In Italia già 10 giorni fa oltre un caso su 5 da variante indiana, ma continua il calo di contagi e ricoveri
La stima sulla prevalenza della mutazione Delta in uno studio cui ha collaborato anche la Fondazione Bruno Kessler di Trento. Gli esperti raccomandano di intensificare sequenziamento, tracciamento dei focolai e campagna di vaccinazione
BOLLETTINO In Trentino quinto giorno consecutivo senza morti per covid, ospedali quasi vuoti
VIDEO/1 Ferro: «Basta egoismi, ecco perché bisogna vaccinarsi»
VIDEO/2 L'appello del presidente: «Vaccinatevi»
BENETOLLO "Variante Covid, vaccini efficaci"
ROMA. In Italia al 22 giugno la variante Delta (B.1.167.2) del virus SarsCov2 aveva una prevalenza pari al 22,7% ed è stata identificata in 16 Regioni/Province autonome, con un range tra lo 0 e il 70,6%.
La stima viene dalla nuova indagine rapida condotta dall'Iss e dal ministero della salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler di Trento.
L'indagine integra le attività di monitoraggio di routine, e non contiene quindi tutti i casi di varianti rilevate ma solo quelle relative alla giornata presa in considerazione.
Malgrado la crescita della variante indiana, in Italia prosegue la riduzione dell'Rt nazionale, ora a 0.63 rispetto allo 0.69 della settimana scorsa e scende ancora l'incidenza dei casi di covid a 9 ogni 100 mila abitanti rispetto agli 11 di 7 giorni fa.
Lo spiega la bozza di monitoraggio settimana Iss-ministero della salute sull'andamento dei contagi da coronavirus in Italia, ora all'esame della cabina di regia, che saranno presentati oggi.
Sebbene in assoluto i nuovi casi siano in diminuzione, la proporzione di casi di infezione da virus SARS-CoV-2 causati da varianti delta e kappa (la seconda faceva parte della famiglia della variate delta ed e' ora distinta) è in aumento.
La maggior parte di questi casi è attribuibili a focolai circoscritti in varie parti del paese.
I tecnici nel documento chiedono, visto l'aumento dei casi anche in Paesi con alta copertura vaccinale, un capillare tracciamento e sequenziamento dei casi e un'elevata copertura vaccinale con il completamento dei cicli.
Tutte le Regioni e le province autonome sono a rischio basso e nessuna supera la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o area medica, secondo i dati sono nella bozza di monitoraggio Covid Iss-Ministero Salute. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è 3% (la soglia critica e' il 30%) con una diminuzione nel numero di persone ricoverate che passa da 362 (22/06/2021) a 240 (29/06/2021). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende ulteriormente e si attesta al 3% (soglia critica 40%). Il numero di persone ricoverate in queste aree passa da 2.289 (22/06/2021) a 1.676 (29/06/2021).
"La crescita della prevalenza della variante Delta è un dato atteso, che deve essere monitorato con grande attenzione. È fondamentale continuare il tracciamento sistematico dei casi per individuare i focolai, che in questo momento è reso possibile dalla bassa incidenza, e completare il più velocemente possibile il ciclo vaccinale, dal momento che, come confermato anche ieri dall'Ema, questo garantisce la migliore protezione", dice il presidente dell'Iss, Silvio Brusaferro, in merito alla nuova indagine rapida condotta dall'Iss e dal Ministero della Salute sulla prevalenza delle varianti in Italia.
La prevalenza della variante Alfa (B.1.1.7, prima denominata 'inglese') di SarsCov2 in Italia, calcolata al 22 giugno, era invece del 57,8%, in calo rispetto all'88,1% del 18 maggio, con valori oscillanti tra le singole regioni tra il 16,7% e il 100%.
Alla stessa data, la variante cosiddetta Gamma (P.1, precedentemente denominata brasiliana) aveva una prevalenza pari a 11,8% (con un range tra 0 e 37,5%, mentre nella precedente survay era al 7,3%).