Istat: nel 2020 l'Italia perderà a causa del covid-19 dai 35 e i 54milioni di anni-vita
L’Italia nel 2021 potrebbe perdere, per il Covid, tra i 35 e i 54 milioni di anni-vita.
Nel 2020 il Covid-19 ha provocato un aumento del numero dei morti pari a 48.849 e potrebbero diventare al termine dei dodici mesi 78.159.
Se l’andamento delle morti di quest’anno dovesse quindi essere la regola, e non una variazione temporanea, questi sarebbero i tagli al patrimonio demografico del nostro Paese.
È una elaborazione dell’Istat, presentata dal presidente Gian Carlo Blangiardo al Festival della Statistica e della Demografia in corso a Treviso. «Il patrimonio demografico», ha precisato il presidente Gian Carlo Blangiardo, «è il totale di anni che, in un dato istante, una popolazione ha ancora davanti a sé sulla base della sua composizione per sesso ed età e delle aspettative di vita, distintamente per sesso, di ogni singola età».
Lo studio statistico della popolazione consente, infatti, di valutare, oggi, il patrimonio demografico dell’Italia. I 60 milioni e 245 mila residenti al primo gennaio 2020 avevano 2 miliardi e 379 milioni di anni-vita ancora da vivere e 2,7 miliardi quelli vissuti. Il bilancio del 2020 dovrebbe verosimilmente segnare, rispetto all’anno precedente, una perdita di 1,5 milioni di anni-vita, di cui 2/3 per minori nascite e 1/3 per maggiori morti. «Quello del 2021», ha concluso Gian Carlo Blangiardo, «presenta invece maggiori incognite. La perdita, per la parte dovuta ai nati previsti in 27mila in meno sul 2020, è valutata in 2,2 milioni di anni-vita.
La perdita derivante dalla mortalità è soggetta all’evoluzione della pandemia, e può oscillare tra i 35 e i 54 milioni di anni-vita».
Questo scenario porta l’Italia ai livelli della metà degli Anni Ottanta, pur disponendo oggi di 4 milioni di residenti in più.