Caso Sinner, perché la Wada non crede alla «contaminazione involontaria» e chiede la squalifica
Dopo le due positività al clostebol il tennista azzurro assolto dall’ITIA (International Tennis Integrity Agency). Ma ora si va a un nuovo verdetto non appellabile
REPLICA Sono innocente, non capisco la decisione della Wada
L’INDAGINE Un caso doping subito risolto
AUTORITA' La versione dei fatti secondo l'antidoping
ATTACCO Kyrgios: "Ridicolo, dovevano squalificarlo due anni"
PECHINO. Nella stagione dei grandi trionfi, due Slam e la vetta della classifica che l'Italia finora aveva solo potuto sognare, per Jannik Sinner continuano anche i tormenti. La Wada, in extremis ma nei tempi, ha deciso di ricorrere contro l'assoluzione del tennista italiano sulla vicenda della positività al clostebol: "Va squalificato da uno a due anni" la dura richiesta dell'agenzia mondiale antidoping che porta il caso davanti al Tas di Losanna. E ora in qualche modo il Tribunale arbitrale ha nelle mani il destino del n.1 del tennis mondiale.
Una vicenda partita lo scorso marzo con i due test antidoping positivi (il 10 e il 18 marzo) e in entrambi vengono riscontrate tracce dello steroide anabolizzante vietato. L'ITIA (International Tennis Integrity Agency) aveva accolto la tesi della contaminazione involontaria (anche alla luce della quantità infinitesimale dei metaboliti della sostanza proibita rinvenuta nelle analisi dell'altoatesino) e assolto il giocatore. Sentenza articolata in un documento di 33 pagine (e 120 punti) con le motivazioni che hanno prosciolto il tennista.
Per la Wada però la constatazione di 'assenza di colpa o negligenza' "non è corretta ai sensi delle norme vigenti". E quindi viene chiesto "un periodo di ineleggibilità compreso tra uno e due anni". Ma non viene richiesta "la squalifica di alcun risultato, salvo quella già inflitta dal tribunale di prima istanza". Ovvero i punti e il montepremi di Indian Wells.
Per Sinner erano scattate anche due sospensioni provvisorie, contro le quali l'azzurro aveva fatto appello d'urgenza ottenendo la revoca immediata che gli aveva consentito di giocare i tornei successivi. Fino allo Us Open, vinto, arrivato comunque dopo la sentenza dell'Itia che lo scagionava.
La Wada però vuole approfondire ed evidentemente non crede alla contaminazione involontaria: la sostanza - la tesi della difesa - è contenuta nel Trofodermin, farmaco che il fisioterapista, Giacomo Naldi (poi licenziato insieme al preparatore atletico Umberto Ferrara) aveva usato per curare una ferita: la contaminazione sarebbe avvenuta attraverso massaggi e trattamenti fatti al giocatore. Che in questi mesi è sceso in campo sempre condizionato da questa vicenda.
E lo ha fatto anche a Pechino, all'Atp 500 di cui è campione in carica: e mentre in rimonta batteva il russo Safiullin, la Wada diffondeva la nota del ricorso. Di cui Sinner era già venuto a conoscenza un paio di giorni fa. "Sono molto sorpreso e deluso da questa mossa della Wada - le parole dell'azzurro - non è semplice, perché pensavo che fosse finito. Però ancora non lo è e non posso controllare tutto".
Amarezza, ma sempre con la convinzione che i passaggi davanti a giudici indipendenti (anche Nado Italia non ha fatto ricorso) possano garantire sull'estraneità al doping. "Sono certo che verrà ancora una volta dimostrata la mia innocenza" ha detto al termine del match che lo ha portato ai quarti del torneo cinese.
Concetti ribaditi anche in una nota ufficiale del suo staff: "Non ho nulla da nascondere e come ho fatto per tutta l'estate continuerò a collaborare e fornire tutto quanto sarà necessario per dimostrare la mia innocenza. Ci sono prove chiare, è difficile capire che cosa si possa ottenere chiedendo ad altri tre giudici di esaminare nuovamente gli stessi fatti e la stessa documentazione". Per i tempi, a Losanna il caso si potrebbe chiudere in uno-due mesi: ma se venisse richiesta ulteriore documentazione si potrebbero allungare arrivando anche al prossimo anno.
C'è un precedente, il più recente, che può andare a favore di Sinner: il caso di Luis Palomino, il calciatore attualmente al Cagliari, trovato positivo - quando vestiva la maglia dell'Atalanta - al Clostebol (ma con una quantità dieci volte superiore a quella di Sinner). Il giocatore nel luglio del 2022 era stato deferito da Nado Italia e assolto dal Tribunale Nazionale Antidoping.
Il Tas tirato in ballo dal ricorso della procura aveva confermato la sentenza del TN, accogliendo la tesi dell'assunzione involontaria. Intorno il mondo del tennis, e non solo, fa quadrato: "Abbiamo fiducia nel Tas, sancirà l'innocenza di Sinner" le parole del presidente federale Angelo Binaghi.
"Siamo al suo fianco, da questa vicenda uscirà ancora più forte" gli fa eco il capitano azzurro di Davis, Filippo Volandri. Nella rete i tifosi del n.1 non hanno dubbi: "Vai avanti a testa alta Jannik". Ma certo, e lo ha detto lui stesso, continuare a tenere la mente libera e macinare risultati come sta facendo ma con un peso così non sarà facile.