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Fecondazione assistiti, in Trentino una crescita costante: ecco tutti i dati

Tra le donne che hanno partorito nel 2023, 172 hanno fatto ricorso a queste tecniche, pari il 4,7% del totale: ecco i dati contenuti nel rapporto annuale elaborato dal Centro di Arco

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TRENTO. Tra le donne che hanno partorito in Trentino nel 2023, 172 hanno fatto ricorso a tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (Pma) che incidono per il 4,7% sul totale delle partorienti. In totale tra le persone che si sono rivolte alla Pma di Arco, le gravidanze portate a termine grazie all'aiuto delle tecniche di fecondazione assistita sono state 192, di cui 12 gemellari.

Questi i dati contenuti nel rapporto annuale sulla Natalità che al Centro di Arco dedica una speciale sezione. «Nel 2023 abbiamo accettato 580 coppie, numero in media con gli ultimi anni e il doppio rispetto al 2016 - spiega il primario Arne Luehwink - Purtroppo la lista d'attesa cresce lentamente sempre di più perché con le risorse a disposizione non possiamo accettare un numero maggiore di coppie. A questo si aggiunge il fatto che, visto che anche l'età in cui le donne decidono di fare un figlio aumenta, le procedure non sempre danno i risultati sperati».

Ad Arco, però, stanno portando avanti due progetti per cercare di rispondere a questo bisogno crescente di donne che o per motivi di salute, o spesso per ragioni di lavoro e studio, hanno posticipato negli anni la decisione di diventare mamme.«C'è un progetto di potenziamento del Centro che dovrebbe essere approvato entro fine anno e consentirà, grazie ad un aumento del personale, di implementare i numeri. Dall'altra però stiamo lavorando sulla prevenzione.

Abbiamo incontrato il personale sanitario dell'ospedale di Trento, di Arco, Cles, il 27 settembre saremo a Cavalese e il 22 novembre a Rovereto. Si tratta di un'attività di formazione di tre ore per sensibilizzare sul problema della fertilità e soprattutto sul fatto che questa decresce più di quanto si pensi con l'età. In questo caso prevenire è meglio che curare. Poi naturalmente illustriamo cosa facciamo al Centro di Arco, le tecniche di fecondazione, la preservazione della fertilità in caso di malattie e anche la possibilità di social freezing (crioconservazione degli ovociti per un utilizzo futuro proprio, ndr). Il problema è che spesso le donne vengono da noi tardi, poi ci sono le liste d'attesa e non sempre quindi i risultati sono quelli sperati».

L'orologio biologico - è noto - difficilmente fa sconti. «La fertilità femminile umana naturalmente comincia a decrescere a 28 anni - dice il primario - e quindi i figli sarebbe opportuno concepirli prima dei 30 anni. Fino a 35 anni funziona tutto ancora abbastanza bene. Da 35 anni in poi il principale fattore che comporta infertilità è l'età e su questo possiamo fare poco. Quando ci sono casi di ipofertilità naturale età-correlata le nostre armi sono meno potenti».

Il progresso tecnologico degli ultimi anni nella PMA, che ha portato ad aumentare il successo delle tecniche, è stato parzialmente vanificato dall'aumento dell'età delle pazienti.

«Noi stiamo rinnovando alcune attrezzature visto che alcune sono qui dall'apertura del centro, siamo felici perché da qualche tempo facciamo formazione agli specializzandi dell'Università di Verona, ma le donne non devono aspettare troppo, anche se noi facciamo di tutto per risolvere i problemi. Le coppie che cercano un figlio sono preziose per la società, hanno diritto di essere aiutate».

Attualmente, secondo i dati provinciali, l'età media al parto delle mamme in Trentino è di 32,2 anni, più alta per le italiane rispetto alle straniere anche se il differenziale si sta riducendo nel tempo.Per quanto riguarda le inseminazioni di primo livello IUI omologa (deposizione del seme maschile, opportunamente trattato, nell'apparato genitale femminile)nel 2023 sono state 161 e le gravidanze 19 (11,8% di successo).

Per quanto riguarda le tecniche di secondo livello a fresco (cioè con embrioni non congelati), il numero di gravidanze - stando ai dati del centro - cala con l'aumentare dell'età.

Su donne che avevano meno di 35 anni sono stati effettuati 84 cicli e le gravidanze sono state 25 (il 29,8%). Percentuale analoga anche tra i 35 e i 39 anni con 135 cicli e 39 gravidanze (28.9%). Il crollo dei successi arriva dopo i 40 anni. Su 59 cicli ci sono state 8 gravidanze (13,6%).

Relativamente ad eventuali complicanze, nel corso dei 1.156 cicli iniziati di stimolazione per I, II e III livello non si sono verificati eventi avversi gravi.

Nel campo della procreazione medicalmente assistita eterologa si sono ottenute, nelle coppie per le quali è stata utilizzata la donazione di solo ovociti, 31 gravidanze. 15 gravidanze si sono registrate da embrioni ottenuti da donazione di seme su 30 trasferimenti con un 50% di gravidanze; infine 5 gravidanze su 13 trasferimenti embrionari si sono ottenuti da doppia donazione di seme e ovociti scongelati con una percentuale di gravidanze pari al 38,5%.

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