Moraschini, energia e difesa si alzano dalla panchina
Sette punti in 14 minuti con due falli subiti e un rendimento offensivo (Oer) di 1.75, il migliore della squadra.C’è anche la mano (o meglio: le gambe) di Riccardo Moraschini nella bella vittoria di domenica della Dolomiti Energia a Venezia. Per il 25enne bolognese (vivaio Virtus) la conferma che la scelta di venire a Trento è stata giusta per rigenerarsi e provare a ricostruire una carriera che, dopo le grandi promesse delle giovanili, a livello senior finora non aveva mantenuto tutte le aspettative.
Riccardo, il successo al Taliercio è importante perché ottenuto contro una squadra che tutti ritengono tra le migliori del campionato. Questo vi rende più consci della vostra forza?
«In effetti non so quante squadre riusciranno a vincere a Venezia quest’anno. Noi ce l’abbiamo fatta e siamo molto contenti. Anche perché abbiamo realizzato una grandissima prova di squadra dimostrando, prima di tutto a noi stessi, che il lavoro fatto in palestra sta dando i suoi frutti.
Cosa le è piaciuto di più della squadra?
«La fase difensiva, che deve essere sempre il nostro marchio, è stata eccellente. Tenere Venezia a 57 punti in casa col potenziale offensivo che hanno vuol dire che abbiamo lavorato davvero bene nella nostra metà campo. Poi mi è piaciuta molto la reazione che abbiamo avuto verso la fine del terzo quarto, quando loro sono rientrati a -2. Abbiamo avuto la prontezza di reagire, non ci siamo scoraggiati e abbiamo continuato a fare la nostra partita».
Come si diceva ad inizio stagione questa squadra effettivamente non ha un unico e costante protagonista, ma tanti giocatori che, a turno, si esaltano.
«È una caratteristica che avevamo messo in luce già nel precampionato. Siamo una squadra solida, con responsabilità in attacco suddivise tra diversi giocatori. Non ci sono giochi costruiti per un unico giocatore, ma un’impronta generale che ci permette di ricercare il tiro aperto, lo scarico per chiunque sia. Noto una grande voglia di coinvolgimento di tutti. E questa è un’arma tattica importante perché non si danno mai punti di riferimento agli avversari».
Soddisfatto della sua prestazione al Taliercio?
«Sì, perché non è facile uscire dalla panchina e, senza avere tanti minuti a disposizione, riuscire a fare bene. Questo, però, è il mio ruolo e io provo a impersonarlo al meglio, cercando di “rubacchiare” minuti con prestazioni come quelle di domenica. Al di là dei punti, ci ho messo energia, intensità, difesa. Questo è quello che mi chiedevano Trainotti e Buscaglia: spezzare le partite quando vengo messo in campo».
Le si addice il ruolo?
«In precampionato avevo fatto bene, ma lì avevo più minuti a disposizione. Ora lo spazio è minore ma mi stanno aiutando molto sia il coach chi i compagni. E io ci provo a ritagliarmi un ruolo importante in questa squadra».
Lei che viene da Bologna e che ha giocato a Roma come si trova a Trento?
«Molto bene. Si lavora benissimo, c’è tranquillità e serenità. Un po’ già conoscevo la situazione grazie alle frequentazioni con Baldi Rossi e i suoi racconti».
Siete nel gruppo delle seconde dietro Milano, e domenica ospitate in casa Capo d’Orlando: iniziate a sognare in grande?
«La cosa positiva di questo buon inizio è che ci convince che il lavoro in palestra è produttivo. Le vittorie devono darci fiducia per continuare su questa strada. Domenica dobbiamo assolutamente vincere, anche per non vanificare il successo a Venezia. Dopodiché non sarà semplice, perché Capo d’Orlando sarà costretta a cercare ad punti ogni giornata. Affrontare la partita con una mentalità rilassata e poco aggressiva sarebbe sbagliato».
Questo buon avvio fa cambiare gli obiettivi stagionali?
«No. Dobbiamo stare con piedi per terra. La stagione è lunghissima e l’obiettivo è centrare le Final Eight di Coppa Italia e i playoff. Poi una volta qualificati tutto diventerà possibile».