A poche ore dalla nascita, il neonato percepisce il suo corpo (così ci distinguiamo dagli animali)
ROMA - A poche ore dalla nascita i neonati riconoscono il loro corpo come un'entità separata dal mondo esterno. Lo rivela uno studio torinese che, grazie all'elettroencefalografia - una tecnica di neuroimmagine non invasiva - ha misurato il correlato neurale di questo fenomeno.
"A differenza di quanto accade per altri mammiferi, i neonati umani sono già in grado di associare un suono a un tocco a poche ore di vita - spiega Francesca Garbarini, professoressa di Psicobiologia e Coordinatrice del Manibus Lab del Dipartimento di Psicologia dell'Università di Torino -. Questo potrebbe essere dovuto alla lunga e ricca fase di gestazione che potrebbe aver già preparato l'emergere di questo meccanismo alla nascita". Le risposte neurali osservate mostrano anche che il bambino è in grado di distinguere se il suono viene dato vicino o lontano dal suo corpo, aspetto fondamentale per sviluppare i comportamenti difensivi come i meccanismi relazionali.
"L'effetto descritto nel lavoro, se confermato da studi futuri, potrà rappresentare - aggiunge Irene Ronga, Ricatrice del Dipartimento di Psicologia dell'Università di Torino e primo autore dello studio - un possibile biomarker di sviluppo neurologico tipico le cui alterazioni potrebbero contribuire al riconoscimento precoce di eventuali anomalie dello sviluppo".
La ricerca è stata realizzata dal Manibus Lab del Dipartimento di Psicologia dell'Università di Torino e dalla Neonatologia universitaria dell'ospedale Sant'Anna della Città della Salute, in collaborazione con il MySpace Lab del Department of Clinical Neurosciences dell'Università di Losanna ed il Center for Neural Science della New York University. Pubblicato, sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), dimostra dunque che pochi giorni di vita per un neonato sono sufficienti per sviluppare una integrazione multisensoriale efficiente. "Lo studio ha confermato come i neonati abbiano, fin dalle prime ore di vita, straordinarie capacità nel riconoscere gli stimoli provenienti dall'esterno, che oggi sappiamo possono plasmare lo sviluppo cerebrale già in queste fasi molto precoci della vita e, chissà, forse anche nel periodo fetale" dice Enrico Bertino, Direttore della Neonatologia universitaria della Città della Salute di Torino, che insieme alla dottoressa Cristina Perathoner ha curato la parte clinica della studio. "Aiutare in modo favorevole la plasticità cerebrale, massima al momento della nascita, è il prerequisito per un favorevole sviluppo evolutivo e la costruzione di una futura capacità di relazione sociale", conclude Bertino, secondo cui "anche nell'era Covid va posta particolare attenzione nel salvaguardare la vicinanza e le favorevoli relazioni precoci madre / neonato / famiglia in questo periodo estremamente critico".