L'appello dei panificatori: «il pane trentino sia tutto trentino», ma Agri 90 riduce la produzione di frumento
L’Associazione, all’unanimità, rilancia l’appello a creare una filiera a «kilometro zero», ma la materia prima rischia di scarseggiare
TRENTO. All’unanimità i panificatori trentini, riuniti ieri sera nel direttivo dell’Associazione panificatori della Provincia di Trento, chiedono un’accelerazione ed un protocollo condiviso per la “filiera del pane trentino”, un prodotto artigianale di qualità, interamente prodotto in Trentino con ingredienti a km 0, che - soprattutto in un’epoca in cui la “transizione green” è una direzione internazionale - rappresenta un’occasione di sviluppo per tutti i soggetti posti lungo la catena di produzione e vendita: dall’agricoltura alla panificazione, dal commercio al turismo.
«In questi anni - spiega il presidente dell’associazione Emanuele Bonafini - più volte abbiamo riaffermato, anche in varie sedi istituzionali provinciali, che è indispensabile e necessario, vista la delicata contingenza economica che stiamo attraversando, creare una “Filiera della panificazione”: un percorso che, partendo dalla coltura del frumento e dei cereali, arrivi al consumatore con prodotti da forno autoctoni e a chilometro zero. Da sempre sproniamo i vari attori coinvolti verso un progetto di valorizzazione del nostro territorio alpino, tramite la reintroduzione della coltivazione del frumento nelle nostre valli e l’utilizzo della farina a km zero. A tal fine abbiamo realizzato e promosso, anche attraverso un sempre più crescente numero di manifestazioni, iniziative di promozione e la realizzazione di canali digitali appositamente dedicati, la ricetta del Pantrentino, un pane dal gusto e dai profumi intensi, una ricetta elaborata dai Maestri Panificatori trentini per un prodotto realizzato con la farina di grano trentino, naturale e caratteristico del nostro territorio rurale e montano».
«Chiediamo alle cooperative agricole, e nello specifico ad Agri 90, prezzi di mercato coerenti e concorrenziali, la sottoscrizione di un accordo di collaborazione ed una certificazione di prodotto che testimoni l’origine delle produzioni cerealicole finalizzata all’ottenimento del Marchio Qualità Trentino».
Le preoccupazioni dell’associazione derivano in particolare dalla decisione della cooperativa Agri90 di ridurre drasticamente - e unilateralmente - la produzione di frumento: senza materia prima l’intera filiera non si può sviluppare e ampliare. La produzione della cooperativa, ridotta a poco più di 400 quintali annui, non soddisfa infatti neppure lontanamente il fabbisogno giornaliero di tutti i panifici trentini.
L’appello è stato inviato tramite una lettera agli assessorati provinciali competenti, ovvero a Roberto Failoni, artigianato, commercio, turismo, foreste, caccia e pesca, Giulia Zanotelli per agricoltura, promozione dei prodotti trentini, ambiente, difesa idrogeologica e enti locali, Mario Tonina, per salute, politiche sociali e cooperazione, nonché al presidente della cooperativa agricola Agri90 di Storo.
«Manifestiamo e confermiamo - conclude Bonafini - la necessità di un confronto che veda coinvolte tutte le parti interessate per la realizzazione di un progetto di rilancio dell’intera filiera di produzione del pane e dei prodotti affini. Si tratta di un’azione di sistema con risvolti positivi trasversali a più settori: benefici economici diretti ma anche riscontri positivi in termine di immagine, che si traducono in una crescita del “valore” turistico di tutto il Trentino. Ecco perché occorre un richiamo alla responsabilità collettiva ed alla collaborazione concreta dei molti soggetti coinvolti».