Salute / Il tema

In Trentino nel 2023 spesi 273 milioni di euro in farmaci

Si tratta in media di poco meno di 330 euro a testa, un dato inferiore a quello nazionale. Il 67,1% degli assistiti dell'Apss ha ricevuto almeno una prescrizione. Nelle Regioni del nord è superiore il consumo di medicine equivalenti è superiore alla media nazionale

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di Matteo Lunelli

TRENTO - La spesa farmaceutica totale nel 2023 in Trentino è stata di 273 milioni di euro. A livello pro capite stiamo parlando di poco meno di 330 euro a testa (326,2), con il 67,1% degli assistiti che ha ricevuto almeno una prescrizione. Quindi l'anno scorso nella nostra provincia sono state consumate in media, in regime di assistenza convenzionata, 1.075,8 dosi per mille abitanti ogni giorno (in crescita dell'1%).

Della spesa totale praticamente la metà (125 milioni di euro, 45,8%) riguarda le strutture pubbliche, mentre circa il trenta per cento (28,2%, ovvero 77 milioni) riguarda i farmaci di classe A e C rimborsati dal servizio sanitario nazionale.

Ancora: 31 milioni (11,4%) riguardano le farmacie, mentre i restanti 9 milioni (3,4%) riguardano i farmaci classe A in regime privato.

I dati emergono dal Rapporto OsMed 2023 sull'uso dei medicinali in Italia, redatto dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e presentato ieri a Roma. Nell'ampio studio il Trentino emerge per un dato, ovvero il ricorso agli equivalenti. Più nel dettaglio: «Il valore maggiore si è registrato nella provincia di Trento (50,4%), mentre quello più basso in Basilicata (21,6%).

Nel ricorso ai farmaci a brevetto scaduto, è evidente la profonda eterogeneità regionale sia in termini di spesa, che di consumo. La composizione della spesa farmaceutica convenzionata evidenzia come Calabria, Campania, Sicilia e Basilicata mostrino un minor ricorso agli equivalenti (19-21%), contrariamente al Trentino e alla Lombardia per le quali si registrano i valori più alti (44% e 43% rispettivamente).

Nelle Regioni del nord il consumo di equivalenti è superiore alla media nazionale, con un valore del 45%. Al centro e al sud e isole prevale invece il consumo del farmaco ex originator rispettivamente con il 66% e il 75%, mentre Trento mostra un consumo paritario tra ex originator ed equivalente (50%)».

Restando nel nostro territorio, l'analisi che riguarda «la variabilità regionale per quantità e costo medio Ddd (dose media giornaliera in un paziente adulto) dei farmaci erogati in distribuzione diretta e in nome e per conto, l'Emilia Romagna rimane la regione con il maggior consumo di medicinali a minor costo, sebbene il Trentino presenti un costo per giornata di terapia inferiore, ma con consumi significativamente più bassi».

Tra i singoli farmaci, uno degli incrementi maggiori in Trentino si è registrato per i contraccettivi: dal 2016 al 2023, anche a livello nazionale, si è assistito ad un lento ma costante incremento dell'utilizzo della contraccezione farmacologica. Nella nostra provincia le dosi per mille abitanti al giorno sono passata da 150,1 di otto anni fa a 193,7 dello scorso anno. In calo, invece, i farmaci per la disfunzione erettile: se in Italia la crescita è stata del 56% in otto anni, con una variazione media annua di quasi il 6%, qui tra le Dolomiti negli ultimi otto anni c'è stato un calo del 4,1% delle dosi per persona. In crescita, invece, le dosi ogni mille abitanti degli antibiotici: +7,1%, più alta della media nazionale che si è fermata al 6,4%. Infine uno sguardo ai dati nazionali. L'anno scorso in Italia sono stati spesi 36,2 miliardi per i farmaci, di cui il 68,7% rimborsato dal servizio sanitario nazionale.

La spesa territoriale pubblica, comprensiva di quella convenzionata e in distribuzione diretta e "per conto", è stata di 12 miliardi e 998 milioni, con un aumento rispetto all'anno precedente del 3%.

La spesa per compartecipazione a carico del cittadino è stata invece pari a 1 miliardo e 481 milioni, circa 25 euro pro-capite, dato in calo dell'1,3% dovuto alla riduzione del 2,5% del differenziale di prezzo rispetto al generico dovuto da chi acquista invece il farmaco "originator". Aumenta invece dell'1,7% la spesa per i ticket sulla ricetta o la confezione. La spesa per i farmaci acquistati dalle strutture pubbliche è stata pari a 16,2 miliardi di euro e ha registrato una crescita dell'8,4% rispetto al 2022. Nel 2023 in Italia ogni giorno sono state consumate complessivamente 1.899 dosi di medicinali ogni 1000 abitanti, il 69,7% delle quali erogate a carico del Ssn e il restante 30,3% acquistate direttamente dal cittadino.

Per quanto riguarda uno dei temi più importanti a livello mondiale nel campo dei farmaci, la diffusione dei batteri resistenti agli antimicrobici - indicata dall'OMS come una delle grandi emergenze sanitarie che nel 2050 potrebbe provocare oltre 39 milioni di morti nel mondo - resta un problema che riguarda da vicino l'Italia, che ha la maggiore resistenza riscontrata in Europa (con 200mila pazienti l'anno colpiti da batteri resistenti), che causa 11mila vittime.

Per questo desta preoccupazione la ripresa, a partire dal 2022, del consumo di antibiotici nel nostro Paese, aumentato del 6,4% nel 2023 rispetto all'anno precedente. Infine a livello nazionale si è registrato un aumento di spesa del 7,6% degli antidiabetici: «Scendendo nel dettaglio si vede che a impennarsi sono in particolare due sottogruppi di farmaci in grado di ridurre in modo significativo il peso corporeo: gli analoghi del Glp-1 che registrano un aumento di spesa del 17,9% e dei consumi del 26,4%, con la sola semaglutide a impennarsi rispettivamente di +52,3 e +75,9%».

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