Allarme Coldiretti per i residui nella frutta esotica Lo dice il report del ministero: ecco la panoramica analitica sulla diffusione dei pesticidi in Italia
Con un campione sui cinque (20%) risultato irregolare per la presenza di residui chimici i peperoncini piccanti provenienti da Repubblica Dominicana e India sono il prodotto alimentare meno sicuro presente sulle tavole degli italiani ma a preoccupare per gli elevati livelli di contaminazione sono nell’ordine le bacche di Goji provenienti dalla Cina ed il riso dal Pakistan che salgono sul podio. E’ quanto emerge dalla “Black list dei cibi più contaminati” presentata dalla Coldiretti sulla base degli ultimi rapporti elaborati dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) sui Residui dei Fitosanitari in Europa e dal Ministero della Salute sul “Controllo ufficiale sui residui dei prodotti fitosanitari degli alimenti.”
“A maggior ragione -sottolinea Gianluca Barbacovi, presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige- si conferma che lo stop al segreto di Stato sui cibi stranieri rappresenta un importante passo avanti per salvaguardare la salute dei cittadini e per la tutela del Made in Italy e Made in Trentino e per le nostre imprese agricole. All’interno del Decreto Semplificazioni del Governo Conte è stata infatti inserita una norma, fortemente sostenuta da Coldiretti, che prevede che il Ministero della Salute renda disponibili, ogni sei mesi, tutti i dati relativi ad alimenti, mangimi e animali destinati al consumo in arrivo dalla Unione e dai Paesi extracomunitari”.
Nella classifica dei dieci prodotti più contaminati elaborata alla Coldiretti ci sono però anche i melograni dalla Turchia con un quasi un campione irregolare su dieci (9,1%), il tè dalla Cina, l’okra (o gombo) dalle sembianze di una piccola zucchina importata dall’India, il dragon fruit proveniente dall’Indonesia dall’aspetto particolarmente decorativo, i fagioli secchi provenienti dal Brasile ed i peperoni dolci e le olive da tavola provenienti dall’Egitto che godono peraltro di un regime agevolato a dazio zero da parte dell’Unione Europea.
Si tratta di prodotti arrivati in Italia con elevati livelli di irregolarità perché contaminati dalla presenza di insetticidi, che – sottolinea la Coldiretti - spesso non sono neanche più ammessi dalla legislazione nazionale ed europea, come avviene nel caso di Dicofol, Acephate, Permethrin, Chlorfenapyr, Methamidophos riscontrati nei peperoncini, del Tricyclazole nel riso dal Pakistan, del Isoprothiolane negli esotici dragon fruit e di Fenpropimorph, Procymidone, Propoxur, Methamidophos nei fagioli secchi brasiliani.
Non si tratta tuttavia di casi isolati poichè - sottolinea la Coldiretti - dai risultati delle analisi risulta che i prodotti alimentari importati in Italia, con l’1,9% di campioni esaminati irregolari, sono ben 3 volte più pericolosi dei prodotti di origine nazionale per i quali solo lo 0,6% dei prelievi è risultato non conforme ai limiti di legge consentiti. La situazione è ancora più rischiosa per quelli di origine extracomunitaria per i quali la percentuale di irregolarità secondo l’Efsa sale al’5,8%, ben otto volte superiore ai prodotti Made in Italy.
Si confermano – sostiene la Coldiretti – le preoccupazioni espresse recentemente dalla Corte dei Conti europea sulle sostanze chimiche negli alimenti che ha denunciato il mancato rispetto nei cibi di provenienza extra Ue degli stessi standard di sicurezza Ue sui residui di pesticidi e si chiede alla Commissione europea di spiegare “quali misure intende adottare per mantenere lo stesso livello di garanzia sia per gli alimenti prodotti nella Ue che per quelli importati”.
LA TABELLA DI COLDIRETTI:
Ma cosa dice esattamente il rapporto completo? Scopriamolo in dieci tabelle di dati
Non solo frutta e verdura importata (con livell odi contaminazione elevatissimi): i residui dei fitoformaci ci sono anche in alcuni campioni di provenienza italiana.E purtroppo la situazione delle irregolarità è peggiorata dall'anno precedente: da 0,9 a 1,3% nel settore della frutta.
Per capire qual’è la situazione dei residui di fitofarmaci da frutta e verdura di provenienza italiana, ci viene in aiuto la Tabella 52 dove sono riportati i risultati dei controlli effettuati a livello nazionale dalle Autorità Sanitarie Locali.
