De Paola: «Speriamo in un ripescaggio»
Il miracolo non è avvenuto a Montichiari, anzi, il Trento è uscito sconfitto dal «Romeo Menti» per 4 a 1 e ha dovuto dire addio alla serie D. Negli ultimi sei anni è la terza retrocessione per gli aquilotti, rientrati poi al primo tentativo in Eccellenza, vincendo il campionato o transitando dai playoff (come la passata stagione quando l'Eccellenza la vinse la Fersina). Al tecnico gialloblù Luciano De Paola, non è riuscita l'impresa di salvare il Trento
Il miracolo non è avvenuto a Montichiari, anzi, il Trento è uscito sconfitto dal «Romeo Menti» per 4 a 1 e ha dovuto dire addio alla serie D. Negli ultimi sei anni è la terza retrocessione per gli aquilotti, rientrati poi al primo tentativo in Eccellenza, vincendo il campionato o transitando dai playoff (come la passata stagione quando l'Eccellenza la vinse la Fersina). Al tecnico gialloblù Luciano De Paola, non è riuscita l'impresa di salvare il Trento, nonostante la sua convinzione, dettata anche dalla precedente esperienza con il Seregno, team lombardo con il quale si salvò all'ultima giornata. Analogo epilogo sperava per il Trento visto che più volte ripeteva la frase, quasi come un mantra: «Se ci salviamo, lo faremo all'ultimo minuto dei playout».
Non è andata così ma bisogna dare atto che gli aquilotti ci hanno almeno provato se è vero che dall'arrivo di De Paola sono passati dall'ultimo posto al terz'ultimo.
«Questi giocatori - spiega il tecnico calabrese - sul campo hanno fatto 31 punti, poi ce ne sono stati tolti quattro. Siamo stati in pista fino alla fine, e tutte queste vicissitudini avrebbero steso anche un toro. Posso dire che i ragazzi sono stati professionisti fino in fondo certo - ammette De Paola - qualche volta abbiamo disputato delle brutte partite ma abbiamo sempre lottato fino alla fine».
A Montichiari non è andata come volevate?
«Domenica speravamo di fare meglio ma senza Diana, De Zerbi e me in panchina le cose non erano facili. Siamo partiti abbastanza bene poi dopo il gol subìto e i due rigori sbagliati ci siamo sciolti».
Due penalty sbagliati nel giro di pochissimi minuti sono un altro record negativo del Trento?
«Se ci fossi stato io in panchina, i rigori li avrebbe tirati Aquaro che evidentemente non se l'è sentita però un attaccante che ha segnato 15 gol dovrebbe anche prendersi la responsabilità di batterli. Capisco se si fosse a San Siro davanti a migliaia di spettatori, ma non a Montichiari con poche persone».
Campionato ormai finito, domenica si giocherà più per tenersi il San Giorgio alle spalle?
«Sì, cercheremo di arrivare terz'ultimi e sperare nel ripescaggio. Credo ci siano delle possibilità, stando alle voci di corridoio, ci sono società, anche nel nostro girone, che fanno fatica e non s'iscriveranno al prossimo campionato. Ripeto, la città di Trento si merita il calcio vero».
Parlando di futuro, Lei rimarrebbe anche il prossimo anno?
«Dipende da tante cose. La piazza mi stuzzica e mi piacerebbe allenare il Trento in serie D partendo da inizio stagione, costruendo una squadra con giocatori di categoria e giovani importanti. Però - sottolinea De Paola - le cose devono essere fatte bene a tutti i livelli: dirigenza, staff, settore giovanile ecc. ecc. Al momento ci sono tante domande - spiega bene il tecnico che non vuole ripetere figuracce - ma finora zero risposte, quindi mi è anche molto difficile parlare di futuro».