Salute / Il punto

L'influenza sta circolando già molto in Trentino: sono seicento i bambini malati

Tra i più piccoli l'incidenza più alta per la diffusione del virus: 33 casi ogni mille persone. Maria Grazia Zuccali, direttrice del Dipartimento prevenzione dell'Apss: «È in aumento e il valore raggiunto ha superato le soglie, la curva si sta impennando»

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di Matteo Lunelli

TRENTO. «Ci sono le conferme delle analisi di laboratorio, c'è qualche ricovero, ci sono i dati sull'incidenza: il virus influenzale in Trentino c'è e ha iniziato a circolare».

Così la dottoressa Maria Grazia Zuccali, direttrice del Dipartimento prevenzione. I casi più frequenti sono emersi nella fascia 0-4 anni e poi in quella 5-14: i report nazionali, realizzati grazie al fondamentale contributo dei "medici sentinella", parlano per il Trentino di oltre 33 casi per 1.000 abitanti tra i più piccoli, per un totale di circa 600 bimbi.

Il dato è il più alto a livello nazionale, ma appare abbastanza scontato sia per via del clima sia per il fatto che i 17 medici (3 pediatri e 14 medici di base), che coprono una percentuale di popolazione superiore al 3% - sufficiente per garantire un buon monitoraggio -, stanno compiendo con profitto il lavoro.

«L'incidenza è in aumento e il valore raggiunto ha superato le soglie: insomma, la curva si sta impennando. Si tratta di influenza, ma anche di altri virus respiratori. Il confronto con gli ultimi anni? La curva sta salendo prima e in maniera più netta. Per quanto riguarda il picco, questo varia da stagione a stagione, ma si manifesta con maggiore frequenza tra l'ultima settimana di gennaio e la prima di febbraio».

Se tra i piccoli, anzi tra i piccolissimi, l'influenza e altri virus "simili" stanno imperversando, tra gli adulti i report parlano di dati migliori. Tra i 15 e i 64 anni l'incidenza è di 4,4 casi per mille, mentre tra gli over 65 è poco superiore a 1 caso ogni mille cittadini.

«Sono dati che si possono spiegare con la vaccinazione antinfluenzale», sottolinea Zuccali. Alla dottoressa chiediamo se le "analisi da bar" hanno un qualche fondamento scientifico: ovvero, dopo due anni di mascherine e grandi attenzioni, è possibile che le difese immunitarie si siano abbassate facilitando così l'arrivo di nuovi virus?

«Che le mascherine e le altre precauzioni ci abbiano protetto nei due anni passati è evidente. E l'influenza, di fatto, non c'è stata né nel 2020 né nel 2021. Che il nostro sistema immunitario si sia indebolito, invece, non è vero, anche perché il virus cambia ogni anno. È vero però che nei due anni senza influenza è mancato lo stimolo al nostro sistema: diciamo che la nostra memoria immunologica si è po' dimenticata di certi virus. Ricordiamoci che la vera influenza non è mai banale, non è raffreddore e mal di gola, ma è una malattia importante».

Infine i consigli. «Oltre a vaccinarsi, comprese le donne in gravidanza, che possono proteggere i loro bimbi, anche se può sembrare banale dico di stare a casa se si è malati».

Dal quadro generale a quello più specifico, concentrandoci sulla categoria - al momento - più colpita. Ovvero i bambini.

«Il virus è arrivato prima rispetto al solito - spiega la pediatra Marta Betta, segretaria della Federazione italiana medici pediatri - e il problema in questo momento si chiama bronchiolite. Da metà ottobre le chiamate nei nostri ambulatori sono state tantissime: sindromi influenzali, virus respiratorio sinciziale, qualche polmonite che ci preoccupa. La fascia 0-6 anni è la più colpita, anche perché sono bimbi che vivono in comunità e si passano i vari virus. Parlo al plurale perché a volte ne prendono tre alla volta, si sovrappongono. I numeri? Beh, rispetto al 2020 non c'è storia, perché eravamo tutti chiusi in casa. Oggi i dati Influnet dicono che i casi sono in forte aumento».

La dottoressa Betta sottolinea poi alcuni aspetti importanti. «Un messaggio importante è che l'influenza è un virus e l'antibiotico non è efficace. Poi: ai primi sintomi vanno tenuti a casa, ricordandoci quello che abbiamo imparato con il covid, ovvero che la trasmissione avviene prima di avere 39 di febbre. Infine la vaccinazione: tutti i pediatri hanno aderito e viene fatta gratis in ambulatorio, oppure da qualche collega se la logistica non permette la somministrazione. E quest'anno c'è anche lo spray nasale, anche se qualche bambino mi ha detto che preferisce la puntura perché così poi gli metto il cerotto dell'Era Glaciale...».

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