Jared Berggren: «Sono qui per aiutare a vincere»
Nome magari poco diffuso, ma a Trento il nuovo lungo della Dolomiti Energia Berggren è già il secondo Jared. Viene dopo Jared Ralsky, il vice gm arrivato a Trento la scorsa estate.
E il gm «in persona», Salvatore Trainotti, nel presentare il giocatore che dovrà sostituire fino a fine stagione l’infortunato Filippo Baldi Rossi, ne parla in maniera molto entusiastica. «Avevamo necessità di cercare un buon giocatore, in grado di migliorare la squadra: siamo convinti di averlo trovato. Jared Berggren è un giocatore con caratteristiche tecniche adatte al nostro gruppo, che grazie alle esperienze fatte in Belgio e a Cantù conosce bene sia il basket europeo che italiano ed è quindi perfetto per le nostre necessità. Esce da una situazione particolare, che non ha fatto altro che raddoppiarne le già elevate motivazioni e l’entusiasmo, e nei primi due allenamenti ha già mostrato di essere pronto ad integrarsi con la squadra. Dovremo avere pazienza, certo, ma potrà già dare il suo contributo dalle prossime Final Eight».
E il diretto interessato, arrivato a Trento lunedì e già sceso in campo con i nuovi compagni per i primi allenamenti al PalaTrento, non vede l’ora di cominciare. «Quella di venire a Trento è stata una decisione su cui non ho dovuto riflettere un secondo. Avevo opportunità in Germania, Francia e pure in Turchia, ma quando il mio agente mi ha parlato dell’interessamento della Dolomiti Energia ho subito capito che si sarebbe trattato di una situazione perfetta per me e gli ho chiesto di chiudere l’accordo».
«La mia stagione a Cantù - spiega - era iniziata tutto sommato bene, ma poi con l’arrivo del nuovo allenatore, di un lungo di post basso e di grande fisicità come Fesenko, e con il nuovo sistema di gioco, io non facevo più parte dei loro piani. A Trento invece penso di potermi integrare bene. Il coach mi ha già fatto capire cosa gli servirà da me: dovrò correre, sfruttare la mia versatilità per mettere in difficoltà i lunghi avversari, e giocare dei pick and roll per dare qualche soluzione interna in più al nostro gioco d’attacco. Questo non significa che non potrò tornare a cercare qualche soluzione da fuori se se ne presenterà l’occasione, come facevo ai tempi del college e come poi ho smesso di fare nelle due stagioni ad Ostenda. Ma non vengo a Trento per tirare da tre punti, questo è certo».