Il "vangelo" del bucato: ecco come farlo meglio, più ecologicamente, ed i miti da sfatare (l’esperto dice: fatelo di meno)
Il libro di Patric Richardson è pieno di rivelazioni: meglio il detersivo che le capsule, meglio stendere all’aria che nell’asciugatrice, meglio smacchiare con la vodka che con la candeggina. E poi...
ROMA. Enfant prodige del settore (ipnotizzato dal roteare saponato dei panni in una lavatrice all'età di due anni), studi approfonditi, pioniere di un Laundry Camp, seminario teorico e pratico di bucato, che ha coinvolto nel tempo migliaia di partecipanti Patric Richardson, noto come l’Evangelista del Bucato, passione, competenza e ironia, svela trucchi, segreti e consigli per un lavaggio più veloce, economico, ecologico.
E' lui la fonte per sfatare i luoghi comuni sul bucato cui dedica un intero capitolo di La magia del bucato, il libro appena uscito in Italia da Vallardi, in cui insegna il metodo per lavare tutto in casa, dai completi da uomo ai golfini in cachemire, ai tappeti, risparmiando tempo e denaro e non ricorrendo alla tintoria a secco (costosa e che utilizza sostanze chimiche dannose).
MITO La candeggina è ottima per sbiancare i tessuti bianchi ingialliti.
Macché! Anzi, semmai la candeggina è ciò che provoca l’ingiallimento. I tessuti bianchi sono candidi perché sono tinti, e la candeggina rimuove la tintura, riportandoli al loro colore originale, che nel caso del cotone è écru.
MITO Collant e calzamaglie andrebbero lavati a mano.
Buttateli piuttosto in un sacchetto di rete salvabucato e lavateli con i capi del colore corrispondente (bianchi, neri, freddi, caldi). Poi appendete ad asciugare.
MITO Le camicie eleganti vanno sempre stirate.
In realtà, la scelta è libera. A dirla tutta, non sono poche le persone a cui il look un po’ stropicciato non dispiace: è un diritto anche quello. Altri indossano di rado questo capo elegante, ma per le occasioni speciali, ad esempio per colloqui di lavoro o matrimoni, sono disposti a tirare fuori ferro e tavola. Qualcun altro non uscirebbe nemmeno a buttare la spazzatura con una camicia non stirata. Detto questo, se l’idea di stirare vi getta nella disperazione, sappiate che esistono camicie che non richiedono affatto stiratura. Di questi tempi si trovano in tutte le fasce di prezzo, e hanno un aspetto magnifico, anche appena uscite dall’asciugatrice.
MITO Se un maglione si è un po’ sformato, conviene lavarlo anche se non è sporco.
Per fortuna, non è così. Appendete il maglione e usate un ferro verticale a vapore per ripristinarne la forma ideale.
MITO Il sapone per piatti funziona benissimo per togliere le macchie.
Il sapone per piatti ha una formulazione specifica studiata per rimuovere l’unto, come quello rimasto nella teglia dopo aver cotto al forno lo stufato. Non è però studiato per eliminare le macchie dal vostro maglione preferito, e la sua composizione chimica è troppo aggressiva per praticamente tutti i tessuti. In effetti, può addirittura rovinare alcuni indumenti
MITO Le asciugatrici mangiano i calzini.
Ovviamente non è vero! Le asciugatrici sono molto schizzinose: non mangiano i calzini, ma scelgono appositamente uno dei due che compone il vostro paio preferito.
Capsule o detersivo liquido?
Nel suo libro Richardson spiega che bisogna evitare temperature calde, così come le fredde e che tiepido e rapido è meglio, utilizzando il programma express. Sconsiglia nettamente l'utilizzo di pods ossia le capsule predosate concentrate (concentrate anche di chimica), di candeggina (che sostituisce con puro percarbonato di sodio al 100% da mescolare con acqua).
Meglio la vodka.
Per smacchiare? Consiglia invece di avere a disposizione vodka, alcol al 70%, aceto.
