Mitica Citroen Mehari: 73 anni fa nasceva la "macchina di plastica"
Settantatrè anni di storia per la Méhari di Citroen. Nel 1947, in Francia, la SEAB, Société d'études et d'applications des brevets, fondata dall'imprenditore francese Roland de la Poype si occupava di materiali innovativi, in particolare della plastica e delle resine colorate nella massa. Nella flotta dei veicoli della SEAB figurava anche un certo numero di furgoncini AZU e AK, realizzati da Citroën sulla base meccanica della 2CV e dell'AMI6. Un giorno uno di questi veicoli ebbe un incidente di una certa importanza, dal quale il conducente del mezzo ne uscì senza troppi acciacchi, la carrozzeria fu seriamente danneggiata mentre la meccanica non fu intaccata. De la Poype decise di non far riparare il furgoncino perché su di esso aveva altre mire: voleva realizzare lui stesso una carrozzeria in plastica da applicare sulla meccanica Citroën, creando un veicolo commerciale totalmente nuovo, capace di trasportare carichi irregolari, anche voluminosi, che fosse come un pick-up ma che offrisse anche la possibilità di chiudersi come un furgoncino o aprirsi del tutto, come una spider. Furono realizzati diversi disegni e qualche prototipo, anche con l'aiuto del designer Jean-Louis Barrault, che aveva già collaborato alla realizzazione del primo prodotto di successo della SEAB, un contenitore per campioni monouso dedicato a L'Oréal. Alla fine degli studi, per la carrozzeria fu scelto l'ABS, ovvero un materiale facilmente termoformabile, flessibile e che si poteva colorare. Il risultato fu una piccola fuoristrada in plastica, poggiata sul telaio della bicilindrica AZU e che fu presentata alla Direzione Generale di Citroën.
L'incontro avvenne nel 1967 nei sotterranei della fabbrica di quai de Javel, in centro a Parigi, accanto alla Senna. Quando De la Poype disse "voi ci fornirete gli chassis e noi costruiremo ed assembleremo le carrozzerie", in Citroen risposero invece che la vettura l'avrebbero costruita loro, lasciando a SEAB il compito di stampare le parti. I francesi avevano capito al volo le potenzialità della futura Méhari, interessante come veicolo da lavoro ma ancora di più come veicolo da divertimento. Era leggerissima, quindi in grado di affrontare qualunque fondo stradale senza grandi difficoltà, non si impantanava nel fango o nella sabbia e non affondava nella neve. Dopo il prototipo color ocra (colore scelto probabilmente pensando ai veicoli da lavoro del servizio "ponti e strade" francese) alla SEAB vennero prodotti una ventina di esemplari nelle tinte più disparate: giallo, rosso, blu, verde e persino un improbabile argento.
Tutti questi colori vennero utilizzati per la presentazione ufficiale della vettura nel maggio del '68 sui campi da golf di Deauville. La produzione partì subito con due versioni, a due e quattro posti.