Tempi di attesa troppo lunghi negli ospedali? Più soldi ai privati: Tecnomed, Cst e San Camillo fanno il pieno di contributi
Dal 2017 a oggi una inarrestabile espansione di esami diagnostici (ma anche visite private), e quindi aumentano le dotazioni che la Provincia destina a cliniche e centri specialistici
TRENTO. Con gli ospedali pieni di pazienti Covid e il personale impegnato a far fronte all'emergenza, per rispondere alla domanda di esami e visite l'Azienda sanitaria, su indicazione della Provincia e del governo nazionale, ha aumentato i budget a strutture e ambulatori privati per quanto riguarda l'assistenza specialistica.
Il budget concordato ad inizio 2021 era di 19 milioni 768 mila euro, mentre il finanziato ha superato quota 22 milioni, nel dettaglio si è arrivati a 22 milioni 591 mila euro. Di questi, 1 milione 280 mila euro sono arrivati dal finanziamento statale erogato proprio per incrementare l'offerta da parte delle strutture accreditate delle visite specialistiche nelle branche della cardiologia, oculistica, dermatologia, otorinolaringoiatria, pneumologia e neurologia, nonché per le prestazioni di diagnostica per immagini, come risonanze magnetiche, tac ed ecografie, i cui tempi per l'erogazione erano diventati troppo lunghi. Per far fronte all'aiuto chiesto dal pubblico di assistenza specialistica, nel caso di strutture che erogano sia prestazioni di degenza che prestazioni di specialistica ambulatoriale, è stata invece ammessa la compensazione dei finanziamenti per un importo complessivo di 859.500 euro.
Analizzando i numeri, le due strutture che hanno avuto un incremento di finanziamento maggiore sono state Tecnomed e Cst Trento.
Tecnomed è passata da un finanziamento iniziale di 1 milione e mezzo a 2 milioni 230 mila euro (+730 mila euro), importo al quale vanno aggiunti anche 338.000 euro pagati dal sistema sanitario nazionale per pazienti provenienti da fuori provincia (mobilità attiva) che hanno usufruito di servizi presso questo centro.
Forte anche l'aumento di prestazioni richiesto dal Cst Trento. Il finanziamento iniziale era stato di 1 milione 350 mila euro ed è poi passato, nel corso dell'anno, a 1 milione 900 mila euro (+550.000). 24.500 euro, invece, l'importo pagato per mobilità attiva dal servizio sanitario nazionale che in totale, alle strutture private accreditate trentine, ha versato per assistenza specialistica poco più di 3 milioni di euro, di cui 1 milione e 200 mila euro a Magi's Lab, laboratorio specializzato nell'analisi di malattie genetiche. Tra le strutture con possibilità di ricovero con l'incremento maggiore di assistenza specialistica (i soldi sono stati stornati dai minori ricoveri) c'è il San Camillo (+539 mila euro).Il dato interessante arriva dal tipo di prestazioni che sono state erogate.
Uno dei settori maggiormente in sofferenza e che lamentava i tempi d'attesa più lunghi era quello delle risonane magnetiche. La mancanza di radiologi e la richiesta di prestazioni urgenti per gli stessi ricoverati rende spesso difficile per i reparti di radiologia dei diversi ospedali dell'Apss soddisfare le richieste degli esterni rispettando i tempi dei Rao.
Se nel 2017 le risonanze effettuate dai privati erano state 20 mila, il numero è salito a 26 mila negli anni successivi e ha toccato quota 32 mila nel 2021. Stesso discorso per le visite. Cardiologia, ad esempio, dove la richiesta è sempre molto alta, le prestazioni offerte dal privato in convenzione (visite ma anche ecocolordoppler) negli ultimi anni si erano assestate a quota 31 mila mentre lo scorso anno sono salite a 38 mila. Stesso discorso per il settore dell'oculistica dove il privato ha sopperito all'enorme richiesta di prime visite.
Ben 15 mila quelle elargite dal privato lo scorso anno, rispetto alle 8 mila dell'anno precedente. 30 mila le prestazioni totali, rispetto alle 21 mila dell'anno precedente. Anche il prossimo anno, grazie ai finanziamenti nazionali, il budget per le private è aumentato. Leggendo i numeri è evidente che anche la sanità trentina, come quella italiana, sta andando verso una strisciante privatizzazione.
Le conseguenze dei tagli effettuati alla sanità negli anni sono risultate ancora più evidenti durante il periodo Covid e per soddisfare i bisogni dei cittadini la strada scelta dagli amministratori è stata quella di rivolgersi ai privati che anche in Trentino si sono fatti trovati pronti a rispondere ai bisogni di salute della popolazione che altrimenti non sarebbero stati soddisfatti. La sanità pubblica, impegnata nell'emergenza, non aveva uomini e spazi per farlo. Il privato ha sopperito. I finanziamenti dei prossimi anni e la riorganizzazione rivelerà se si è trattato di un intervento legato all'emergenza o di una scelta - come molti sospettano - destinata a durare negli anni.