Più risorse pubbliche per la salute mentale: la petizione di Fedez vola a 300 mila firme, presentata al ministro
Il cantante ha inoltrato al titolare della sanità, Orazio Schillaci, la richiesta di maggiore attenzione e investimenti nel sistema di assistenza psicologica di base
MILANO. Trecentomila firme in tre giorni a dimostrare quanto è sentito in Italia il tema della salute mentale e della conseguente necessità di investimenti nel sistema pubblico di assistenza psicologica.
A lanciare la petizione è stato il noto rapper Fedez: tramite la sua Fondazione ha raccolto firme online per richiamare l’attenzione delle istituzioni. L'assistenza sanitaria primaria, questo uno dei punti focali, deve contemplare anche il supporto psicologico.
Raggiunta rapidamente quota trecentomila adesioni, Fedez ha scritto al ministro della salute, Orazio Schillaci, per chiedere più investimenti da destinare alle strutture che si occupano di salute mentale. Il cantante, inoltre, ha richiesto al ministro un incontro per poter parlare della questione di persona.
“Signor ministro, Le scrivo - si legge nella lettera di accompagnamento inviata da Fede all'esponente del governo - perché ritengo necessario richiamare la sua attenzione sul tema della salute mentale su cui il nostro Paese si distingue per essere fanalino di coda d'Europa, investendo poco più di 60 euro per ogni cittadino.
Come Fondazione Fedez abbiamo lanciato venerdì una petizione on-line per chiedere al governo di inserire in agenda, tra le priorità di questo paese, il tema della salute mentale, un'emergenza vera e propria su cui urgono misure congrue e tempestive. in meno di 48 ore, 300mila persone hanno firmato la petizione e hanno rilanciato un messaggio semplice:
La salute mentale è un diritto di tutti e tutte e tutti e tutte dovrebbero avere la possibilità di prendersi cura del proprio benessere psicologico attraverso il nostro sistema nazionale sanitario. Oggi, purtroppo, il nostro paese dedica il 3,4% della spesa sanitaria al settore della salute mentale (con consistenti disuguaglianze regionali) e fra i trattamenti erogati dai servizi pubblici, le psicoterapie rappresentano soltanto un misero 6%.
Numero bassissimo se si considera la richiesta sempre più crescente di supporto psicologico, testimoniata - tra l'altro - anche dalle richieste avanzate in occasione dell'erogazione del primo bonus psicologo.
Nella petizione chiediamo che vengano stanziati fondi che vadano a sovvenzionare un sistema pubblico che consideri la salute mentale al pari di quella fisica, fornendo una presa in carico globale alle persone che necessitano assistenza. Per fare ciò è necessario pensare concretamente ad un rafforzamento dei servizi del sistema sanitario nazionale attraverso un incremento nell'assunzioni di psicologi - basti pensare al fatto che, attualmente, vi sono solo 3,8 psicologi ogni 100.000 abitanti (con una perdita di 200 unità ogni all'anno). Tale incremento permetterebbe agli psicologi di essere presenti, riuscendo ad intercettare vari tipi di malessere psicologico e ad intervenire precocemente attraverso azioni di prevenzione e non soltanto di cura.
E’ indispensabile, infatti, che il territorio sia dotato di strutture sanitarie, scolastiche e assistenziali che riescano a rispondere adeguatamente ai bisogni della cittadinanza senza la necessità di dover servirsi del settore privato.
Non possiamo e non vogliamo considerare il prendersi cura della propria salute mentale come una possibilità rivolta solo a chi ha risorse economiche da investire.
L'obiettivo della petizione è, pertanto, quello di accendere i riflettori sul tema della salute mentale, su cui il governo deve investire di più al fine di poter invertire una tendenza che rischia di mettere in pericolo la tenuta sociale del nostro Paese e la salute di migliaia di persone.
Ritornando al bonus psicologo, misura utile ad una transizione verso programmi strutturati e inoltre opportuno sottolineare alcune criticità applicative come, ad esempio, il fatto che ad oggi non sono ancora stati varati i decreti attuativi di tale bonus, i quali sono fermi al palo da dicembre scorso.
Sappiamo che il bonus non è la risposta definitiva, ma chiediamo che la legge che lo rende strutturale sia quantomeno resa applicabile: che vengano emanati i decreti attuativi e che il bonus per il 2023 non vada sprecato.
Sappiamo, infine, che le camere stanno lavorando a un testo unico che accorpi varie iniziative legislative relative alla figura dello psicologo di base. Non basta. Servono politiche pubbliche attraverso cui il sistema sanitario nazionale possa finalmente prendere in carico il tema della salute mentale.
Con questa missiva sono, quindi, a richiederle un incontro affinché io possa rappresentarle l'urgenza che è arrivata da centinaia di migliaia di persone che in questi giorni e sempre di più si batteranno perché la salute mentale entri nell’agenda politica di questo Paese.
Sperando di poterla quindi incontrare presto di persona, la ringrazio", conclude Fedez.