La Diatec alza il muro, Lugano travolto 3-0

Una partita agghiacciante, con un divario tecnico che a tratti ha irritato ma ha comunque portato in dote alla Diatec Trentino la seconda vittoria piena in Champions League. Contro i malcapitati atleti del Lugano, Trento ha stravinto 3-0 nel giro di poco più di un'ora e veleggia in testa alla classifica del girone D a punteggio pieno

di Maurilio Barozzi

Una partita agghiacciante, con un divario tecnico che a tratti ha irritato ma ha comunque portato in dote alla Diatec Trentino la seconda vittoria piena in Champions League. Contro i malcapitati atleti del Lugano, Trento ha stravinto 3-0 nel giro di poco più di un'ora e veleggia in testa alla classifica del girone D a punteggio pieno.
Roberto Serniotti decide di lasciare ancora a riposo il palleggiatore Suxho, alle prese con un ginocchio ballerino, e schierare in regìa Sintini, reduce dalla ottima prestazione di Ravenna e dunque galvanizzato dal ruolo. Per il resto la formazione in campo è la solita, con Sokolov opposto, al centro Solè, preferito a Burgsthaler, con Birarelli, Ferreira e Lanza schiacciatori e Colaci libero.
Il tecnico degli svizzeri, ma italiano, Mario Motta risponde affidando le chiavi della regia a un altro italiano Fernando Garnica, il brasiliano Banderò opposto, l'austriaco Roberts e lo svizzero Bruschweiler schiacciatori, Simac e Lehtonen centrali con Rosic libero.
In realtà la partita è di quelle che risulta insensato descrivere. Troppa la differenza di tasso tecnico tra una squadra, la Diatec, che pur nel rinnovamento effettuato ha esperienza internazionale e ha dimostrato di poter giocare alla pari con le migliori squadre del mondo. Dall'altra, Lugano. Invitata alla prima fase con una wild-card, la squadra svizzera ha palesato di essere ben lontana dal livello di una Champions League. E ogni volta che Trento ha accelerato, per la squadra di Motta sono stati guai seri.
Dopo un primo set volato via senza alcun patema d'animo, e chiuso da Trento per 25-16, la ripresa del gioco a campi invertiti ha visto gli svizzeri cercare di dare una diversa fisionomia alla squadra, con risultati per nulla differenti. Motta ha messo in campo un altro italiano, lo schiacciatore Mariano, e l'opposto cubano Rizo Gonzalez al posto di Banderò. Ma l'esperimento non ha dato alcun frutto: impreciso Garnica al palleggio, incapaci i compagni di attaccare con efficacia, non si sono rivelati nemmeno un buon test di allenamento per i trentini che hanno perso qualche punto solo quando hanno giocato con sufficienza. Anche il secondo set se n'è volato via in poco più di venti minuti lasciando ai malcapitati svizzeri soltanto 15 punti. Serniotti ha comunque scelto di non effettuare un turnover spinto e ha dato spazio soltanto allo schiacciatore De Paola mentre Motta tornava a chiamare in campo l'opposto Banderò al posto di uno spaesato Rizo Gonzalez.
Dell'esito abbiamo già detto, e così si è andati al terzo set con Trento, come era lecito aspettarsi, che ha abbassato il livello di concentrazione permettendo agli svizzeri di rimanere in scia per tutta la prima parte del set, ma dopo l'otto pari, Trento ha alzato leggermente i giri del motore. Pur mantenendo sempre un'andatura in sicurezza, col muro attento (Solè è stato eletto mvp) ai prevedibili movimenti del regista svizzero e un attacco che di fatto ha potuto prescindere anche dell'apporto di Ferreira (molto bassa la sua percentuale di positività in questo fondamentale, bene invece a muro), Trento ha scollinato il secondo time out tecnico sul 16-11. E di fatto ha così pensato di aver chiuso la partita. Magari offrendo qualche spunto di bel gioco ai pochi accorsi al PalaTrento. Invece un eccessivo rilassamento trentino e un buon turno di servizio di Roberts hanno addirittura portato Lugano in vantaggio, sul 23-22. Time-out e un muro di Birarelli rimettono le cose a posto per la Diatec. A chiudere il discorso mettendo la formale ceralacca sul risultato ci ha pensato l'ennesimo attacco aut di Simac.

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