In farmacia anche per farsi vaccinare o scegliere il medico di famiglia
Con il Ddl Semplificazioni si profila un cambiamento che accentua il ruolo di presidio sanitario territoriale, anche sul fronte diagnostico. Tiziana Dal Lago, presidente dell'Ordine trentino: per un passo decisivo servirà la possibilità di erogare servizi in convenzione e non a pagamento come si fa oggi
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TRENTO. In farmacia si potrà andare per la somministrazione dei vaccini, la scelta del medico e del pediatra di famiglia, la consegna dei farmaci per l'assistenza domiciliare e anche la telemedicina. Con il Ddl Semplificazioni in discussione ieri in Consiglio dei ministri la "farmacia dei servizi", istituita nel lontano 2009, ora dovrebbe diventare realtà.
Dopo il forte contributo dato dalle farmacie nel periodo Covid durante il quale sono state chiamate ad effettuare centinaia di migliaia di test per la diagnosi del virus, ora torna la volontà di affidare loro maggiori compiti, anche alla luce della diffusione capillare sul territorio di questi presidi sanitari di prossimità e delle difficoltà a far fronte a certe richieste in tempi rapidi.
«Attualmente da noi non vengono somministrati nemmeno i vaccini influenzali» - spiega la dottoressa Tiziana Dal Lago, presidente dell'Ordine dei Farmacisti che ovviamente vede di buon occhio l'allargamento dei servizi che possono essere offerti, ma è anche consapevole che la strada da percorrere è ancora lunga. In Trentino, ad esempio, medici di medicina generale e pediatri possono somministrare i vaccini influenzali ma non gli altri, cosa che invece avviene in altre realtà italiane.
Il testo del Ddl spiega che «la somministrazione presso le farmacie, da parte di farmacisti opportunamente formati a seguito del superamento di specifico corso abilitante e di successivi aggiornamenti annuali, organizzati dall'Istituto superiore di sanità, di vaccini individuati dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale nei confronti dei soggetti di età non inferiore a dodici anni».
Ma non è solo nella campagna vaccinale che le farmacie sono chiamate ad essere maggiormente protagoniste. Tra le novità principali, la possibilità di dispensare per conto delle strutture sanitarie farmaci e dispositivi medici necessari a trattare pazienti in assistenza domiciliare, residenziale e semiresidenziale. Nonché, come si legge all'articolo 23 del Ddl la possibilità di eseguire test diagnostici, "in aree, locali o strutture anche esterne, dotate di apprestamenti idonei sotto il profilo igienico-sanitario e atti a garantire la riservatezza". Aree che dovranno ricevere l'autorizzazione da parte della Asl territorialmente competente.
D'ora in poi il farmacista potrà affiancare il medico o il pediatra di famiglia nell'eseguire i test diagnostici per il contrasto all'antibiotico-resistenza dando quindi un forte contributo all'appropriatezza prescrittiva. E poi in farmacia sbarca anche la telemedicina, che il professionista potrà usare "nei limiti delle proprie competenze professionali".
Per la dottoressa Dal Lago il passo avanti deriverà, quando sarà attuata, dalla possibilità di erogare servizi in convenzione con il servizio sanitario nazionale e non a pagamento come oggi accade. Intanto per le farmacie persiste il problema del personale.
«Al momento tutte riescono a garantire le aperture, ma sicuramente servirebbero più farmacisti, almeno uno per ogni farmacia in media».
Ma le farmacie guardano anche oltre la cura, oltre i farmaci. «Puntiamo anche a fare prevenzione e fornire informazioni per garantire il benessere delle persone». Farmacisti, dunque, che vogliono essere per gli utenti non solo fornitori di medicine e servizi, ma anche punti di riferimento per diffondere il più possibile informazioni sui corretti stili di vita.