La Virtus Bologna cancella Milano, è campione dopo 20 anni
E' il sedicesimo titolo per la Vu Nera. Solo vittorie nei play-offs
BOLOGNA. Basket City è tornata. A vent'anni esatti dall'ultimo scudetto - il numero 15 portato a casa insieme a Coppa Italia e Eurolega con Messina in panchina a guidare gente come Ginobili, Rigaudeau, Jaric e Griffith giusto per citarne alcuni - la Virtus torna sul tetto d'Italia. Sotto le volte della Segafredo Arena - piazzata nel bel mezzo della fiera cittadina e ribollente di passione malgrado la capienza ridotta causa Covid - la Vu Nera cancella l'Olimpia e dipinge il finale perfetto di un play-off perfetto chiuso con zero sconfitte e tre 'cappotti' consecutivi con il 3-0 rifilato a Treviso e Brindisi prima e un 4-0 tondo tondo alla favorita Milano, poi.
Annichilita al Forum e in terra emiliana senza troppi complimenti. Nell'ultimo atto della sfida che ha regalato alla Bologna bianconera il 16/o tricolore della sua storia, la squadra di Djordjevic fissa il punteggio sul tabellone sul 73 a 62, trascinata da Pajola, il miglior under 22 del campionato e dalle giocate di pura classe di Teodosic, Belinelli e Weems a intessere assoli preziosi su uno spartito corale che ha visto ogni giocatore felsineo - dal capitano Ricci a Alibegovic e Abass all'intero drappello americano - portare, di partita in partita, il proprio mattoncino.
Stringendo i bulloni di una difesa impenetrabile, così da liberare, in avanti, tutto l'estro di campioni come Teodosic, Markovic e Belinelli, ancora una volta sugli scudi. Decisa a sfruttare il primo dei quattro match-point a disposizione -chiudendo subito la 'pratica-scudetto' senza lasciare il benché minimo spazio a una rimonta milanese - Bologna è costretta a incassare, in avvio, la 'rabbia' degli uomini di Messina che, con Datome (10 punti alla fine) e Shields (16 punti) - con il contributo di Cinciarini e Punter - chiudono il primo quarto sul 24 a 19.
Da lì in poi, fino alla pausa lunga, è tutto un sorpasso e controsorpasso con l'Olimpia a chiudere sul 43 a 41 a metterci il cuore per allontanare il calice amaro della sconfitta in quattro gare.
Nel secondo tempo, sono le difese a dominare il terzo quarto (chiuso da una 'magia' da tre di Teodosic sil 55-51 Virtus) prima di un'ultima frazione Marchiato sul parquet dalle giocate di Teodosic (10 punti) e Markovic, di Weems (14 punti), già suntuoso in gara-tre e Belinelli (15 punti) - rientrato dall'America per riassaporare il gusto della vittoria dietro casa, lui 'cinno' di San Giovanni in Persiceto campione Nba coi San Antonio Spurs - il tricolore della Virtus ha il profilo di Sasha Djordjevic, al primo titolo di campione d'Italia da coach dopo avere vinto in lungo e in largo in Europa da giocatore e avere guidato la Serbia, da sempre fucina di campioni e fuoriclasse.
Ha il suo profilo la vittoria bolognese, con un meccanismo impeccabile stretto attorno al mantra 'Pace in testa e fuoco nel cuore', messo a punto al momento giusto proprio in dirittura d'arrivo di una stagione difficile in cui la Virtus sembrava avere smarrito la strada del successo, spazzata via in Coppa Italia; cancellata in gara 3 della semifinale di Eurocup - dopo un percorso netto di sole vittorie - dall'Unics Kazan che, in uno solo colpo, le aveva tolto l'accesso alla finale e il ritorno sul nobilissimo palcoscenico dell'Eurolega. Passi falsi costati e non poco a 'Sale', quasi sopportato - addirittura esonerato a dicembre dopo una sconfitta in casa con Sassari e richiamato 'in panca' nel giro di 24 ore - e dato tra i partenti a fine stagione.
Che ora ha vinto la sua partita a scacchi con il Maestro Messina. Vincente in Supercoppa e Coppa Italia e giunto a un soffio dalla finale di Eurolega. Favorito in una finale che - dopo una novantina di gare abbondanti tra coppe e campionato - avrebbe dovuto regalare a Milano un indimenticabile Triplete. Fa festa la Virtus, invece. Dopo vent'anni di nuovo campione.