidente dell’Associazione agriturismo trentino - anche perché è tempo di rivedere la legge perché ha alcuni dettagli da sistemare che noi abbiamo già evidenziato e presentato alla Provincia. Siamo in attesa di capire cosa si potrà fare per crescere, perché si può fare con qualità solo con una legge chiara e ben strutturata». Il presidente Cosi ha rilanciato un discorso avviato con la politica e gli attori del turismo ormai da qualche anno, in occasione della sua rielezione.
Manuel Cosi, classe 1976 e patron dell’Agritur La Trisa di Giustino, in Val Rendena, è stato infatti nominato per il suo terzo mandato assieme ai vicepresidenti Nicoletta Andreis, rappresentante delle Fattorie didattiche e Renzo Caliari. «Una bella soddisfazione in un percorso riuscire a proseguire nelle cose che si sono iniziate - ha commentato Cosi - Ho visto un bel gruppo compatto, un consiglio di amministrazione con nuovi innesti di ragazzi giovani e penso ci sia l’opportunità di fare un bel lavoro come associazione». I numeri degli agriturismi giustificano l’ottimismo: nel 2017 gli arrivi sono stati 114.000 e hanno fatto segnare un +12% rispetto all’anno precedente, le presenze si sono attestate a 369.500, in percentuale +11,7%. Se una volta si pensava che fosse soprattutto un turismo di prossimità e italiano, un dato emerge ad aprire prospettive diverse: il 39% degli arrivi proviene dall’estero, con la predominanza di tedeschi (60%), seguiti da olandesi e austriaci circa un 18% di presenza a testa. Sostanzialmente offrono quattro tipologie di servizi: 89 degli agritur dell’associazione offrono servizi di ristorazione; 327 accoglienza; 102 fanno entrambi; 140 sono fattorie didattiche e 168 che offrono degustazioni di prodotti aziendali.
È sulla presenza capillare e sulla dinamicità che puntano: il peso della stagione estiva sugli arrivi è del 50%, un altro 30% di arrivi è invernale e poi una percentuale relativamente importante del 20% riguarda invece gli altri due periodi. La destagionalizzazione è un po’ la caratteristica della categoria. «Siamo fortunati perché siamo a gestione familiare, con aziende piccole, abbiamo quindi la possibilità di rimanere aperti quando altre strutture più grandi e importanti non potrebbero per ragioni di costi e ottimizzazione. Noi possiamo esserci 365 giorni all’anno e questi ci dà opportunità in più». «Oggi è il momento di fare scelte - conclude Cosi - quindi sia all’amministrazione in carica che a chi verrà chiediamo che ci sia una gestione di questo settore fatta con attenzione alla qualità. Una scelta strategica che abbiamo fatto all’inizio della mia presidenza è la filosofia per cui l’azienda agrituristica è prima di tutto agricola, questo è il nostro biglietto da visita e il mercato ci sta dando delle risposte positive. Chiediamo di mantenere la barra dritta e far entrare le persone in aziende reali e non fittizie. È questo legame con la produzione agricola che ci dà l’opportunità di venderci sul mercato in maniera complementare rispetto al resto del settore turistico ci differenzia dal resto dell’offerta turistica».