Il sandwich compie 300 anni
C’è chi mangia solo quelli con l’uovo, chi invece «tonno e pomodoro per la vita» tutti però, almeno una volta, hanno risposto ad un improvviso attacco di fame addentando un sandwich. La storia di questo snack, che comprende oggi un’ampia accezione di carne-pesce-verdura tra due pezzi di pane meglio se spalmati di maionese, viene da lontano.
L’inventore, si racconta, fu John Montagu, IV conte di Sandwich, nato esattamente 300 anni fa il 3 novembre 1718 nell ‘omonima cittadina del Kent, in Gran Bretagna. Ammiraglio e diplomatico, dopo aver studiato all’Eton College e al Trinity College di Cambridge si insediò alla Camera dei Lord. Nel corso della sua carriera fu sospettato anche di corruzione e la sua morale privata dette scandalo. Ebbe, infatti, molte amanti e in seconde nozze sposò una cantante d’opera, Martha Ray, che sarà uccisa da un corteggiatore geloso nel 1779. Tra vita pubblica e vita privata dunque lord Sandwich era sicuramente un uomo molto impegnato per questo sembra che per nutrirsi, senza abbandonare la sua scrivania o interrompere le sue partite a carte e a golf, abbia inventato il panino che prende il suo nome.
Ma a trasformare in italiano il sandwich in tramezzino fu, a quanto risulta, Gabriele D’annunzio. Il poeta, che spesso mise il suo estro al servizio della pubblicità - suo il nome de La Rinascente, dell’Amaro Montenegro, dei biscotti Saiwa - pensò il sandwich come un «tra mezzo», momento a metà strada tra la colazione e il pranzo per consumare uno spuntino. La paternità del primo tramezzino italiano è invece attribuita ad un famoso e antico caffé di piazza Castello a Torino. Il caffé Mulassano nel 1925 iniziò a servire ai suoi clienti una versione italiana del tea sandwich inglese, leggermente più grande, sempre triangolare e fatto di due fette di pancarré farcite e senza crosta. Ancora oggi i sandwich di questo locale sono famosi per l’originalità delle farciture, in oltre 30 varianti. In anni più recenti, una decina circa, accanto al tradizionale tramezzino sempre più ricco di ripieni, si è fatto largo il trapizzino, inventato da Stefano Callegari a Testaccio (marchio registrato): un incrocio tra pizza e tramezzino, caldo e in cartoccio da street food. Successo assicurato: sei negozi a Roma, poi Firenze, Milano e ora anche New York.