«Doggy bag» all'italiana successo per la confezione del riciclo di pietanze
Successo per il "rimpiattino", la doggy bag all'italiana che permette di portare a casa il cibo e le bevande ordinate ma non consumate al ristorante. In un anno sono stati consegnati 35 mila contenitori in 875 ristoranti di 22 città, il 70% utilizzato per il cibo, il 30% per il vino. E' l'iniziativa promossa per combattere lo spreco di cibo dalla Fipe, la Federazione italiana dei Pubblici Esercizi in collaborazione con Comieco, Consorzio per il riciclo e il recupero di carta e cartone, che hanno presentato i risultati del primo anno di sperimentazione in occasione di Host, la principale fiera internazionale dell'ospitalità e del fuoricasa.
Un appuntamento cui ha partecipato, tra gli altro, la deputata Maria Chiara Gadda firmataria della legge 166/16 nata per ridurre gli sprechi lungo la filiera agroalimentare, favorendo il recupero e la donazione dei prodotti in eccedenza. "L'obiettivo che abbiamo raggiunto - spiega il consigliere di Fipe, Rodolfo Citterio - è coinvolgere i ristoratori, i principali attori della catena, che non si sono limitati ad esporre i contenitori, ma hanno sensibilizzato i clienti, aiutandoli a vincere quell'imbarazzo, principale freno alla diffusione della cultura della doggy bag".
Il direttore di Comieco, Carlo Montalbetti evidenzia come la sensibilità dei ristoratori sia cresciuta; la guida Il Gatti Massobrio è l'unica che riporta le indicazioni sui locali che prevedono la possibilità per i clienti di portare a casa le pietanze non consumate: nel 2019, su 3168 ristoranti recensiti, 2365 presentano il logo doggy bag; si tratta del 74%, in crescita del 10% rispetto all'anno scorso.