Disturbi alimentari, numeri in crescita in Trentino: molte scuole richiedono l'intervento degli esperti
Oggi, venerdì 15 marzo, ricorre la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla. Nella serata di ieri si è svolto l'incontro "Dar voce alla sofferenza" per sensibilizzare al tema: «Dopo il covid un picco di queste patologie, esito di un decennio di una società che ha dato un immagine sbagliata di quello che deve essere il nostro corpo»
LA STORIA Quando il buio della notte ha un nome: è anoressia
TRENTO. Numeri in costante aumento per i disturbi del comportamento alimentare, ormai diffusi, soprattutto nelle fasce più giovani, anche in provincia.
Per riflettere sulle dinamiche della patologia e sull'importanza di un accompagnamento alla cura ieri sera (14 marzo), alla Fondazione Caritro, in occasione della Giornata per la lotta contro i disturbi alimentari (con un giorno in anticipo per la concomitanza con il G7) l'associazione Arca con il patrocinio del Comune di Trento ha dedicato la serata "Dar voce alla sofferenza" per sensibilizzare al tema.
«Molte scuole di Trento e Rovereto - ha ribadito la psicologa Giulia Serati - hanno richiesto l'intervento dell'associazione perché alcuni insegnanti hanno notato disturbi di anoressia. Siamo riusciti ad intervenire per un sostegno alla cura di una patologia che può avere conseguenze anche molto gravi».
Fermo il sostegno del Comune che per l'occasione colorerà nella giornata di oggi la fontana del Nettuno di colore lilla, simbolo della lotta alla malattia: «Dopo il covid - ha affermato Alberto Pedrotti, assessore al welfare - c'è stato un picco di queste patologie, esito di un decennio di una società che ha dato un immagine sbagliata di quello che deve essere il nostro corpo».
Tra i principali disturbi del comportamento alimentare (DCA) l'anoressia nervosa con magrezza, controllo esasperato sul cibo e sul corpo e paura ossessiva di aumentare di peso; la bulimia nervosa in cui la fame diventa un'emozione da spegnere attraverso il ricorso alle abbuffate di cibo e il successivo senso di colpa che porta ad adottare comportamenti riparatori; e infine il binge eating disorder, caratterizzato dalla presenza di ricorrenti episodi di abbuffate.
«La comparsa di queste patologie - ha ribadito Elisa Pichler, biologa nutrizionista - è spesso alimentata da falsi miti come le diete lampo. Non dobbiamo poi dimenticare che questa è una patologia psichiatrica: chiedere aiuto è un atto di grande coraggio».
In aumento negli ultimi anni, inoltre, i casi maschili: «I DCA si pensano tipicamente nelle donne adolescenti - ha affermato la psicoanalista Veronica Cattani - ma anche i ragazzi possono esserne interessati perché vorrebbero essere più muscolosi».
Da non dimenticare nel percorso di cura la presenza e l'importanza del sostegno dei volontari di Arca: «Quando si esce da un colloquio terapeutico ci si trova spesso soli - ha ricordato la volontaria Luisa Dorigatti - Senza un accompagnamento accanto alla cura è difficile arrivare alla guarigione».