In totale sono stati effettuati 10020 campioni e di questi 80 (0,8%) sono risultati non conformi. I campioni con residui sono risultati essere 3498 (34,9%) mentre 6442 (64,3 %) campioni sono risultati non presentare residui.
I campioni sono stati 3072 di frutta, 2849 di ortaggi, 1337 di cereali, 326 di olio, 732 di vino, 75 di baby food, 1629 di altri prodotti.
I campioni di frutta risultati irregolari sono 40 pari al 1,3%, i campioni con residui sono risultati 1864 pari al 60,7 % mentre i campioni senza residui sono risultati essere 1168 pari al 38,0%
I campioni di ortaggi risultati irregolari sono risultati essere 34 pari allo 1,2%, i campioni con residui sono risultati 969 pari al 34,0% mentre i campioni senza residui sono risultati essere 1846 pari al 64,8%.
E’ stato riscontrato un solo campione di cereale irregolare pari allo 0,1%, i campioni con residui sono risultati 275 pari al 20,6% mentre i campioni senza residui sono risultati essere 1061 pari al 79,4%.
Non sono state rilevate non conformità nelle classi dell’olio, del vino tuttavia vi sono campioni, 12 (3,7%) nell’olio e 298 (40,7%) nel vino, nei quali sono stati riscontrati dei residui anche se in quantità inferiore al limite di legge. Per queste due classi di alimenti non sono stati rilevati residui in 314 (96,3%) campioni di olio e in 434 (59,3%) campioni di vino.
I baby food sono risultati tutti conformi e senza residuo.
Un’altra tabella interessante è quella dove sono riportate le tipologie di alimenti risultati non conformi sul territorio nazionale. Gli alimenti che hanno presentato maggior non conformità sono state le pesche, le pere, le mele e i limoni tra la frutta, tra gli ortaggi pomodori, sedani e bietole da costa e da foglia mentre il frumento tra i cereali è stato l’ alimento riscontrato non conforme a livello nazionale.
I campioni non conformi tra gli altri prodotti sono stati pomodori secchi, riso processato, fichi d’india sbucciati, pesche processate, olive da olio. La tabella inferiore pone poi il problema degli alimenti che presentano (in dosi inferiori ai limiti di legge) la presenza di più residui contemporaneamente. Si tratta di sostenze e molecole chimiche che non sono dannose a queste concentrazioni. Ma delle quali si conosce ancora poco l'effetto di interazione.
La situazione dei residui nei vegetali di provenienza italiana è migliorata o peggiorata?
Il rapporto afferma che «Mettendo a confronto i dati del 2017 con quelli dell’anno precedente, si rileva dalla Tabella 56 e dal relativo Grafico 56 che il numero totale di campioni di ortofrutticoli analizzati è diminuito passando da 6785 del 2016 a 6593 del 2017. Si osserva inoltre che le irregolarità sono leggermente aumentate passando da 61 campioni (0,9%) nel 2016 a 89 campioni nel 2017 (1,3%),
In termini di campionamento, nel corso di questo biennio, nella frutta le prime 2 colture maggiormente campionate sono rimaste sostanzialmente invariate mele e pesche, anche negli ortaggi le prime 2 colture sono rimaste uguali in termini di numero di campioni pomodori e patate.
Si può notare che alcuni tipi di frutta, quali arance, ciliegie dolci, fragole, limoni, mele, melograni, pere, pesche, uva da tavola hanno presentato delle irregolarità sia nel 2016 che nel 2017.
Tra gli ortaggi irregolari si continuano a trovare carciofi, fagioli con baccello, lattuga, patate, peperoni dolci, pomodori, prezzemolo, sedani, zucchine».
Che tipo di residui si trova nei vegetali di origine italiana?
Dal Chlopyrifor al Fludioxonil, passando per Boscalid e Dimetheate: le sostanze (irregolari in un numero esiguo di casi)
Tabelle tratte dal RAPPORTO REALIZZATO DALLA DIREZIONE GENERALE PER L’IGIENE E LA SICUREZZA DEGLI ALIMENTI E LA NUTRIZIONE DIRETTORE GENERALE DOTT.SSA GAETANA FERRI
A cura di: Ufficio 7-Sicurezza e regolamentazione prodotti fitosanitari Dott. sa Monica Capasso (Direttore Reggente Ufficio 7- Dirigente Farmacista II Fascia) Dott. sa Roberta Aloi (Dirigente Chimico TD)
I dati sono relativi all'anno 2017 (ultimo dato disponibile)
IL RAPPORTO COMPLETO POTETE LEGGERLO QUI