Alcol, in Trentino sempre più donne “sballano”: allarme per “binge drinking” e consumo fuori pasto
La relazione del ministero della salute: in provincia si registrano valori superiori alla media nazionale e nel 2021 cinque minori (quattro ragazze e un ragazzo) sono arrivati al pronto soccorso per diagnosi attribuibili all’abuso
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TRENTO. La cultura del vino, ovvero l'amore per la terra e per i suoi frutti, convive con il vizio dell'alcol: è questo il ritratto della nostra provincia che emerge dall'analisi del ministero della Salute dei dati nazionali relativi al consumo di alcol. In Trentino sono superiori alla media italiana almeno tre valori, ossia la percentuale di consumo fuori pasto, il numero di "binge drinker" (coloro che alzano il gomito fino allo sballo) e le donne che bevono birra, aperitivi alcolici e superalcolici.
Nella relazione del ministero al Parlamento in materia di alcol e problemi alcol correlati, presentata le scorse settimane, viene evidenziato che a livello nazionale «negli ultimi dieci anni si continua a registrare la tendenza del progressivo incremento della quota di donne consumatrici di bevande alcoliche che, per il consumo occasionale, passano dal 38,4% al 45,1% e per il consumo fuori pasto passano dal 16 al 21,7%». L'attenzione rimane alta verso i giovani: «I comportamenti a rischio sono particolarmente diffusi nella fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni, con valori più elevati tra i ragazzi, sebbene nel tempo stia aumentando in modo significativo il numero delle ragazze in questa fascia d'età con comportamenti di consumo a rischio». Il nostro territorio non si discosta molto da questa analisi. In Trentino tante consumatrici.
Nella nostra provincia il 79,2% degli uomini e il 60,5% delle donne hanno consumato almeno una bevanda alcolica nel corso del 2021. La percentuale delle trentine che bevono alcol supera la media italiana, ma non presenta una variazione significativa rispetto all'anno precedente. In Trentino è maggiore rispetto alla media nazionale la percentuale di consumatrici di birra (41,1% a fronte del dato nazionale di 37,5%), di aperitivi alcolici (36,5% su 29,2%) e di superalcolici (20,2% su 15,6% di media nazionale).
In aumento del 15,5% le donne che bevono vino (pari al 46%), mentre per quanto riguarda la popolazione maschile è al sotto della media italiana la percentuale di consumatori di amari (33,6% su 42,4% nazionale). Fuori pasto e "binge".Per il consumo fuori pasto superano la media italiana sia i trentini (53,1% su 40,2% del nazionale) che le trentine (33,9% su 21,7%).
Lo stesso discorso vale per il drammatico fenomeno del "binge drinking", letteralmente "l'abbuffata alcolica", ossia il consumo di sei o più bicchieri in una sola occasione con l'obiettivo di sballare: nel nostro territorio le percentuali sono del 6,7% delle femmine (a fronte di una media nazionale di 3,6%) e del 17% dei maschi (9,5% nazionale), con quest'ultimo dato che risulta in calo rispetto all'anno precedente.
Dai dati contenuti nella Relazione arriva anche un allarme: è molto alta, pari al 28%, la percentuale dei maschi che bevono in modalità rischiosa secondo il criterio Iss (Istituto superiore della sanità), a confronto del 20% del dato medio nazionale.
Il monito ad una maggiore attenzione sia da parte degli stessi consumatori che della sanità è contenuto nell'analisi relativa al biennio 2021-2022 della sorveglianza Passi (Progressi delle Aziende sanitarie per la salute in Italia) dell'Istituto superiore di sanità. Viene evidenziato infatti che a livello nazionale «l'attenzione degli operatori sanitari al problema dell'abuso di alcol appare ancora troppo bassa: appena il 7% dei consumatori a "maggior rischio" riferisce di aver ricevuto il consiglio di bere meno».
Alcol, minori al pronto soccorso. Nel 2021 in provincia di Trento sono stati 121 gli accessi al pronto soccorso per diagnosi totalmente attribuibili all'alcol. In 5 casi si trattava di giovanissimi con età inferiore a 17 anni, quattro ragazze e un ragazzo. Per la fascia d'età 18-24 anni, gli accessi sono stati 23 (4 femmine e 19 maschi) e fra i 25 ed i 44 anni si sono contati i ricoveri di 13 donne e 25 uomini. Sono numeri che fanno impressione, trattandosi di persone che presentavano sintomi così gravi da dover ricorrere alla cure mediche, ma si registra un calo rispetto al 2020, quando gli accessi al pronto soccorso furono 138 e, di questi, 9 relativi ai minorenni (5 ragazzi e 4 ragazze).