La scelta di Isabel: poteva andare alle Olimpiadi, ma ha scelto l’archeologia
Campionessa dei 3000 siepi, atleta delle Fiamme Gialle, la roveretana Mattuzzi annuncia l’addio alla carriera: «Devo prendere la laurea magistrale, poi inizierò le campagne di scavo: scelta sofferta ma naturale»
ROVERETO. Poteva andare alle Olimpiadi, ma ha scelto l’archeologia. Dopo la finale europea di Berlino 2018 ed essere stata la seconda italiana di sempre nei 3000 siepi, Isabel Mattuzzi ha deciso di fare un passo indietro e mettere fine alla carriera da atleta professionista in favore degli studi e della ricerca.
La passione per l’archeologia si è rivelata più forte e nei giorni scorsi la ventiseienne di Lizzana, cresciuta nell’Us Quercia Trentingrana e passata un anno e mezzo fa nelle Fiamme Gialle ha operato la scelta definitiva.
«È stata una decisione per certi versi sofferta, ma arrivata con tutta la naturalezza del caso. Mi sono confrontata in primis con me stessa e ho voluto dare priorità agli aspetti legati allo studio. Nella mia testa l’atletica doveva essere un mezzo per pagarmi gli studi. Invece col tempo mi sono resa conto di non riuscire a dedicare costanza e tempo agli studi e questo mi ha convinto a tornare sulla mia strada. Per come sono fatta, devo applicarmi al massimo su qualcosa per avere buoni risultati e non potendo concentrarmi parimenti su entrambi gli aspetti, ho deciso di favorire l’archeologia. Devo completare la laurea magistrale con l’Università di Trento e poi proseguire con la ricerca e la divulgazione. Con questo non voglio dire che sport e studio siano inconciliabili in senso assoluto, ma io, per come sono, non riesco a fare entrambi in maniera professionistica o professionale e proprio per questo ho pensato fosse più rispettoso e onesto rinunciare ad un posto fisso».
Nella storia italiana dello sport non sono rari i casi di atleti che una volta arruolati si sono ritrovati a mantenere standard appena sufficienti per garantirsi il posto e relativo stipendio. In tal senso la scelta di Mattuzzi oltre che coerente appare coraggiosa ma perfettamente in linea con la personalità della due volte campionessa italiana assoluta sulle siepi.
«L’Us Quercia Trentingrana ed il mio storico allenatore Dimitri Giordani mi hanno dato tantissimo e mi dispiace da questo punto di vista fare un passo indietro. Anche l’esperienza alle Fiamme Gialle, per quanto breve è stata molto importante e formativa ma ho capito quale deve essere la mia strada. L’atletica mi ha dato tanto, mi ha fatto provare esperienze notevoli, sognare l’Olimpiade, vivere una finale agli Europei, avvicinare il record italiano, tutti traguardi preziosi».
Quindi si tratta davvero di un addio? «Diciamo un arrivederci. Sicuramente non smetterò in toto di correre, ma al momento mi serve del tempo per rimettermi in linea con gli studi e tutto il resto. Qualche corsetta la farò, magari tra qualche mese mi potrò concedere anche qualche gara su strada, ma solo per divertimento. Almeno così la vedo oggi».
Sotto con l’archeologia, dunque. «A breve inizierò una serie di studi e di scavi a Nago, ai piedi di Castel Penede, in un sito di epoca romana; sono curiosa di capirne di più».