Tutti i segreti dei Mondiali a Imola: circuito per scalatori
L'Unione Ciclistica Internazionale ha assegnato a Imola l'organizzazione dei mondiali di ciclismo che si svolgeranno fra il 24 e il 27 settembre.
Inizialmente la rassegna iridata era in programma in Svizzera ma dopo la rinuncia l'Uci ha dovuto cambiare i piani. Visto il poco tempo a disposizione per organizzare l'evento, non si disputeranno le prove Juniores e Under 23: il calendario sarà così limitato alle categorie Elite femminile e maschile: giovedì 24 e venerdì 25 ci saranno le prove a cronometro, sabato 26 e domenica 27 quelle in linea. Imola e l'Emilia-Romagna hanno battuto la concorrenza della Plache de Belles Filles in Francia, che aveva avanzato la propria candidatura.
La base logistica dell'evento sarà l' Autodromo (nella foto) ma la corsa in linea, in programma il 27 settembre, si snoderà lungo un circuito di 28 chilometri e 800 metri, con partenza e arrivo da Imola. Un percorso capace di garantire grande spettacolo. «Sarà un percorso durissimo. Con 259,2 chilometri con un totale di quasi 5000 metri di dislivello per gli uomini e 144 chilometri e 2750 metri di dislivello per le donne. Insomma molto simile a quello svizzero, ma con un clima molto più mite» ha commentato il Ct azzurro Davide Cassani.
Due le salite che i corridori dovranno affrontare nove volte: quella di Mazzolano, 2,4 chilometri con tratti di pendenza sopra al 10%, cui segue la discesa verso Riolo Terme, e poi quella di Gallisterna, con una pendenza superiore all'11%, per rientrare quindi all'Autodromo di Imola alla variante alta.
Anche nel 1968 si corse a Imola e vinse Vittorio Adorni, con una fuga solitaria e un distacco notevole sul secondo classificato.
«Già pensando a quell'edizione si può capire che Imola è attrezzata per organizzare un evento del genere in poco tempo e in sicurezza. Faccio un esempio: l'Autodromo ha una sala stampa da mille posti. E l'arrivo in un "teatro" di quel tipo può essere un ottimo veicolo pubblicitario», commenta Dario Broccardo , presidente della Federciclismo trentina. «Per quanto riguarda i corridori della nostra provincia - aggiunge -, non so chi potrebbe andare bene su un percorso che ancora non ho visto ma mi dicono essere piuttosto duro. L'unico potrebbe essere Gianni Moscon ma non so che corse gli abbia messo in programma la squadra e molto dipenderà da quello. Sono convinto che, arrivando una settimana dopo il Tour, a fare bene al mondiale saranno i corridori che escono in crescendo dalla corsa francese».
Maurizio Fondriest parte del circuito che sarà quello iridato lo ha percorso ai tempi in cui era un corridore.
«Non me lo ricordo bene - racconta - ma ne ho parlato con il Ct Cassani con cui ci siamo sentiti poco fa. Direi che è un tracciato duro ma non credo che sia adatto agli scalatori puri perché le due salite sono brevi. Certo, su quelle pendenze i velocisti probabilmente non terranno il passo, ma penso che un corridore come Nicola Conci, che in questo periodo sta andando molto forte, potrebbe dire la sua. Anche uno come Daniel Oss non è tipo da spaventarsi per quelle rampe e potrebbe essere utile alla causa azzurra. Su Moscon invece non so cosa dire perché le caratteristiche sarebbero giuste ma molto dipende dalle gare che farà in preparazione. Per intanto è fermo e questo può essere un problema».