Lighty, mvp della Lega basket: «Capito subito che era il mio giorno»
Il record assoluto è di Brandon Triche, 43 punti contro Capo d’Orlando. Ma era A2. In serie A è invece David Lighty a guidare la classifica delle migliori prestazioni balistiche di ogni tempo della Dolomiti Energia. La performance del ventottenne esterno di Cleveland che ha consentito all’Aquila di sbarazzarsi di Varese e rilanciarsi in campionato.
Anzitutto complimenti, David. I 34 punti di domenica sono suo record?
«Nella mia carriera da professionista sì, 34 punti rappresentano il mio career high. Ero arrivato a 30 un paio di volte in Francia».
E per fortuna che le fa male il ginocchio!
«Il mio ginocchio è migliorato molto negli ultimi giorni, mi sento decisamente meglio. Ho fatto un gran lavoro per tutta la scorsa settimana con Christian Verona, il preparatore, con il Doc (il dottor Fabio Diana, ndr), Giacomo Beccucci (il fisioterapista, ndr) e con Franco (Jachemet, il massaggiatore, ndr). Sono stati fantastici nel mettermi nelle condizioni di essere pronto».
Prima della partita vi sentivate un po’ sotto pressione per l’andamento non proprio ottimale della stagione?
«Penso che sì, sentissimo un po’ di pressione. Ma anche se venivamo da alcune sconfitte, sapevamo d’aver fatto dei piccoli passi in avanti ogni settimana, e questo finalmente si è concretizzato con una vittoria».
Oltre al fatto che avevate di fronte una squadra che non è proprio da vertici, come spiegare il vostro cambio di passo rispetto alle ultime settimane?
«Penso che l’aspetto del gioco che siamo riusciti a migliorare di più rispetto alle precedenti gare sia stato il contenimento delle palle perse. Domenica abbiamo perso solo cinque palloni, e quando riesci a gestire bene il pallone alla fine ti guadagni così tanti possessi in più, che questo ti permette di avere molte chance in più di vincere la gara. Specie se, come siamo riusciti a fare noi, tutti sono in “attack mode” e in grande ritmo».
Si è sempre detto che a questa squadra manca un leader. Forse domenica l’ha trovato, che ne dice?
«Io il leader offensivo della squadra? Potrei esserlo, certo, ma credo che per la nostra squadra il ragionamento da fare sia diverso: per noi il concetto di leader deve restare in capo al team. Mi spiego: credo che ognuno di noi possa farsi carico delle proprie responsabilità, facendo il possibile per andare in aiuto ai compagni. Non credo sia realistico pensare che io possa segnare 34 punti ad ogni gara: è quindi più importante che tutti facciano la propria parte per aiutare gli altri a raggiungere il proprio potenziale. È così che potremo vincere più partite».
Cosa vi manca ancora per raggiungere il livello che credete di valere?
«La cosa che ancora ci manca è la consistenza. Abbiamo mostrato più volte in questa prima parte di stagione di poter essere una grande squadra, ma siamo riusciti a farlo solo per un quarto, magari per due. Ora dobbiamo essere più continui, e farlo in ogni partita, senza cali di rendimento. Questa sarà la chiave».
Quando ha capito che domenica poteva essere la sua giornata?
«L’ho capito ad inizio secondo quarto. Il coach mi ha chiesto di continuare ad essere aggressivo e di proseguire nel prendere iniziative. Mi ha dato un sacco di fiducia che si è aggiunta a quella che mi era arrivata segnando un paio di tiri, e quindi non ho fatto altro che continuare ad attaccare con l’obiettivo di segnare in prima persona o costruire vantaggi per i compagni».
Come trascorrerà il Natale?
«Stiamo pensando di organizzare una cena tra compagni di squadra, niente di particolare, solo per stare insieme. Insomma, passerò il Natale con quella che mi sento di poter ormai definire la mia “famiglia europea”».
Ha un desiderio per il regalo di Natale?
«Ormai ho una certa età. Quando ero bambino non vedevo l’ora che arrivasse Natale per aprire i miei doni. Ora, con gli anni, invece devo pensare a comprare i regali per tutti! Probabilmente mi regalerò qualcosa da solo, ma non so ancora bene cosa. Ho ancora qualche giorno per pensarci».