Impresa azzurra ai Mondiali di Mosca È oro nella sciabola a squadre
«Le prime due stoccate le ho messe bene, poi ho sentito la pressione, la responsabilità, e sono tornati i fantasmi del 2009...». Stavolta Aldo Montano non cede di un millimetro: a differenza di quanto accadde ad Antalya, contro la Romania, tiene con grinta la pedana da ultimo uomo nella finale a Mosca con la Russia e regala alla squadra di sciabola un oro iridato che mancava da ben vent’anni. «Questo è un oro che mi mancava - spiega a caldo il 37enne livornese delle Fiamme Azzurre, olimpionico ad Atene 2004 - e sono contento che è arrivato dopo una brutta prova nell’individuale. Abbiamo inseguito tanto questa vittoria, con Tarantino non siamo mai riusciti a farcela, con Occhiuzzi ed i giovani invece sì. Con questa squadra inizia una nuova vita, abbiamo fatto qualcosa che vale per il nostro futuro. È un testimone, un passaggio». La gioia del toscano, oro individuale a Catania 2011, è immensa: «Abbiamo vinto in casa della Russia, la patria della sciabola. Se sarà il mio ultimo Mondiale? Forse sì, ma c’è anche quello dell’anno prossimo... Sono come la serie di “Rocky”: c’è l’uno, il due, il tre e così via».
«Ci siamo riscattati da una prova individuale non alla nostra altezza - dice Diego Occhiuzzi, argento a Londra 2012 - Ci siamo andati vicini con Gigi (Tarantino, ora il suo allenatore, ndr): mi spiace per lui ma sono contento per i due nuovi, Berrè e Curatoli».
«La dedica va a mio fratello - sottolinea Luca Curatoli, riferendosi al fratello Raffaello Caserta, che fu oro con la squadra azzurra di sciabola a L’Aja 1995 -. Questa sarà la giornata più bella della mia vita: lui la vinse vent’anni fa, oggi ci sono riuscito con una grandissima squadra».
Infine, il ct Giovanni Sirovich: “Una squadra metà anziana e metà giovane? Funzionano quelli forti, a prescindere dall’età. È una medaglia che inseguivamo sino dal 2009 ed è stata voluta, cercata e meritata”.