Il Milan galvanizzato da Ibra ma oggi contro la Sampdoria Zlatan parte dalla panchina
Il calcio sarà pure uno sport di squadra e un insieme coeso di undici individui, ma mai come in questi giorni, nella galassia Milan, si è respirato il culto della personalità, l’idolatria verso Zlatan Ibrahimovic, con l’ennesimo esodo dei tifosi verso Milanello. Pioli lo accoglie con gioia («allenarlo è tanta roba, è pronto ma gli manca un pò di ritmo»), gli stuzzica l’ego («si è presentato bene, non ha una personalità qualsiasi») ma non vuole che il suo ritorno diventi un elemento di disturbo nel preparare la gara di lunedì contro la Sampdoria: forse anche per questo - nonostante tutte le tentazioni e i dubbi - Ibrahimovic oggi sembra destinato a partire dalla panchina, così Piatek sarà titolare e dovrà scrollarsi di dosso l’ingombro della figura dello svedese, mandando un segnale di ripresa dopo 4 mesi davvero mediocri (4 gol, 3 su rigore).
«Ibrahimovic ha già dato la svolta all’ambiente ma non è il salvatore della patria», il messaggio che Pioli vuole mandare forte e chiaro, richiamando tutti al senso di responsabilità e al dovere di rimediare alla «macchia indelebile», alla «ferita che sanguina» dello 0-5 contro l’Atalanta.
«Ibrahimovic è un campione - aggiunge il tecnico rossonero in una conferenza totalizzata dall’immanenza del nuovo arrivo -, sarà un valore aggiunto nel nostro lavoro, nella nostra quotidianità e presto nelle nostre partite ma non ci farà vincere le partite da solo, è la squadra che dovrà fare molto meglio di così».
Per Pioli infatti è necessario non dimenticare l’umiliazione di Bergamo e farne tesoro, imparando la lezione per quell’atteggiamento svagato che ha fatto infuriare Boban: «Abbiamo fatto una pessima figura ma abbiamo la possibilità di fare meglio, ho apprezzato l’intervento immediato, deciso e importante della dirigenza. Domani mi aspetto determinazione e voglia di ribaltare la situazione, abbiamo 21 partite per rimediare, svoltare una stagione finora non positiva. Siamo consapevoli della nostra posizione in classifica, è arrivato il momento di cambiare direzione».
Una mano potrebbe arrivare dal mercato: Pioli ammette che la società sta cercando un difensore centrale (la trattativa con Todibo è ben avviata) ma non è escluso un colpo anche a centrocampo. Intanto Ibrahimovic scalda i motori e non si preoccupa per l’ennesimo atto vandalico riservato alla sua statua a Malmoe (lo sculture Peter Linde vorrebbe portarla a Milano per salvarla). «Il mondo è pieno d’odio - evidenzia Pioli - ma lui è sereno». Un vero e proprio paradosso: Ibrahimovic reietto in patria, atteso ed acclamato in Italia, la nazione che contribuì ad eliminare ad Euro2004. Oggi San Siro sarà tutto ai suoi piedi.