Dividere i colori. In mucchi.
Prima di fare il bucato ricorre alla divisione dei colori: un mucchio di bianchi: camicie bianche, reggiseni bianchi, calzini bianchi, lenzuola bianche, asciugamani bianchi, ecc. Includete anche i capi bianchi con qualche accenno di colore: ad esempio, la camicetta bianca con i pois blu, o i pantaloni bianchi con una riga nera di lato. Non dimenticate i capi chiari tendenti al bianco: quelli color panna, crema, avorio, beige. Infine, se avete capi giallo paglierino, includeteli. Adesso fate un mucchio di capi neri. Il terzo mucchio sarà composto da tutti i colori freddi: blu, verdi, viola. Anche il grigio va in questo mucchio.
Di nuovo, non vi trattenete: i jeans preferiti, il reggiseno viola di pizzo, gli asciugamani a fiori verdi, le lenzuola con la nave pirata di vostro figlio: tutto dentro, purché sia di un tono freddo.
Il quarto mucchio sarà altrettanto variopinto, ma composto da colori caldi: rossi, gialli, marroni, arancioni. Infine, se avete dei capi sportivi o tecnici, serve un ulteriore mucchio di tessuti come polipropilene, lycra, e altri simili, che caratterizzano soprattutto l’abbigliamento sportivo. Anche le felpe di pile finiscono in questo mucchio. Perché? Perché sono tessuti oleofili e idrofobici: in altre parole, attirano l’unto e respingono l’acqua, perché devono essere molto efficienti quando si tratta di assorbire gli oli della pelle e il sudore. Queste sostanze rimangono aggrappate quindi ai tessuti tecnici durante i normali lavaggi, visto che l’acqua da sola non riesce a eliminare le sostanze oleose. Ecco perché più li indossate e più puzzano, che li laviate regolarmente o meno. In più, l’elastico del costume per la piscina non si è allentato: è solo appesantito dall’unto. Per pulire a fondo questi tessuti, e fare in modo che profumino sempre di buono, vi servirà un detergente che contenga perossido di idrogeno, un enzima capace di sciogliere i residui oleosi
Nove strategie per rendere il bucato più ecosostenibile.
1. Non usate mai più le lavanderie a secco. I lavaggi a secco danneggiano abiti, salute e ambiente in generale.
2. Lavate meno. Ci capita spesso di buttare un capo nel cesto della biancheria sporca quando non c’è davvero bisogno di lavarlo. Magari sarebbe sufficiente, prima di indossarlo di nuovo, fargli prendere aria, oppure dargli una passata veloce di vapore con un ferro verticale, o spruzzarlo di vodka per eliminare gli odori, o tamponare una macchia di risotto con un goccio d’alcol al 70%.
Queste semplici soluzioni vi permetteranno di avere abiti che sembrano e profumano come appena puliti senza doverli pulire davvero. E non lavare se non è necessario vi farà risparmiare acqua, energie e tempo. Avete mai sentito parlare di quegli appassionati di jeans che non lavano mai, ma proprio mai, i loro pantaloni? Non hanno tutti i torti quando dicono che lavatrici e asciugatrici possono danneggiare gli indumenti: ecco perché io stesso consiglio di lavare solo il minimo indispensabile e asciugare all’aria.
3. Usate prodotti ecosostenibili. Cassate del tutto l’ammorbidente, i foglietti per asciugatrice, e i profumatori per bucato. Smettendo di utilizzare quei prodotti tossici non solo eviterete di diffondere composti organici volatili (COV), tra cui acetone ed etanolo, nell’atmosfera; salvaguarderete anche la salute, perché quelle sostanze sono dannose e possono provocare difficoltà respiratorie, tosse, emicrania, irritazioni a pelle e occhi, e molto altro ancora. Inoltre, evitando certi prodotti non vi esporrete alla diffusione di ftalati, che, secondo studi recenti, possono alterare le funzioni ormonali e danneggiare il sistema riproduttivo, nonché i processi di crescita. E smettete di usare la candeggina. Per il lavaggio usate solo sapone in scaglie di ottima qualità e di origine vegetale, tantopiù che ne basta un cucchiaio per ogni carico. Non solo è un prodotto buono per l’ambiente, ma è gentile anche con la pelle. Se usate l’asciugatrice, favorite un’asciugatura rapida con le palline di lana, naturali ed ecologiche, che possono accelerare il processo del 40%. E se volete che il bucato esca profumatissimo, versate sulle palline qualche goccia di olio essenziale a scelta: magari un olio agrumato per l’estate e il franchincenso per l’inverno. E non dimenticate di aggiungere una pallina di foglio d’alluminio per eliminare l’energia statica.
