Vaccini covid, torna l'open day al centro San Vincenzo. La prossima settimana iniezioni contro l'encefalite da zecca
L'hub di Mattarello ripropone per sabato 5 marzo la possibilità agli over 12 anni di presentarsi senza appuntamento per la somministrazione contro il coronavirus. Giovedì 10 e venerdì 11 adulti e bambini potranno ricevere invece l'importante vaccino contro una grave malattia che può derivare dal morso del parassita
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TRENTO. Sabato 5 marzo, al centro vaccinale San Vincenzo di Mattarello a Trento sarà possibile effettuare la vaccinazione contro il covid-19 senza appuntamento.
L'accesso libero - comunica Apss - sarà dalle 9 alle 12.30 per i soli maggiori di 12 anni.
Sempre a San Vincenzo, la settimana prossima, sono programmati due giorni di vaccinazioni contro l'encefalite da zecca con prenotazione al Cup online.
Le sedute vaccinali si terranno giovedì 10 e venerdì 11 e sono destinate ad adulti e bambini a partire dal compimento del primo anno di età.
Nella seduta di sabato 5 marzo sarà possibile effettuare la vaccinazione contro il covid-19 con i vaccini Pfizer, Moderna e Novavax.
Per ridurre i tempi di permanenza nel centro vaccinale si ricorda di presentarsi con la tessera sanitaria e i moduli "Consenso" e "Scheda anamnestica" già compilati e scaricabili dal sito Apss. Per prenotare la somministrazione del vaccino contro la Tbe la modalità più rapida e accessibile 24 ore su 24 è quella online collegandosi al sito Apss.
La puntura delle zecche è un fattore di rischio per lo sviluppo di patologie gravi, molto spesso trascurate. Soprattutto perché, secondo le stime degli esperti, ogni anno nel mondo sono centinaia di migliaia le persone che contraggono infezioni trasmesse da questi parassiti, senza apparentemente alcun sintomo.
I rischi principali, ma non gli unici, sono la complessa e pericolosa malattia di Lyme e appunto l'encefalite.
Proprio per l'aumento delle temperature, le zecche si trovano adesso a latitudini ed altitudini più elevate rispetto al passato e sono presenti in aree geografiche come, ad esempio, il nordest Italia (Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Trento, Bolzano), dove sono stati rilevati casi di borelliosi di Lyme ed encefalite da zecche Tbe (per il cui monitoraggio dal giugno 2018 è stato attivato un piano di sorveglianza nazionale).
La Tbe "è una grave malattia del sistema nervoso centrale che può causare morte o danni neurologici permanenti. Le segnalazioni in Europa sono aumentate del 400% dall'ultimo quarto del secolo scorso. Nel 2016, I casi di Tbe confermati in Europa sono stati 2.674 e gran parte delle segnalazioni vengono da Austria, Repubblica Ceca e Slovenia, ove la vaccinazione è raccomandata per tutta la popolazione.
Gli ospiti naturali del virus sono roditori selvatici, mentre l'uomo è infettato accidentalmente dalle zecche provenienti dai roditori", spiega il professor Massimo Galli.
Il periodo considerato a rischio va da aprile a ottobre, ma l'allungamento dei periodi con alte temperature può estenderlo ulteriormente.
Riconoscere l'encefalite da zecche, tuttavia, non è semplice poichè i sintomi d'esordio (febbre, cefalea) non sono facilmente distinguibili da quelli di altre patologie. La tecnologia può però aiutare nel velocizzare i tempi della diagnostica. Un nuovo test di diagnostica molecolare (Rt-Pcr) su un solo campione di materiale biologico, ad esempio, può individuare la presenza di uno dei sette agenti patogeni collegabili al morso di una zecca in un paio d'ore.
Attraverso le informazioni ottenute sequenziando il Dna, inoltre, sottolinea Carlo Roccio, componente del comitato ricerca, sviluppo e innovazione di Federchimica, "si può tipizzare il microrganismo differenziando quelli con differente risposta alle terapie o con maggior virulenza".
Nel 70-90% dei casi decorre in maniera asintomatica mentre in un 2% può essere addirittura letale.
Il tempo di incubazione è variabile e l'andamento dei sintomi vede un primo episodio simil-influenzale seguito da un periodo di relativo benessere della durata di 7-10 giorni, cui segue la malattia vera e propria. Tuttavia la diagnosi può tardare perché il morso della zecca spesso non viene avvertito.
Nella saliva dell'animale infatti è contenuta una sostanza che ha un effetto anestetico.
Pertanto, nel dubbio, "è indispensabile informarsi e informare sui viaggi fatti nel mese precedente la comparsa dei sintomi, così che il medico abbia tutti gli strumenti per diagnosticare la patologia", spiega Ermenegildo Francavilla, direttore dell'Unità operativa di malattie infettive all'ospedale San Martino di Belluno.
"In provincia di Belluno, dal 1994 ad oggi - prosegue - sono 194 i casi di encefalite da zecche segnalati, ovvero poco meno della metà di quelli registrati in Italia. Ma fortunatamente nessun decesso".
La malattia di Lyme, nota anche come borreliosi (per la quale al momento non sono disponibili vaccini), è un'infezione causata dal batterio Borrelia burgdogferi, trasmesso all'uomo dalla puntura di zecche, che dopo aver attaccato la pelle.
Trasmessa all'uomo dalla zecca detta 'dei boschi' o 'della pecora'(Ixodes ricinus, che attacca anche caprioli, cani e altri mammiferi), l'infezione da Borrelia è caratterizzata da un eritema migrante, che si allarga intorno al morso fino a raggiungere i 50 cm di diametro e compare dopo un periodo di incubazione da 5 a 30 giorni.
Se riconosciuta nella fase iniziale guarisce quasi sempre con una terapia a base di antibiotico specifico.
I problemi insortgono qualora la malattia non fosse individuata, cosa che spesso accade anche perché le persone possono non aver avvertito la presenza della zecca.
Se cronicizzata, la malattia di Lyme può provocare effetti anche molto gravi a carico di cute, articolazioni, apparato nervoso e, più raramente, cuore e sistema immunitario.
Se non curata nadeguatamente nei primi mesi, la malattia tende a cronicizzare causando problemi via via crescenti, con progressiva diminuzione dei margini di intervento terapeutico.
Inoltre, soprattutto tra i bimbi, si verificano episodi di paralisi facciale.