Con le foto di Remo Mosna ad Aldeno in mostra 50 anni di Giro d'Italia
Il taglio del nastro ha aperto ufficialmente ieri sera la mostra allestita al Teatro di Aldeno per celebrare la 16ª tappa del Giro d'Italia, la cronometro Trento – Rovereto, che il 22 maggio porterà il Trentino sotto i riflettori di tutto il mondo. Si tratta di un'iniziativa che aiuta a calarsi fin da subito nel clima che si respirerà in quella giornata, ma soprattutto dà vita ad una straordinaria macchina del tempo, che riporta alla memoria momenti epici del ciclismo italiano e le imprese compiute negli ultimi cinquant'anni dai campioni di casa nostra. Ad immortalarle è stato, in questo lungo arco temporale, l'obiettivo di Remo Mosna, il deus ex machina di questa esposizione promossa dall'Apt Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi, dal Comune di Aldeno in collaborazione con la Società Sportiva di Aldeno e dalla Cassa Rurale di Trento. «Le panoramiche fotografiche dei 50 anni di Giro d'Italia», 106 immagini in tutto, rimarranno esposte fino al 27 maggio.
«Ho voluto celebrare il ritorno del Giro nel mio paese, Aldeno, mettendo a disposizione una piccola parte del mio archivio fotografico. – ha spiegato lo stesso Mosna – La scelta è stata davvero difficile, vista la quantità di materiale di cui dispongo, alla fine ho scelto di dare vita ad un collage nel quale si mescolano foto di campioni e immagini che dimostrano come si lavorava negli anni passati».
Poi ha colto l'occasione per raccontare qualche aneddoto legato alla sua instancabile attività al seguito delle grandi corse, le difficoltà create ora dal gelo che bloccava le mani e impediva la sostituzione dei rullini, ora dalla pioggia battente, che in un'occasione ha messo fuori uso i primi apparecchi digitali (che lui non poteva permettersi), ma anche la sensibilità degli atleti, che talvolta lo aiutavano persino a trovare una sistemazione per la notte. Se Remo Mosna ha potuto scrivere questa lunga storia, lo abbiamo scoperto questo pomeriggio, tuttavia, è anche perché un giorno, a metà anni Sessanta, l'amico e atleta Renzo Cramerotti gli ha regalato una macchina fotografica di fabbricazione russa, che aveva barattato ad Odessa con un atleta sovietico, come ha spiegato lo stesso lanciatore del giavellotto al pubblico presente. Lì cominciò tutto.
Gilberto Simoni ha tracciato un parallelo fra le fatiche degli atleti e quelle dei fotografi: «Solo Remo sa quanto lavoro e quanti sacrifici vi siano dietro alle immagini che vedete esposte, – ha affermato il campione di Giovo – chi fa questo mestiere combatte come noi, per essere al posto giusto nel momento giusto, ed è doveroso ricordarlo».
Va ricordato che la mostra è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 21, il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 21. Nei giorni 20, 21 e 22 maggio sarà garantito l'orario continuato dalle 10 alle 21.