Trainotti: «Johndre Jefferson deve alzare la sua intensità fisica»
Con il torneo Brusinelli è andata in archivio la prima parte della preparazione della Dolomiti Energia. Il primo bilancio del general manager.
Il bilancio com’è, Salvatore Trainotti?
«Finora è andato tutto bene - afferma il gm dell’Aquila -. Non abbiamo avuto grossi intoppi fisici e quindi s’è potuto fare un bel lavoro in palestra. Per quanto riguarda le partite finora disputate abbiamo potuto vedere dei miglioramenti di volta in volta. Questo significa che la squadra si sta impegnando. Non siamo ancora al top, ma del resto è inutile esserlo ora. Mancano ancora tre settimane all’inizio del campionato. L’obiettivo è essere in condizione il 2 ottobre».
Un giudizio sui singoli. Partiamo da capitan Forray, che, nonostante lo spostamento dal quintetto al ruolo di cambio, sta rispondendo bene.
«La cosa importante, per noi e per lui, è che non mutasse il suo ruolo da protagonista. Per il resto sono sicuro che per Toto quintetto o no cambia poco. La sua leadership emotiva rimane, l’impatto tecnico è diverso dagli anni scorsi ma quelle che il coach gli chiede sono cose che Toto sa fare. Bene. E lo si è visto sabato e domenica. Onestamente credo che il cambio ruolo sia più un problema degli avversari che non nostra. In fondo anche l’anno scorso divideva le responsabilità con Poeta.
Flaccadori, anche per l’assenza di Gomes, si è già ritagliato lo spazio da primo terminale offensivo e sta dimostrando carattere.
«Sta confermando personalità e un buon stato di forma. Ovvio che deve migliorare su tanti aspetti tecnici del suo gioco, sia in difesa che in attacco. Ma va bene, perché avevamo puntato su di lui perché sapevamo che aveva grandi margini di crescita. Può migliorare ancora parecchio».
Baldi Rossi?
«Direi bene. Logicamente è ancora indietro nella forma perché è rimasto fermo a lungo. Lui è un giocatore di sistema e quindi ha bisogno che la squadra giochi insieme per rendere».
Craft ha già dimostrato di avere la squadra in mano.
«Ha mostrato l’impatto tecnico che può darci. È un agonista, un vincente, e si integra bene con Toto. Credo possa diventare anche uno dei giocatori di riferimento per il pubblico».
Hogue, potenza e agilità, ma ancora da sgrezzare.
«Tecnicamente può fare un passo avanti. Sabato contro una squadra di Eurolega grande e grossa fisicamente era difficile reggere l’impatto. È un giocatore che fa dell’agonismo e dell’energia il suo punto forte, deve migliorare in altri aspetti, a partire dall pericolosità dal perimetro».
Jefferson, dopo un buon torneo a Varese, non si è proprio visto.
«Domenica ha fatto un buon secondo tempo. Se lui gioca con intensità e aggressività può darci una grossa mano perché è un saltatore e uno stoppatore. Se non gioca d’intensità, come è avvenuto sabato, a questi livelli fa onestamente fatica».
Quindi?
«Quindi deve alzare la sua intensità fisica».
Altrimenti?
«Ognuno ha i suoi tempi. Aspettiamo».
Lighty sabato ha «sparacchiato»: 3 su 15 dal campo.
«In precampionato non si giudicano le percentuali ma le selezioni di tiro e la qualità delle iniziative. Le percentuali arriveranno. Lui ci dà tanto in difesa e in attacco è un giocatore di sistema, ma ha anche l’uno contro uno, il tiro dalla media e i movimenti in post basso».
Peccato per l’assenza di Moraschini che aveva ingranato bene.
«Ha incominciato bene, peccato per il piccolo infortunio. Ma già oggi tornerà nel gruppo».
I due ragazzini, Bernardi e Lovisotto, hanno già messo il piede in campo dimostrando di poterci stare.
«Hanno buona personalità, anche se è ovvio che il gap con i veterani a questo livello è altissimo. Devono lavorare duro durante la settimana per crescere. Sono due ragazzi seri e per completare il loro percorso tecnico andranno a giocare a Riva con la serie C visto che abbiamo trovato un contesto tecnico ideale per loro».
A questo punto della preparazione cosa c’è da migliorare?
«Siamo dove dovevamo essere, si tratta di continuare su questa strada. La prossima settimana arriverà anche Gomes e quindi completeremo la nostra identità di squadra».
Cosa le piace già?
«Lo spirito di squadra, la voglia di giocare insieme, l’altruismo».
Peccato per il pubblico scarso del PalaTrento.
«Io dico sempre che dobbiamo tenere presente chi siamo e da dove veniamo. La città si è appassionata alla propria squadra ma ancora non conosce e non è appassionata a questo “giochino” che è la pallacanestro. La nostra sfida ora è proprio questa. Comunque, quando ci sono le partite ufficiali la gente c’è!».