Salute / Il caso

Influenza aviaria: la Ue si organizza per il vaccino, l'Italia si dissocia: polemiche

Roma non partecipa all'acquisto dell'unico preparato al momento autorizzato e disponibile, che le autorità sanitarie di altri 15 Paesi intendono destinare alle persone più esposte (lavoratori di allevamenti avicoli e veterinari), per prevenire malattie e rischi di pandemia. Il professor Rezza: non è lungimirante restare fuori da questo piano comune

AZIONE Ue, maxi contratto per il vaccino contro l'influenza aviaria
ALLARME Casi di influenza aviaria su bambini in India e in Australia

ROMA. Un maxi contratto con la società farmaceutica inglese Seqirus per la fornitura di 665mila dosi di vaccino a uso umano contro la trasmissione del virus A-H5N1resposnabile dell'influenza aviaria, destinate alle persone più esposte al rischio di trasmissione, in primo luogo chi lavora in allevamenti avicoli e i veterinari.

A firmarlo è stata l'autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (Hera) della Commissione europea e all'accordo partecipano 15 Paesi.

L'Italia, però, non è tra questi: "Una decisione poco lungimirante", commenta Gianni Rezza, professore di Igiene all'Università San Raffaele di Milano e già direttore della Prevenzione al ministero della Salute. Il contratto, che ha la durata di 4 anni, prevede la possibilità che vengano forniti altri 40 milioni di dosi.

Anche altre voci si sono levate dalla comunità scientifica, riportate oggi dai media, per criticare la scelta italiana di non aderire alla campagna di vaccinazioni delle persone più a rischio.

Lo spettro è anche in questo caso il salto di specie e il pericolo rappresentato dalla possibilità che il virus diventi trasmissibile anche da persona a persona.

Hera ha firmato a nome degli Stati membri partecipanti il contratto quadro congiunto: il vaccino - destinato ai soggetti più esposti al potenziale trasferimento dell'influenza aviaria - ha lo scopo di prevenire la diffusione di potenziali focolai in Europa proteggendo i cittadini e i mezzi di sussistenza.

Quello di Seqirus è l'unico vaccino preventivo contro l'influenza aviaria attualmente autorizzato nell'Ue. Il contratto consente a ciascun Paese partecipante di tenere conto del proprio contesto di salute pubblica e di ordinare i vaccini in base alle proprie esigenze. I 15 Paesi che hanno firmato l'accordo congiunto per la fornitura dei vaccini sono Danimarca, Lettonia, Francia, Cipro, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Austria, Portogallo, Slovenia, Finlandia, Grecia, Irlanda, Islanda e Norvegia.

L'appalto congiunto offre agli Stati membri una capacità aggiuntiva di acquistare i vaccini, ma i Paesi restano ovviamente liberi di acquistare i vaccini attraverso le proprie procedure nazionali indipendentemente dalla partecipazione all'appalto. 

"È poco lungimirante - afferma Rezza - la non partecipazione dell'Italia al gruppo di 15 Paesi che avranno le forniture del vaccino Anche se al momento non c'è infatti una situazione di allarme, c'è tuttavia una condizione di allerta. Inoltre, se ci sono dei lavoratori che sono esposti professionalmente al rischio aviaria, come allevatori e veterinari, perchè non fare loro la vaccinazione se c'è la possibilità di avere delle dosi?".

"Non so perché l'Italia non rientri tra i 15 paesi - prosegue - ma qualora ci fosse ancora la possibilità, converrebbe che il nostro Paese partecipasse, sarebbe il tempo di farlo. Anche se magari con un numero limitato di dosi, conviene sempre assicurarsi un certo numero di vaccini".

Quanto alla possibilità che i Paesi procedano comunque all'acquisto del vaccino con procedure nazionali, "ciò è vero - rileva - ma implica che ci sia innanzitutto la disponibilità del vaccino, e inoltre si potrebbe pagare di più per le dosi rispetto al costo europeo.

Dunque, sarebbe utile che anche noi, come altri Paesi, avessimo la disponibilità anche di questo vaccino. Spero ci sia tempo e modo di rientrare nel gruppo".

In realtà, ricorda l'esperto, "l'Italia, già un paio di anni fa, ha opzionato il vaccino prepandemico di Gsk contro il virus H5n1 dell'influenza aviaria. Si tratta di un vaccino prepandemico che potrebbe essere utilizzato qualora si verificasse un'epidemia, magari cambiandone leggermente la composizione sulla base del ceppo emergente. Questo è quindi un vaccino pandemico vero e proprio.

L'opzione effettuata implica che, qualora si dovesse verificare un'epidemia, l'Italia ha già pagato anticipatamente per avere dopo la disponibilità del vaccino, quando necessario".

Il vaccino di Seqirus è sempre contro il virus H5n1 ma, conclude Rezza, "è stato autorizzato per poter essere utilizzato già da ora per le categorie a rischio di esposizione".

I casi di influenza aviaria negli esseri umani possono causare da lievi disturbi a malattie più gravi e letali. Le persone malate sono state infettate da animali, mentre non c'è evidenza al momento della trasmissione interumana del virus.

Dal 2003 al 2024, sono stati segnalati all'Oms da 24 paesi 891 casi di infezioni umane da virus A-H5N1, inclusi 463 decessi. In Italia non si registrano, ad oggi, infezioni umane.

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