"Maledetti" compiti estivi, la psicologa: «I genitori non facciano i professori»
È l'argomento per eccellenza in ogni casa italiana, da sempre, ancora più del campionato di calcio o delle bizze del meteo: i compiti estivi. Mamme e papà, ma anche nonni e parenti, ne sono coinvolti, ogni estate. E noi mettiamo chiartezza a riguardo, affrontando il tema con la psicologa dell'infanzia Serena Costa, 36 anni con studio a Verla di Giovo, che è anche blogger su "Connettiti alla psicologia", con tanti articoli e consigli utili per le famiglie, sulle tematiche più discusse e dibattute che riguardano la vita dei bambini, dai neonati fino agli adolescenti.
Dottoressa, siamo oltre la metà di luglio e dopo alcune settimane di relax è il momento di aprire i libri? Il tema è ampio e complicato, con mille sfumature, a partire dalle differenze di età: per un bambino di seconda elementare il ragionamento è molto differente rispetto a un liceale al terzo anno. Il punto di partenza resta che la responsabilità dei compiti è dei bambini o dei ragazzi. Quello che è fondamentale è chiarire quale sia il ruolo dei genitori.
Non basta che siano dei controllori? Io li definirei dei motivatori, piuttosto. Ma soprattutto delle guide. Loro non sono i principali protagonisti, ma possono essere un aiuto soprattutto nella fase organizzativa: ad esempio facendo presente che ci saranno la settimana di mare e quella di colonia e che quindi dovranno accelerare. Oppure aiutando nella logistica quotidiana, quindi dando dei tempi per i compiti e dei tempi per il gioco e lo svago.
Se i bambini non riuscissero proprio a organizzarsi? Bisogna permettere loro il rischio, ovvero che arrivino verso la fine delle vacanze senza aver ancora aperto i libri: a quel punto dovranno farli riflettere sulle loro scelte.
Se, viceversa, si rivelassero particolarmente bravi e disciplinati? Il rinforzo a un comportamento positivo va dato.
Rinforzo significa premio? Regalo? Anche, ma può essere semplicemente una lode verbale, un "bravo", un complimento. O anche un piccolo segno concreto, magari inerente allo studio: ad esempio se hanno fatto bene i compiti di storia si può regalare un libro sui dinosauri. L'importante è che non ci sia il ricatto, ovvero ?se farai ti regalerò?.
Alziamo il tiro: liceali. Per loro la questione compiti diventa un affare più personale, ma è importante che i genitori mantengano il proprio ruolo di motivatori.
L'estate è lunga, le giornate anche, e a volte gli impegni sono pochi, gli amici sono al mare e i genitori al lavoro. Cosa fare? Qui entra il tema della noia, che è una cosa positiva. I ragazzi di oggi sono in difficoltà a gestirla e il rischio è che trascorrano troppo tempo con il cellulare in mano: bisogna dare regole e stimolarli a utilizzarlo in maniera positiva. L'estate per i più grandi può essere il momento giusto per coltivare le proprie passioni o hobby, ma anche per condividere, se possibile, con i genitori esperienze diverse, che possono essere un viaggio o semplicemente una gita o una visita al museo.