Per le macchie, affidatevi a prodotti casalinghi come alcol al 70% e aceto. Usare prodotti atossici farà bene a tutta la famiglia, e tutti sarete tranquilli e sereni rispetto agli abiti che indossate, gli asciugamani con cui vi asciugate, e le lenzuola su cui dormite. Senza dubbio, sapere che non avete sostanze tossiche addosso è una garanzia di felicità. E sarete ancora più felici di sapere che state rispettando l’aria, la terra, l’acqua di tutti. Senza contare che optare per saponi a base vegetale di buona qualità implica confezioni meno ingombranti e quindi meno rifiuti (soprattutto meno bottiglioni di plastica da trascinare fino a casa).
4. Optate sempre per il ciclo di 30 minuti, e usate la centrifuga al massimo dei giri. Questo vi permetterà di risparmiare acqua ed elettricità, e anche di ottenere risultati migliori. È vero: la lavatrice riesce più facilmente a far passare l’acqua attraverso le fibre, e quindi a pulire meglio i vestiti, se l’acqua nel cestello è di meno. Usando un ciclo breve, i capi perderanno meno pelucchi, che non finiranno sugli altri vestiti, sporcandoli, o, peggio ancora, in mari e fiumi dopo lo scarico. E, per assurdo, la centrifuga rapida è più delicata sui tessuti: procura meno strappi e danni, rispetto a un ciclo più lento. I capi, anche delicati, rimangono incollati alle pareti del cestello mentre l’acqua viene strizzata via. Se il ciclo di centrifuga è più lento, i vestiti vengono sballottati in giro, e quindi si consumano e rovinano più facilmente.
5. Tornate allo stendino. Stendere il bucato all’aria è meglio per i capi stessi. Come ho già detto, quasi nessun tessuto resiste a più di cinquanta cicli di asciugatrice e lavatrice. Se eliminate il passaggio in asciugatrice, potrete lavare quel capo molte altre volte, allungandone la vita e risparmiando un sacco di soldi. Infine, e forse più importante: risparmiate energia. Le asciugatrici di classe A consumano tanta elettricità all’anno quanto «un frigorifero energeticamente efficiente, una lavatrice e una lavastoviglie insieme», secondo il Natural Resources Defense Council, un importante ente no-profit che promuove la necessità di garantire e distribuire acqua e aria pulite.
6. Fate durare i vestiti il più a lungo possibile. Questi suggerimenti (incluso quello di lavare di meno in genere, e di asciugare all’aria più spesso) allungano la vita dei capi stessi.
7. Acquistate consapevolmente. Valutate attentamente ogni acquisto. Vi serve davvero l’ennesimo maglione nero a collo alto? Forse no. O un altro paio di jeans? E per quanto tempo ancora andrà di moda quella gonna che impazza quest’estate? O quel pullover con lo scollo a scialle? Non sto dicendo che dovremmo essere tutti minimalisti (se l’idea non vi attira), ma di valutare il valore effettivo e la sfruttabilità sul lungo periodo dei capi che comprate, possibilmente godendoveli il più a lungo possibile. Anche i vestiti da fast fashion possono durare a lungo, se trattati con cura. Vi invito solo a riflettere sugli inevitabili effetti negativi di questo tipo di acquisto, e di sostenere quindi marchi che pagano il giusto i loro lavoratori, si impegnano per tutelare l’ambiente e riducono o eliminano sprechi, inquinamento delle acque e altre pratiche dannose. Infine, quando siete sicuri che non metterete mai più quel certo capo d’abbigliamento, valutate l’idea di riciclarlo: le organizzazioni o aziende che riciclano tessuti sono ormai ovunque. Se invece pensate che qualcosa che a voi non piace più possa però star bene a qualcun altro, regalatelo a un’organizzazione no-profit in possesso di una buona reputazione, così che qualcuno possa magari goderne in futuro. Certo, assicuratevi solo che sia in buone condizioni, chiedendovi magari prima se, nello stato in cui si presenta, lo regalereste a un buon amico. In caso contrario, anziché donarlo, riciclatelo.
