Giornata del rene, l’importanza della diagnosi precoce: domani Apss in piazza Battisti per le analisi gratuite. Tutto quello che c’è da sapere
Per quanto riguarda la provincia di Trento, al 31 dicembre 2022, i pazienti in terapia dialitica erano 224, di cui 185 in dialisi extracorporea nei centri dialisi degli ospedali trentini e 39 in dialisi peritoneale eseguita a domicilio
TRENTO. Giovedì 9 marzo, in Trentino come in tutto il resto del mondo, si celebra la giornata del rene. Scopo dell’iniziativa è portare in primo piano il tema delle malattie renali. In piazza Cesare Battisti a Trento verranno allestiti due centri mobili dove infermieri e medici dell’Unità operativa di nefrologia e dialisi, con il supporto delle associazioni di volontariato, offriranno dalle ore 8.30 alle ore 13.30 un controllo gratuito dei valori pressori e l’esame delle urine. Chi soffre di un disturbo renale spesso lo ignora, e quando lo scopre è ormai troppo tardi. I reni sono infatti organi che non mostrano i sintomi della malattia finché non risultano irrimediabilmente compromessi. In questi casi, il rischio di sviluppare un’insufficienza renale è elevato e lo è ancora di più quello di sviluppare anche una malattia cardiovascolare invalidante o mortale. Di qui l’iniziativa di sensibilizzare la cittadinanza all’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce di queste patologie.
Chi lo vorrà potrà portare un campione di urine del mattino in un apposito contenitore che sarà analizzato per verificare la presenza di anomalie urinarie, quali la proteinuria e la ematuria. Al termine sarà rilasciato un referto e, in caso si rendessero necessari ulteriori approfondimenti, sarà informato il medico di medicina generale.
I soggetti più a rischio di malattia renale sono gli anziani (abuso di farmaci antidolorifici come causa principale, oltre ad antibiotici) e i pazienti che soffrono di ipertensione o di diabete. Sono queste le categorie che, almeno una volta all’anno, dovrebbero sottoporsi ad accertamenti della funzione renale, per cogliere fin dall’inizio qualsiasi alterazione dei reni. Gli esami da eseguire, peraltro semplici ed economici, sono i test delle urine e dei livelli di creatinina nel sangue e il monitoraggio dei valori pressori.
Per quanto riguarda la diffusione delle malattie renali, i risultati di alcuni studi eseguiti in Italia su dati dei medici di medicina generale risultano conformi a quelli internazionali, e attestano che sono circa 5 milioni i soggetti che presentano una ridotta funzionalità dei reni e rischiano complicanze cardiovascolari, dialisi e trapianto.
Quando un paziente con malattia renale raggiunge la fase molto avanzata della malattia, ha davanti due strade: la dialisi o il trapianto di rene. Dal 2000 a oggi gli italiani dializzati sono passati da 37mila a 45mila, quelli che hanno subito un trapianto di rene da circa 9 mila a oltre 26mila. Da una recente analisi estesa all’intero Nord-Est, l’incidenza di nuovi pazienti per anno avviati al trattamento dialitico in provincia di Trento è risultata peraltro inferiore rispetto al Friuli e all’Alto Adige.
Per quanto riguarda la provincia di Trento, al 31 dicembre 2022, i pazienti in terapia dialitica erano 224, di cui 185 in dialisi extracorporea nei centri dialisi degli ospedali trentini e 39 in dialisi peritoneale eseguita a domicilio. È questa una modalità di cura su cui la provincia di Trento ha puntato molto perché risulta per il paziente molto meno gravosa della dialisi ospedaliera oltre a consentire un significativo risparmio di risorse pubbliche. Il trattamento dialitico peritoneale si esegue di notte, per mezzo di un’apparecchiatura miniaturizzata, silenziosa e di facile uso, quindi senza interferire con le normali occupazioni quotidiane. Ma è di sollievo anche per i pazienti delle case di riposo, che possono così evitare gli spostamenti tra Rsa e ospedale.
In generale il numero dei pazienti dializzati a livello provinciale si è ridotto negli ultimi anni anche perché sono aumentati i trapianti di rene eseguiti a Verona, un incremento reso possibile dal numero di donazioni di organo effettuate all’ospedale Santa Chiara di Trento. Un segno inequivocabile di tangibile generosità e solidarietà da parte della popolazione trentina. Un grazie va alle famiglie che hanno concesso, in un momento di così grande difficoltà emotiva quale la morte di un familiare, il prelievo di organi per permettere a pazienti in dialisi di poter affrontare una nuova vita. Nel corso del periodo 2008-2022 si sono avuti 210 donatori in coma irreversibile che hanno donato 413 reni.
Negli ultimi 15 anni – da gennaio 2008 a dicembre 2022 – sono stati eseguiti a Verona ben 259 interventi di trapianto di rene, che hanno portato a 324 il numero complessivo di pazienti trentini trapiantati. Un dato che fa di Trento l’unica provincia in Italia in cui i trapiantati sono più dei dializzati (324 contro 224). In termini di percentuale significa che il 58 per cento dei pazienti è trattato con il trapianto di rene, che è la terapia “golden standard” secondo gli indirizzi internazionali. Nel resto d’Italia la percentuale è ferma al 36 per cento.
Un risultato che si è potuto ottenere grazie al lavoro di numerose professionalità, quali neurochirurghi, rianimatori, nefrologi, chirurghi, coordinamento trapianti e tutto il personale infermieristico delle unità operative coinvolte. Un successo che evidenzia la elevata professionalità di tutta la sanità trentina.
Un contributo significativo è venuto anche dal personale dell’Ambulatorio trapianti di rene, che ha dato impulso all’attività del trapianto da vivente. Una modalità di intervento impegnativa che comporta lo studio sia del ricevente sia del donatore. Negli ultimi 15 anni sono stati ben quaranta i pazienti che hanno ricevuto il dono di un rene da parte di un familiare.