Domani via ai Mondiali l'atletica si sfida a Doha prima volta in autunno
Venerdì via a Doha 2019. È il primo Mondiale di atletica che si svolge in autunno (27 settembre-6 ottobre) e allunga di un mese la stagione internazionale. La scelta delle date è stata forzata per evitare la canicola estiva del Qatar: ecco quindi che le prove su strada, maratone e marcia, si svolgeranno alle soglie della mezzanotte.
Complessivamente a Doha saranno in lizza oltre 1.900 atleti provenienti da 209 nazioni, e fra loro 38 campioni del mondo individuali di Londra 2017. Si riparte dal medagliere di due anni fa, in cui ci fu il dominio degli Usa davanti a Kenya e Sudafrica. Per gli statunitensi quello di Londra 2017 fu il ritorno sulla vetta mondiale, dopo il colpo di due anni prima del Kenya, che a Pechino 2015 vinse la conta delle medaglie d’oro (sette come la Giamaica, ma con quattro argenti in più).
Doha 2019 precederà di appena nove mesi le gare olimpiche di Tokyo 2020 e sarà quindi un test quanto mai indicativo, al quale l’Italia prenderà parte con 66 elementi, 34 uomini e 32 donne.
Tra gli azzurri al maschile c’è il più giovane dell’intera spedizione italiana, lo staffettista ‘millennial’ Edoardo Scotti. La spedizione targata Fidal, che domani riceverà la visita del Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, è in Qatar per confermare il momento favorevole vissuto nei mesi scorsi e consolidare in prospettiva Tokyo 2020 la crescita di diversi elementi.
Come da tradizione, è la marcia il settore che presenta le migliori prospettive di medaglia, in particolare con Eleonora Giorgi, protagonista assoluta in Coppa Europa nella prima 50 km della carriera. E se ai Giochi di Tokyo la distanza non è prevista, la rassegna iridata in Qatar è un’occasione da sfruttare per la trentenne lombarda. Filippo Tortu e "Gimbo" Tamberi sono le altre stelle da tenere d’occhio, ma la gara iridata potrebbe rivelarsi un’incognita soprattutto per il saltatore in alto, a lungo fermo quest’anno per una serie di noie fisiche. L’alto è anche la gara dove il Qatar farà il tifo più sfrenato, visto che il l’iridato uscente Mutaz Barshim è anche l’idolo del pubblico di casa.
A livello generale Doha 2019 sarà il primo Mondiale senza Usain Bolt, stella di primissima grandezza che all’atletica manca da morire. Ma le gare dello sprint rimarranno comunque affascinanti e al centro dell’attenzione tornerà Justin Gatlin, 37enne sprinter statunitense oro a Londra 2017, dodici anni dopo Helsinki e ancora in lizza. È pronto a disturbare la freccia Christian Coleman, il favorito, ma anche gente come Michael Rodgers e il giamaicano Yohan Blake, il recuperato canadese De Grasse e i top sprinter africani Simbine e Oduduru andrà in cerca del podio, che è anche il sogno di Tortu. Nei 200 il cammino del campione del mondo Ramil Guliyev si incrocerà con quello della nuova stella Noah Lyles, formidabile statunitense che dovrebbe riportare l’oro iridato in patria dopo dodici anni, in un team che ha in forza ancora Coleman e la novità Bednarek.
Nei 400 senza il primatista del mondo Van Niekerk, spettacolo garantito dallo statunitense Michael Norman, battuto però ai Trials da Fred Kerley: l’ipotesi all-Usa sul podio non sembra impossibile. Fra le donne in questi mesi ha fatto notizia soprattutto la lunga disputa fra la Iaaf del rieletto presidente Coe e la fuoriclasse degli 800 Semenya, la cui femminilità è stata di nuovo messa in dubbio, con conseguente invito a sottoporsi a cure specifiche, e ormonali, al quale la sudafricana ha opposto un netto rifiuto. Così a Doha non ci sarà e la parola passa alle sue rivali in pista.
Intanto su questa disciplina, che dai Mondiali di Eugene 2021 potrebbe vedere in campo anche Athletica Vaticana, c’è sempre l’ombra del doping: è stato rimandato a casa l’olimpionico del martello Dilshod Nazarov, positivo per steroidi dopo che i campioni organici di un test al quale venne sottoposto durante i Mondiali 2011 sono stati analizzati con le nuove metodologie. La strada per un’atletica del tutto pulita è sempre lunga.