Dolce & Gabbana nella bufera Salta la sfilata a Shangai
Dolce & Gabbana nella bufera. Salta la sfilata-evento all’Expo Centre di Shanghai, dopo le polemiche sulla campagna social nel mirino degli internauti cinesi per razzismo e sessismo: come trend topic, la vicenda ha avuto in serata oltre 120 milioni di «letture» su Weibo, Twitter locale, incluse le critiche di Zhang Ziyi, star di «Memorie di una Geisha».
Uno screenshot ha riportato i commenti attribuiti a Stefano Gabbana (che ha denunciato un hackeraggio) secondo cui la Cina era definita «una mafia maleodorante, sporca e ignorante».
«Il mio account Instagram è stato violato. Il mio ufficio legale sta lavorando su questo. Amo la Cina e la cultura cinese. Mi dispiace tanto per quello che è successo».
«Ciò che è accaduto oggi è davvero spiacevole, non solo per noi, ma per tutti coloro che hanno lavorato notte e giorno per dar vita a questo progetto»: così Domenico Dolce e Stefano Gabbana commentano l’annullamento della loro sfilata in Cina. «Il nostro sogno - scrivono - era quello di realizzare a Shanghai un evento che fosse un tributo alla Cina, che raccontasse la nostra storia e la nostra visione».
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ECCO COSA E' SUCCESSO
Se lo scopo era pubblicizzare lo show Shanghai, una sfilata-evento all’Expo Centre di Pudong, la campagna social di Dolce & Gabbana è riuscita nella sua missione, ma al prezzo delle accuse di razzismo e sessismo.
La griffe italiana il 17 novembre ha postato sulla piattaforma Weibo, il Twitter locale, la serie di tre video promozionali con gli hashtag “DGLovesChina” e “DGTheGreatShow”: una giovane donna cinese mangia i piatti della cucina italiana (pizza, spaghetti e cannolo) con le tradizionali bacchette e una voce maschile fuori campo, di fronte ai suoi tentativi impacciati, dà consigli su cosa e come fare giocando su doppi sensi e altro.
La campagna è stata accusata di essere razzista e sessista, ha riportato il magazine finanziario Caixin, che senza mezzi termini ha rimarcato come la maison si sia “procurata dei guai da sola”.
Nel mirino le scelte degli autori della campagna, a partire dall’aspetto della modella scelta: gli occhi piccoli e un sorriso “naif” hanno rinfocolato l’accusa di un uso stereotipato per comunicare e parlare di e ai cinesi. Il salto ulteriore, il sessismo, è al momento in cui la modella tenta di mangiare un cannolo. “E’ troppo grande per te?”, chiede con tono ironico la voce maschile.
I primi e crescenti commenti negativi hanno spinto al ritiro dei video da Weibo, nonostante la serie sia ancora disponibile sull’account Instagram di Dolce & Gabbana. Il JingDaily, testata di trend e moda, ha riportato che su Weibo l’hashtag “Boycott Dolce” è stato discusso oltre 18.000 volte, mentre alcuni utenti hanno sollecitato le scuse in cinese e in inglese.
La griffe ha 25 punti vendita in Cina, secondo un elenco sul sito della compagnia: il mercato del lusso del Dragone vale oltre 500 miliardi di yuan annui (circa 72 miliardi di dollari), pari a quasi un terzo del valore che il settore registra a livello mondiale, secondo un rapporto di McKinsey del 2017.