Mourinho torna allo stadio «La ripartenza del calcio è una luce nel tunnel»
Allenamenti individuali, sensazioni di straniamento, emozioni contrastati: è la nuova normalità di José Mourinho, tornato a guidare il Tottenham in attesa dell’auspicata ripresa della Premier League. «Il calcio che riparte sarebbe la luce in fondo al tunnel». Mentre le serie minori rischiano lo stop, e i capitani delle squadre ne sono stati già informati, già domani il massimo campionato inglese potrebbe ricevere il definitivo nulla osta per concludere la stagione: dopo l’assenso del governo, resta solo da sviluppare e approvare un protocollo di sicurezza prima di tornare in campo.
Domani è in programma una video-conferenza tra i 20 club della massima divisione inglese per stabilire tempi e modalità per disputare le rimanenti 92 partite del calendario.
Una direzione che trova tutti d’accordo in Inghilterra, dal governo fino ai giocatori, passando per gli allenatori, come Mourinho, convinto sostenitore della necessità di riprendere a giocare. «Mi manca il calcio, ma forse è meglio dire che mi manca il nostro mondo, come a tutti - ha dichiarato il tecnico portoghese all’emittente britannica Sky Sports -. Il calcio è parte integrante del mio mondo. Ma dobbiamo essere tutti pazienti, perché questa è una battaglia che dobbiamo combattere». Il calcio sull’isola è fermo ormai da sette settimane, secondo le indiscrezioni trapelate nelle scorse settimane, la ripresa potrebbe avvenire nel primo fine settimane di giugno, dopo un periodo di tre settimane per consentire ai giocatori di ritornare in forma. «Se giochiamo le rimanenti nove partite della stagione sarà un bene per tutti noi. Sarà un bene per il calcio, per la Premier League».
Mou non sembra preoccupato di dover concludere la stagione senza pubblico, una delle condizioni che verrà imposta alla Premier League dalle autorità sanitarie. «Se saremo costretti a giocare a porte chiuse, mi piace pensare che il calcio non sarà comunque solo. Ci saranno le telecamere, e milioni e milioni di persone davanti alle televisioni. Il giorno in cui entreremo in uno stadio vuoto, non dovremo pensare che è vuoto».
Sono ormai trascorsi 15 anni dal suo primo titolo inglese, sulla panchina del Chelsea. Nel frattempo Mou ha vinto altri campionati in altri paesi, e una Champions League (con l’Inter).
Ma neppure durante la quarantena, vissuta in compagnia di altri tre tecnici del Tottenham («più bravi di me a cucinare»), guardando vecchie partite «mai viste prima d’ora», il portoghese si è arreso alla malinconia. «Vedo una luce in fondo al tunnel - ha aggiunto Mou -. I giocatori stanno riassaporando il profumo dell’erba. E io preferisco guardare ai traguardi futuri che non alle vittorie del passato».