La Reyer prova la mascherina che potrebbe consentire anche gli sport di squadra
Era maggio quando il presidente Fip Gianni Petrucci annunciò di aver commissionato al Politecnico di Torino lo studio di una mascherina specifica che potesse essere indossata dai giocatori, consentendo loro di respirare e giocare.
Ora, a distanza di pochi mesi, ecco il prodotto pilota, un prototipo su cui i cestisti delal Reyer Venezia dovranno dare un parere tecnico.
«Stiamo facendo da apripista - spiega De Raffaele, membro anche della commissione per l’attuazione del protocollo medico della Fip -, le utilizziamo negli allenamenti delle prime squadre maschili e femminili per dare poi dei feedback pratici su dati oggettivi.
Ad esempio se la mascherina possa compromettere la capacità anaerobica, se possa determinare un surriscaldamento eccessivo, se possa limitare troppo la visuale. Ecco, forse farla trasparente potrebbe aiutare a non perdere lo sguardo verso il basso, sulla palla».
Queste mascherine, va specificato, molto difficilmente saranno mai utilizzate durante le gare, come sottolinea Casarin, ma potrebbero diventare una soluzione per permettere ai settori giovanili e alle minors «di ricominciare l’attività in sicurezza».
E potrebbero essere adattate agli altri sport. «Loro - rimarca il presidente della Reyer - non hanno la possibilità di essere monitorati costantemente, non hanno modo di spendere cifre importanti per fare tamponi e test molecolari continui e questo prodotto potrebbe essere un’alternativa in attesa di tempi migliori».