Gol e spettacolo a San Siro: Inter-Lazio 2-2
Grande cuore dell'Inter: i nerazzurri, sotto di due gol contro la Lazio, riescono a trovare un difficile quanto provvidenziale pareggio.
Alla doppietta di Felipe Anderson, rispondono Kovacic e Palacio che piano piano sta tornando il campione di sempre, dopo un interminabile digiuno. Nerazzurri ancora a due facce, pessimo il primo tempo, si riscattano nel secondo. La Lazio parte bene ma si perde e crolla dopo l'intervallo. Piccolo passo avanti dell'Inter che sale a 21 punti in classifica.
La squadra di Pioli invece va a 27, bastano a raggiungere Napoli e Sampdoria e a scalare una posizione.
Per Mancini e i nerazzurri si era messa davvero male in una gelida serata milanese. Nebbia a San Siro e nebbia fitta nell'Inter, confusa e disordinata. Mancini rivoluziona la squadra ma i giocatori sembrano non capire le nuove indicazioni tattiche. In avanti Palacio e Icardi, Kovacic che si muove fra le linee, Dodo' e Nagatomo esterni sulla fascia destra, D'Ambrosio e Guarin a sinistra con il colombiano pronto ad accentrarsi, difesa a quattro. Resta fuori Medel. Eppure, nonostante il coraggio di cambiare e di rischiare, alla Lazio bastano solo centoventi secondi per passare in vantaggio grazie a Felipe Anderson che sfrutta al meglio un buon cross di Radu.
Sinistro angolato e potente che beffa Handanovic. Ranocchia clamorosamente in ritardo in un gruppo che non gira, che dà l'impressione di essere poco affiatato e male assortito.
Mancini è stupefatto ma incita i suoi a reagire, a mostrare cattiveria e cinismo che finora sono mancati.
I nerazzurri provano a ricominciare da capo: Dodo' è sempre fuori posizione, Nagatomo va in confusione, la difesa è vulnerabile. Al 6' ancora pericoloso Felipe Anderson. L'Inter cerca un varco, Icardi prova a crossare ma De Vrij è in agguato. Guarin tenta la giocata da fuori area, al 24' Nagatomo sfodera il suo destro ma il tiro viene deviato. L'Inter è generosa ma manca di lucidà, la Lazio controlla e rintuzza l'offensiva nerazzurra con ordine e precisione.
Gli ospiti aspettano per colpire in contropiede. Dodo' cerca Palacio che manca l'aggancio di tacco, poi l'argentino mette al centro, provvidenziale l'intervento di Cana. La partita si fa tesa, qualche fallo di troppo, con Klose particolarmente aggressivo tanto da farsi ammonire. L'Inter cerca di fare ordine, di trovare razionalità e freddezza, di riprendere la partita che le sta sfuggendo di mano. Ma, al 37', arriva il raddoppio della Lazio con una azione irresistibile di Felipe Anderson che ubriaca la difesa nerazzurra e trafigge Handanovic.
Brutto colpo per l'Inter che deve tirar fuori carattere e grinta: Kovacic si lancia in un'azione personale che però non ha l'esito sperato. Mancini richiama Dodo' e manda in campo Medel, vertice basso del rombo di centrocampo. Si chiude il primo tempo fra i fischi sonori del pubblico di San Siro.
La ripresa segna la svolta: l'allenatore ridisegna ancora la squadra e il rebus tattico si risolve. L'Inter si ricompatta, si impegna, corre, assedia e schiaccia una Lazio che perde smalto, inerme e incapace di tenere il campo. Palacio è protagonista della manovra, si vedono importanti sprazzi di un grande campione. Al 18' si gira bene ma non trova lo specchio. I nerazzurri vogliono il pareggio e ci provano con grande generosita': al 21' sono premiati con un gol capolavoro di Kovacic, destro perfetto, sassata imprendibile per l'incolpevole Marchetti.
D'Ambrosio rischia la doppia ammonizione che comunque sarebbe stata eccessiva e proprio lui avrà un ruolo importante nel gol del pareggio nerazzurro insieme a Bonazzoli subentrato a Guarin fischiato dal pubblico di San Siro. Al 35' calcio di punizione dalla trequarti: Bonazzoli sul pallone scodella per la testa di D'Ambrosio, sponda per Palacio che si sblocca dopo duecento giorni di malinconica astinenza. L'Inter alla fine poteva anche vincere, miracolo di Marchetti su Kovacic e illusione sul finire per un'occasione mancata da Icardi che pero' era stato pescato in fuorigioco.
L'Inter deve crescere e su questo Mancini ha ragione, la strada per il terzo posto è lunga e difficile, servono rinforzi di qualità. Kovacic da solo non basta se le ambizioni restano alte. L'allenatore attraversa tutte le emozioni in 90 minuti: dallo sconforto alla fiducia, infine anche la speranza di vincere una partita che sembrava davvero persa. Per lui si profilava un Natale amaro, ce la fa a scansare l'incubo ma l'appuntamento è a gennaio, quando il mercato riaprirà i battenti.