Salute / Emergenza

Allarme all'ospedale di Verona: torna il batterio killer dei neonati, fa chiudere precauzionalmente il reparto

Tre nuovi casi sospetti, sigillata Terapia intensiva neonatale: nel 2020 ci furono vittime e danni gravi per l’epidemia, e il batterio fu trovato nei rubinetti

VERONA. Allarme nelle corsie dell’ospedale Borgo Trento di Verona: sono in corso analisi sul batterio che sarebbe stato trovato all'interno del Reparto maternità, i cui risultati potrebbero essere disponibili entro domani, martedì 7 maggio. A questo scopo, come riporta il quotidiano l'Arena di Verona, la direzione medica dell'Azienda ospedaliera ha deciso a scopo precauzionale di bloccare i ricoveri in terapia intensiva neonatale. 

L’allarme è partito dopo i casi di tre bambini risultati positivi allo screening nei giorni scorsi,  ma che non hanno sviluppato patologie potenzialmente mortali. L’allarme è giustificato dal fatto che lo stesso ospedale, nel giugno del 2020, fu sede di una serie di contagi gravi tanto che il reparto maternità venne chiuso e successivamente bonificato dopo la scoperta del Citrobacter che si era annidato nei rubinetti, provocando la morte e le lesioni di alcuni neonati.

Per il professor Ercole Concia, già direttore dell'Unità di malattie infettive dell'Aoui, «il quadro è molto preoccupante. Se confermeranno che è Citrobacter vuol dire che la vera sorgente non è mai stata identificata e allora bisogna smantellare il reparto letteralmente perché non si può mettere a rischio la vita dei neonati».

Al genere Citrobacter appartengono batteri che si possono trovare ovunque nell’ambiente (ubiquitari), incluse le acque, e negli alimenti. Sono, inoltre, un normale componente della flora batterica intestinale. Possono causare infezioni in persone deboli quali neonati, anziani e individui immunocompromessi. In questi soggetti possono causare infezioni del tratto urinario, delle vie respiratorie, delle ferite, delle ossa, del peritoneo, dell’endocardio, meningite e sepsi. Le tre specie principali che causano infezioni gravi nell’uomo sono C. freundii, C. koseri e C. braakii. La maggior parte di queste infezioni sono acquisite in ospedale (infezioni nosocomiali), tuttavia, data la diffusione del batterio, ci si può infettare anche al di fuori dell’ospedale. 

Le più frequenti modalità di trasmissione sono: attraverso l’ingestione di alimenti contaminati, da madre al figlio durante il parto, contatto diretto da persona a persona, contatto con superfici o oggetti contaminati. In ambito ospedaliero la trasmissione può avvenire anche tramite: contatto con gli operatori sanitari, soprattutto attraverso le mani se non correttamente lavate e disinfettate, contatto indiretto mediante oggetti o superfici contaminati (sia strumenti diagnostici che oggetti e superfici comuni).

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