Maradona e Berlusconi nella «Hall of Fame del calcio»
È stato Diego Armando Maradona la «stella» che più ha brillato nel corso della sesta edizione della «Hall of Fame del calcio Italiano» nella cornice di Palazzo Vecchio a Firenze. Il «Pibe de Oro» è arrivato nel Salone dei Cinquecento accompagnato dal figlio Diego junior e, subito c’è stato l’abbraccio con il presidente azzurro degli scudetti, Corrado Ferlaino. L’argentino ha ritirato il riconoscimento a due anni di distanza dal suo ingresso nella «Hall of Fame» nella categoria «Giocatore straniero».
Il calcio di oggi, i suoi nuovi campioni, Maradona non si risparmia e a chi gli chiede chi tra Messi, Dybala ed Higuain sia il migliore dice: «Sono tutti e tre dei grandissimi calciatori, tutti diversi ma Messi è il migliore a livello dei piedi e per qualità. Dybala può crescere ancora ed Higuain continuerà a segnare».
Maradona, confermando l’intesa con il presidente del Napoli Aurelio de Laurentiis, ha annunciato di essere stato invitato per la sfida contro il Real. «Qui mi sento dentro al calcio, mi sento a casa e sono felice di essere davanti a tutti voi» ha aggiunto. A premiare l’argentino il sindaco di Firenze Dario Nardella che ricordando il suo passato ha detto: «Non ho mai visto una tale simbiosi tra una città ed un calciatore». A leggere la motivazione del riconoscimento il direttore di Tuttosport Paolo De Paola. «Ha vinto tutto ma poteva vincere ancora di più, non è mai sceso a patti con se stesso. L’Italia gli rende omaggio e lo ringrazia». L’argentino, come cimelio simbolico della carriera che andrà ad arricchire il Museo del Calcio di Coverciano, ha donato una sua maglia dell’Argentina.
Oggi hanno fatto il proprio ingresso nella «Hall of Fame» Giuseppe Bergomi (Giocatore italiano), Paulo Roberto Falcao (Giocatore straniero), Claudio Ranieri (Allenatore italiano), Silvio Berlusconi (Dirigente italiano), Paolo Rossi (Veterano italiano), Melania Gabbiadini (Calciatrice italiana), Nils Liedholm, Giulio Campanati e Cesare Maldini (Premi alla memoria). Alla cerimonia hanno assistito anche il ct della Nazionale, Gian Piero Ventura, Giancarlo Antognoni, il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, il direttore generale della Federcalcio, Michele Uva.