Parigi 2424 / Atletica

Mattia Furlani vola a 8,34 e festeggia il bronzo nel salto in lungo

Il diciannovenne laziale conquista la prima medaglia azzurra nelle sfide olimpiche in corso allo Stade de France. Ottime notizie anche per Larissa Iapichino: è volata a 6,87 con il secondo salto e si è presa la qualificazione diretta per la finale. Oggi, 7 agosto, atteso nella vela il trentino Ruggero Tita in coppia con Caterina Banti per la medal race che varrà l'oro o l'argento. In pista anche la ciclista trentina Letizia Paternoster a caccia di un posto per la finale per l'oro nell'inseguimento a squadre

PARIGI. L'atletica rompe il ghiaccio e ragala l'unica medaglia di giornata all'Italia. È di bronzo la 26esima medaglia azzurra ed arriva dal salto in lungo con il giovanissimo Mattia Furlani.

Il 19enne atleta laziale delle Fiamme Oro, vice-campione mondiale indoor a Glasgow 2024, vice-campione europeo a Roma 2024 e campione europeo under 20 a Gerusalemme 2023, ha chiuso la prova a cinque cerchi con la misura di 8,34 metri, dietro soltanto al campione olimpico uscente, il greco Miltiadis Tentoglou, vincitore con 8,48 mentre l'argento va al giamaicano Wayne Pinnock con 8,36.

Parigi: Furlani e l'età del bronzo, è terzo a 19 anni

La prima medaglia dell'atletica azzurra a Parigi 2024, dopo gli splendori di Tokyo e la carestia di questa prima parte dell'edizione francese dei Giochi, arriva da un ragazzo da 19 anni che salta da predestinato.

Quanto agli appuntamenti odierni sul fronte trentino a Parigi, nel pomeriggio di ogig, 7 agosto, atteso nella vela il trentino Ruggero Tita in coppia con Caterina Banti per la medal race che varrà l'oro o l'argento nel Nacra 17: per chiudere primi basterà un settimo posto nella regata odierna.

In pista anche la ciclista trentina Letizia Paternoster a caccia di un posto per la finale per l'oro nell'inseguimento a squadre con segnare il quarto tempo in qualifica (4'07"579) e questo pomeriggio nella sfida del primo turno (poco dopo le 14) se la vedranno contro la Nuova Zelanda, che ha fermato il cronometro sui 4'04"679, miglior prestazione di giornata, ad appena 4 decimi dal record del mondo.

La vincente del confronto tra italiane e le kiw neozelandesi si giocherà il titolo assieme alla vincitrice dell'altra sfida tra Stati Uniti (secondi in qualifica in 4'05"238) e Gran Bretagna (terza in 4'06"710), mentre per le due perdenti rimarranno aperte le porte della finale per il bronzo, nella quale possono ancora sperare pure le campionesse uscenti della Germania (ieri quinte), così come Australia, Francia e Canada, sesta, settima e ottava nella prova di qualificazione.

MATTIA FURLANI DI BRONZO

 

«È stato incredibile, ci ho creduto fino alla fine: ma non voglio più piangere davanti alle telecamere, altrimenti poi mi date del piagnone...», le sue prime parole con lieve accento romanesco. «Ma è la più grande emozione della mia vita».

 

A tratti, Furlani ha cullato anche il sogno di una medaglia più preziosa - l’argento è stato sfiorato solo di due centimetri, la distanza che lo divide al giamaicano Pinnock - sotto gli occhi della mamma-coach Kathy Sech (ex velocista senegalese) che in tribuna sorrideva e incitava, consigliava e consolava. Subito un salto portentoso, come a prendersi la sua prima Olimpiade: 8.34.

Perfino Tentoglu deve aver temuto (8.27 al primo stacco), prima di riprendere la sua regolarità da campione: sei salti, e un solo nullo, all’ultimo tentativo quando l’oro era già certo. Ma già al secondo il greco aveva stampato sulla sabbia il suo 8.48 da primo posto.

Pinnock invece, nonostante il vizio di staccare molto lontano dalla linea rossa, aveva fissato il secondo salto sull’8.36.

Così la gara di Mattia - la meglio gioventù di una generazione dell’atletica fatta di diversi italiani di seconda generazione - è diventata una rincorsa: la voglia di fare deve averlo tradito al terzo e quarto salto, nulli, poi il quinto ha fatto sognare tutti. Ma è stato ancora 8.34. L’ultimo, con la certezza della medaglia perchè gli altri cinque dietro non avevano fatto meglio, è stato quasi uno scarico. Poi Mattia ha festeggiato col tricolore sulle spalle.

La serata azzurra era stata aperta dalla prestazione di Pietro Arese. Nei 1500 impresa dell’americano Cole Hocker che vince l’oro, detronizzando il campione olimpico di Tokyo, il norvegese Jakob Ingebrigtsen, solo quarto. Argento all’inglese Josh Kerr, bronzo all’altro americano Yared Nuguse. Ma l’ottavo posto di Arese è stato accompagnato da un primato italiano che supera un’icona del mezzofondo azzurro: con 3’30’’74 Arese migliora di due secondi il primato italiano (3’32’’78) detenuto dal 1990 da Gennaro Di Napoli. «Sono rimasto sorpreso di vedere questo tempo, leggere lo ’0’ come seconda cifra dei secondi mi ha spiazzato», ha detto il mezzofondista italiano.

«Questo risultato è arrivato grazie al tanto lavoro e all’essere circondato dalle persone giuste, mai opprimenti, tenendo in primo piano il lato umano».

Nel lungo femminile ottime notizie da Larissa Iapichino: l’azzurra, che dovette saltare Tokyo 2020 per infortunio, è volata a 6,87 con il secondo salto e si è presa la qualificazione diretta per la finale superando la misura richiesta di 6,75 dopo aver cominciato con 6,60. «È stata una bella qualificazione, mi sono piaciuta io che la mattina odio gareggiare - il commento di Iapichino - perché sono una tipa da pomeriggio-sera. Ma, a parte gli scherzi, è stato bellissimo perché finalmente sono anche io un’atleta olimpica e in più sono in finale. Ci ho messo tanta grinta ed entusiasmo, e ho pensato a me bambina di 8 anni quando sognavo di raggiungere un traguardo del genere. Ora sono in finale e andrò a giocarmela come sempre, con il coltello fra i denti».

Imane Khelif vola alla finale per l'oro nel torneo femminile di pugilato, categoria 66kg. L'algerina, tanto contestata per il testosterone alto, in semifinale ha battuto ai punti la tailandese Janaem Suwannapheng.

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