Ragazzi, attenti al sole: il melanoma uccide chi non usa filtri per la pelle
Gli adolescenti ignorano le regole fondamentali per esporsi al sole in modo sicuro, nonostante i raggi ultravioletti siano il principale fattore di rischio per il melanoma, il tumore della pelle più aggressivo e in costante crescita soprattutto fra i giovani (il 20% dei nuovi casi è riscontrato in pazienti fra i 15 e i 39 anni). Così il 39% degli adolescenti non mette mai la crema protettiva in spiaggia, per oltre la metà (51%) utilizzarla è "da sfigati" perché impedirebbe di abbronzarsi. È la fotografia scattata dal sondaggio su 3.500 giovani che dà il via al progetto #soleconamore, campagna nazionale di sensibilizzazione sull'abbronzatura consapevole e sulla prevenzione del melanoma indirizzata ai giovanissimi, realizzata da Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) e presentata al Ministero della Salute.
Ma la scarsa consapevolezza dei giovani va oltre: solo il 18% sa cos'è il fototipo (per il 53% è un tipo di immagine, per il 16% una tecnica di selfie e per il 13% una tonalità di colore dei fiori), mentre il 63% ritiene che le lampade solari aiutino ad abbronzarsi meglio e il 48% non sa cosa sia il melanoma (per il 24% è un problema alimentare). Il melanoma è una delle neoplasie che ha fatto registrare i più alti tassi di crescita, spiega Fabrizio Nicolis, presidente Fondazione Aiom: "In un quindicennio in Italia, il numero delle nuove diagnosi è raddoppiato, passando da poco più di 7.000 nel 2003 a 13.700 nel 2018 e la mancata conoscenza dei fattori di rischio gioca un ruolo decisivo. Le diagnosi negli adulti di oggi sono la conseguenza dell'esposizione scorretta al sole da giovani in passato. Ecco perché la nostra campagna è rivolta agli adolescenti e sarà declinata in particolare sui social network, con il coinvolgimento di influencer di primo piano".
Il sole, afferma Paola Queirolo, responsabile scientifico del progetto, "non è un nemico, ma vanno seguite alcune regole, a partire dall'uso di creme solari con un fattore di protezione alto ed il sole va sempre evitato nelle ore centrali. Le scottature solari gravi, durante l'infanzia e l'adolescenza - conclude - triplicano il rischio di melanoma in età adulta, ma fra i teenager è ancora molto scarsa la consapevolezza del pericolo".
La campagna, realizzata grazie al contributo non condizionante di Novartis e di Pierre Fabre, prevede l'impegno di una decina fra le influencer più seguite a livello nazionale sui social network, coordinate da Iaia De Rose. Da un lato, a partire da giugno, si svolgerà un vero e proprio tour nelle spiagge italiane più affollate di giovanissimi, con la distribuzione di un opuscolo informativo. Sul fronte digitale, la campagna proseguirà sui social, dove gli adolescenti saranno invitati dalle influencer a realizzare video accattivanti, per stimolare il dibattito e rendere virale il tema. Basandosi su quiz, le influencer intervisteranno i ragazzi in modo da testare la loro preparazione sul tema "sole sicuro". L'obiettivo è raggiungere più di 100mila teenager.
Un'altra falsa convinzione, molto diffusa soprattutto tra i ragazzi, è che le lampade solari siano utili per preparare la pelle all'abbronzatura estiva. "Niente di più sbagliato - afferma Stefania Gori, presidente nazionale Aiom -. I danni di queste apparecchiature sono sottovalutati. È dimostrato che il loro utilizzo, soprattutto in età inferiore ai 35 anni, aumenta in maniera significativa il rischio di melanoma. L'intensità degli ultravioletti artificiali è di 12-15 volte superiore all'esposizione solare naturale. Infatti, secondo l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, le lampade solari sono 'cancerogene' per l'uomo al pari del fumo di sigaretta e, dal 2011, il Ministero della Salute ne ha vietato l'utilizzo ai minorenni e alle donne in gravidanza".
"Troppe persone ignorano i danni del sole e non adottano nessuna protezione - afferma Monica Forchetta, presidente APaIM (Associazione Pazienti Italia Melanoma) -. I ragazzi devono essere informati anche grazie ai nuovi strumenti digitali, perché contro questo tumore è possibile adottare regole efficaci di prevenzione. Inoltre, il melanoma lascia i suoi 'segni' sulla pelle. In seguito a ogni modifica di un neo, è indispensabile rivolgersi allo specialista per approfondimenti". "Va posta poi particolare attenzione anche ai tatuaggi, molto diffusi fra i giovani e non solo - conclude Fabrizio Nicolis -. Non aumentano il rischio di melanoma, ma in alcuni casi ne rendono più difficile la diagnosi. I pigmenti infatti ostacolano il monitoraggio dei nei, i cui cambiamenti rappresentano il segnale della trasformazione in forma tumorale. Inoltre il 50% dei melanomi si sviluppa a partire da nei preesistenti, per cui i tatuaggi non dovrebbero mai essere eseguiti su lesioni pigmentate della cute".