Ricoveri programmati pre Covid: 6 su 10 non sono stati recuperati, bene invece gli screening
Luci ed ombre sui dati trentini riferiti al 2022 dall’analisi di Gimbe: indietro con le operazioni. Luca Zeni: «Non va tutto bene come dice la Provincia, certi servizi devono essere garantiti a tutti». Per la chirurgia siamo solo al 44% della “ripresa”, a fronte del 66% nazionale (92% in Piemonte)
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TRENTO. Gli anni di pandemia, si sa, hanno messo in ginocchio la sanità in tutta Italia. Negli ospedali la priorità era quella di curare le tantissime persone che arrivavano con i problemi - spesso respiratori, ma non solo - legati al virus, mentre le operazioni e i ricoveri programmati e le attività di screening erano di fanno interrotte.
Ora (i dati si riferiscono al 2022) la Fondazione Gimbe ha calcolato quanto è stato recuperato dalle singole regioni o province. E il Trentino ha ottenuto risultati a due facce: molto bene per il recupero degli screening oncologici, meno bene per quanto riguarda i ricoveri chirurgici programmati. Partiamo dagli aspetti negativi, perché, si sa, l'obiettivo deve essere sempre quello di migliorare nei settori in cui si va male. I numeri di Gimbe dicono che in Trentino non abbiamo ancora recuperato 6 ricoveri chirurgici programmati su 10 rinviati.
La percentuale, infatti, è del 44%, molto al di sotto della media nazionale del 66% e lontanissima dal 92% del Piemonte primo della classe. Tutta una serie di operazioni, quindi, sono ancora ferme con i pazienti in lista di attesa ormai da mesi per poter entrare in sala. Un altro dato negativo è legato ad un aspetto tecnico, ovvero la percentuale del finanziamento rendicontato rispetto a quello assegnato: il Trentino è tra gli ultimi in Italia, con il 49%. In pratica un finanziamento su due non è stato ancora rendicontato. La media nazionale è invece del 69%, con in testa l'Emilia Romagna - la cui sanità è guidata da una "vecchia conoscenza" del Trentino, l'ex direttore generale Paolo Bordon - con addirittura il 135% (la percentuale è oltre il cento per cento perché sono state stanziate risorse proprie oltre a quelle nazionali).
Dagli aspetti negativi a quelli positivi, che sono legati agli screening oncologici. Sulle performance del Trentino avevamo già riferito nei mesi scorsi, ma ora anche Gimbe certifica che il personale sanitario trentino ha recuperato il 100% sia degli inviti sia delle prestazioni di screening oncologico. Stesso risultato per quanto riguarda il recupero delle prestazioni ambulatoriali.
I dati della Fondazione Gimbe non sono sfuggiti al consigliere provinciale ed ex assessore alla sanità Luca Zeni: «I numeri di Gimbe dicono che il Trentino va molto bene su alcuni screening, ma mostra una percentuale molto bassa sulla rendicontazione dei finanziamenti straordinari stanziati dallo Stato, e preoccupa la bassa percentuale di recupero per gli interventi chirurgici programmati. Mercoledì abbiamo letto comunicati entusiastici della Provincia e dell'assessora Segnana su una sanità trentina nella quale «va tutto bene», Ma anche questi dati confermano le difficoltà che i cittadini vivono per liste di attesa molto lunghe, per le prestazioni specialistiche e per gli interventi chirurgici, in particolare nel delicatissimo settore oncologico. La conseguenza è che chi può permetterselo spesso ricorre al privato, gli altri aspettano, con una diseguaglianza ingiusta. Ci sono servizi, in settori come istruzione e sanità che le istituzioni hanno il dovere etico di garantire a tutti».