Salute / Prevenzione

In Trentino ogni anno 700 morti evitabili: le cinque regole che allungano la vita

L'Azienda sanitaria lancia una campagna contro le malattie cardiovascolari: «Se non si cambiano gli stili di vita, il sistema sanitario non regge». Due appuntamenti per sensibilizzare e informare: il primo venerdì pomeriggio all’ospedale di Rovereto e il secondo sabato mattina al Santa Chiara di Trento

di Patrizia Todesco

TRENTO - Ogni anno in Trentino muoiono circa 5 mila persone e 700 decessi entro i 75 anni sarebbero potenzialmente evitabili. Come? La metà di queste persone si potrebbe salvare seguendo corretti stili di vita.

La campagna di prevenzione contro le malattie cardiovascolari lanciata dall'Azienda sanitaria («La prevenzione ci sta A cuore») punta a sensibilizzare la popolazione sull'importanza dei sani stili di vita, in particolare al rispetto della regola delle 5 A (alimentazione equilibrata, attività fisica, attenzione ai fattori di rischio, assumi la terapia quando indicato, attivati nel modo giusto, ossia chiama il 112 se hai un dolore al petto).

Prevenzione è dunque la parola d'ordine. «Per vivere meglio e più a lungo - dice l'assessore alla salute Mario Tonina - ma anche perché se non si farà prevenzione si arriverà al punto che anche la sanità trentina non riuscirà a curare tutti».

L'invito, dunque, è ad assumersi le proprie responsabilità, per vivere in salute ma anche per pesare meno in termini di costi sulla collettività. È stato il primario di cardiologia del S. Chiara, nonché capo del dipartimento dell'area clinica, Roberto Bonmassari a illustrare i vantaggi della prevenzione nell'ambito delle patologie cardiovascolari che ogni giorno uccidono nel mondo 66 mila persone.

«L'allungamento della vita media di 7 anni negli ultimi 30 anni è dovuto in gran parte ai trattamenti delle malattie cardiovascolari, soprattutto dell'infarto miocardico acuto. Ma anche se i progressi della medicina e delle tecniche chirurgiche hanno fatto passi da gigante, il maggior vantaggio è comunque sempre derivato dalla prevenzione», ha specificato. Per questo è importante seguire le regole.

«A distanza di un anno dall'evento acuto noi accertiamo che nei pazienti c'è un calo di attenzione sull'assunzione dei farmaci. Questo fa riemerge i fattori di rischio perché i farmaci non hanno solo un effetto curativo ma anche preventivo. Inoltre è importante, quando appare un dolore toracico, chiamare il 112. L'infarto miocardico acuto uccide un quarto dei colpiti prima che arrivino in ospedale e la quota è rimasta stabile negli anni. La sopravvivenza di coloro che arrivano vivi all'ospedale è invece aumentata negli anni ed ora la mortalità è inferiore al 5%».

Aggiunge Laura Ferrari, responsabile del Servizio promozione ed educazione alla salute: «Fare prevenzione significa andare ad intervenire sui fattori di rischio "comportamentali", che accomunano le quattro patologie più frequenti e con maggior impatto in termini di malattia, disabilità e morte: malattie cardiovascolari, tumori, diabete e malattie respiratorie».

Per approfondire l'argomento e parlare di prevenzione e progressi per le patologie cardiovascolari ci sono due appuntamenti.

Venerdì 14 febbraio alle 16 nell'Aula magna dell'ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto ci sarà un incontro aperto alla cittadinanza dedicato al «Progetto di prevenzione cardiovascolare globale in Trentino» mentre sabato 15 febbraio alle 8.30 all'Auditorium dell'ospedale S. Chiara è previsto il convegno «Progressi per la patologie cardiovascolari in Trentino». Si parlerà di attività per i pazienti ambulatoriali e nella seconda parte della mattinata l'attenzione sarà puntata sulle varie attività per i pazienti ospedalizzati.

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