Paternoster: «Pazienza, a Tokyo andrò nel 2021»
In vista dei Giochi Olimpici di Tokyo, una delle stelle più attese del firmamento azzurro a cinque cerchi sarebbe stata sicuramente Letizia Paternoster, uno dei talenti più cristallini del ciclismo femminile. La 20enne di Revò - alla luce delle cinque medaglie mondiali (due argenti nell’omnium, tre bronzi tra inseguimento a squadre e americana) conquistate su pista in poco più di due anni da élite dopo la marea di titoli juniores e under 23 - si sarebbe presentata in Giappone con il podio nel mirino, ma come è noto l’emergenza coronavirus ha costretto il Cio a posticipare di un anno la rassegna nipponica.
Dal suo appartamento di Riva del Garda, ai piedi delle due salite di Tenno dove spesso si allena, Letizia ci racconta come sta vivendo questo periodo a dir poco anomalo.
«Per nessuno sportivo è semplice stare chiuso in casa - spiega la nonesa - a maggior ragione per noi ciclisti abituati all’aria aperta. La situazione però è questa, passo le ore tra ciclomulino e rulli, dove gli allenamenti sono più intensi, ma anche più corti, quindi a livello mentale non è facilissimo rimanere concentrati. Per il resto non mancano gli esercizi a corpo libero spalmati lungo l’arco della giornata, un po’ di studio visto che a settembre inizierò scienze politiche alla Luiss di Roma, poi cucino, tengo in ordine la casa...».
Il re della pista azzurra, il piemontese Filippo Ganna (quattro volte iridato nell’inseguimento nonché detentore del record del mondo), appena saputa la notizia del rinvio si è divorato un cucchiaio di nutella di dimensioni poco consone alla dieta di un ciclista, come a concedersi uno strappo alla regola visto che l’appuntamento più atteso del quadriennio slitterà di almeno dodici mesi.
Cosa ha fatto invece la reginetta italiana dei velodromi martedì pomeriggio, quando il Cio ha ufficializzato che a Tokyo ci si vedrà nel 2021?
«A dire il vero quando ho appreso la notizia non ho fatto niente di particolare. Mi sono messa il cuore in pace, anche se non manca il dispiacere: dentro di me ovviamente ci sarebbe tanta voglia di gareggiare in un’Olimpiade, ho tanta curiosità al pensiero di affrontare un’esperienza di questo genere, diciamo che è un po’ come quando arrivi a un passo dalla caramella che ti avevano promesso, ma all’ultimo ti dicono che devi aspettare ancora prima di mangiarla. La gravità della situazione però la conosciamo e non c’erano molte alternative, da parte mia lavorerò per fare in modo che quella caramella io possa mangiarla ancora più dolce in futuro».
Ora con l’allenatore Dario Broccardo, tra l’altro presidente della Fci trentina, bisognerà pensare a come rimodulare la stagione.
«In questo senso c’è poco di sicuro: le gare che avevo programmato per questi mesi sono state annullate, quel che è certo è che potrò fare più strada non avendo l’obiettivo olimpico su pista, ma ora come ora è impossibile immaginare quali saranno messe in calendario. Questo 2020 sarà un anno sabbatico: sarà importante recuperare energie nervose, non perdendo di vista l’obiettivo dei Giochi. Quello dell’Italia è un gruppo giovane, fino a poco tempo fa inoltre avevamo la pista chiusa, questo rinvio se non altro ci permetterà di avere più tempo per preparare il quartetto».
Una novità del 2021 sarà il ritorno dell’eliminazione, fino a quest’anno inserita solamente come prova dell’omnium, come specialità a sé stante al Mondiale.
«Uno stimolo in più, non nascondo che l’eliminazione è una delle mie discipline preferite».
A settembre di quest’anno, invece, a Trento ci sarebbero gli Europei su strada, dove potrebbe mettere in palio il titolo under 23 conquistato ad Alkmaar (Olanda).
«Sarebbe bello avere la possibilità di correre in casa. Il nostro tracciato non è stato reso noto del tutto, speriamo non ci sia troppa salita!».