Eterna Venus, a 37 anni in finale a Wimbledon
Otto anni dopo l’ultima volta, nove dopo l’ultimo trionfo: Wimbledon torna a sorridere a Venus Williams, che sabato sfiderà la spagnola Garbine Muguruza per il sesto sigillo ai Championships. Impressionante prova di superiorità dell’americana, che in due comodi set liquida la favorita dei sudditi di Sua maestà, Johanna Konta (64 62), e con i suoi 37 anni (compiuti lo scorso 17 giugno) diventa la finalista più anziana dai tempi di Martina Navratilova, qui in finale nel 1994, a 37 anni e 8 mesi.
L’ennesimo exploit di longevità di una campionessa infinita che alla 20esima visita all’All England Club stacca il biglietto della finale per la nona volta, la 16/esima finale Slam in carriera, la seconda quest’anno dopo quella (persa contro Serena Williams) a Melbourne. In totale sarà la finale numero 82 (49 i titoli vinti) in carriera. Numeri impressionanti, come i match che Venere ha disputato sull’erba, 101 (e sabato diventeranno 102), dietro solo all’inarrivabile Navratilova (134 partite) e Chris Evert (111). In poco più di un’ora, l’americana, qui testa di serie n.10, ha impartito una vera e propria lezione di tennis alla più giovane Konta, che deve così rimandare di almeno un anno il sogno di eguagliare il record di Virginia Wade, ultima britannica a vincere i Championships nel 1977.
Qui ho giocato molte finali, eppure giocarne una in più, a questo punto della mia carriera, è come una benedizione - la gioia incontenibile di Venere davanti ai microfoni -. Il pubblico? È stato molto gentile con me, nonostante ci fosse una britannica in campo. Johanna ha giocato benissimo, non mi ha regalato nulla. In avvio di match ho avvertito molta la pressione, ma mi ha aiutato l’esperienza». Sulla sua strada troverà sabato Garbine Muguruza, che dopo aver superato in poco più di un’ora Magdalena Rybarikova (61 61), spera di diventare la seconda spagnola, dopo Conchita Martinez (1994), regina di Wimbledon. «Entrambe giochiamo benissimo sull’erba. Sarà una partita molto difficile. Chiederò a Serena come fare per batterla. Vorrei che fosse qui, magari a giocare la finale al posto mio. Cecherò comunque di difendere al meglio il nome Williams».
Per Muguruza si tratta della terza finale Slam, tutte giocate con una Williams dall’altra parte della rete (compreso il trionfo a Parigi, lo scorso anno). «Ho giocato davvero bene.
In questo Wimbledon mi sto ritrovando, adesso mi aspetta una finale difficile, ma sento di essere pronta», le parole della 23enne spagnola.