Un’altra opzione praticabile è organizzare uno swap party, per trovare qualcosa di nuovo frugando nel vecchio guardaroba dei vostri amici. Quando comprate, preferite inoltre marchi che usano fibre naturali – cotone, cashmere, piume d’oca, lino e lana – che sono tutte risorse rinnovabili. Ormai saprete che è possibile prendersene cura facilmente, come fareste per il poliestere o il rayon; e poi, le fibre naturali si degradano in modo naturale, non come i tessuti sintetici, che rilasciano microplastiche negli oceani, inquinandoli (per altre informazioni a questo proposito, consultate il box nella prossima pagina). Un’ulteriore riflessione: le fibre sofficissime del cashmere (che vengono dal pelo delle capre) offrono un potere isolante otto volte maggiore rispetto alla lana (che viene dal vello delle pecore) con un peso, peraltro, molto inferiore. Dunque, il cashmere vi terrà ben caldi, senza farvi sudare. E poi indossare queste fibre naturali significa che sarete meno tentati di alzare il riscaldamento in casa, e anche quello contribuirà a consumare meno energia.
8. Scegliete elettrodomestici ad alta efficienza energetica. Se avete intenzione di comprare una nuova lavatrice o asciugatrice, o se ha intenzione di farlo il vostro padrone di casa, posso suggerirvi di scegliere elettrodomestici ad alta efficienza energetica? Si tratta di lavatrici che consumano il 25% di energia e il 40% di acqua in meno rispetto al corrispettivo più diffuso; per le asciugatrici, il risparmio energetico si aggira sul 20%, che si trasforma poi in un risparmio economico di oltre 150 euro per l’intero ciclo di vita dell’elettrodomestico. Un altro elettrodomestico ad alta efficienza che vi consiglio è l’asciugatrice a pompa di calore, che offre un risparmio energetico del 60% rispetto al corrispettivo meno efficiente, e non ha bisogno, per funzionare, né di una resistenza che generi calore né di una ventola che lo diffonda. Questo significa che tali macchine possono essere installate ovunque, perché non hanno bisogno di dispositivi per lo scarico di aria o acqua verso l’esterno, evitano inoltre l’accumulo di microfibre e lanugine, riducendo così il rischio di incendi. Certo, le asciugatrici a pompa di calore costano un po’ di più di quelle a condensazione, ma vi faranno risparmiare parecchio in termini di consumi energetici sul lungo periodo, aiutando l’ambiente in maniera sostanziale. Infine, pur avendo spesso cestelli meno spaziosi, offrono un’asciugatura più delicata sui capi, contribuendo quindi a prolungarne la vita.
9. Lavate tutto in un unico giorno. Questo significherà non solo che, quel giorno, avrete l’intero guardaroba pronto per essere usato, assieme a tovaglie, lenzuola e asciugamani; ma anche che potrete sfruttare al meglio tale guardaroba, mescolando i pezzi a piacimento. Avere accesso a tutti i vostri capi nello stesso momento significa anche poter scegliere di averne di meno perché, avendo sempre tutto sott’occhio, potrete evitare di comprare cose che non vi servono davvero. Infine, stabilire una giornata unica per il bucato significa anche non doverci pensare per tutta la settimana successiva, e questo è davvero un regalo inestimabile.