La Wada vuole fermarlo da uno a due anni, Sinner: “Sorpreso e deluso, sono convinto che risulterò innocente”
Il fuoriclasse di Sesto Pusteria oggi, 28 settembre, ha battuto in tre set il russo Román Rišátovič Safiúllin (3-6, 6-2, 6-3) e si qualifica ai quarti del torneo di Pechino. Una prova di forza per il campione altoatesino nelle ore in cui il numero 1 è stato raggiunto dalla notizia che l’agenzia mondiale antidoping ha fatto appello al Tas contro l’assoluzione per il caso Clostebol
IL FATTO La Wada contro Sinner: "Va squalificato"
L’INDAGINE Un caso doping subito risolto
AUTORITA' La versione dei fatti secondo l'antidoping
IL GIOCATORE "Ora posso buttarmi alle spalle questo momentaccio"
ATTACCO Kyrgios: "Ridicolo, dovevano squalificarlo due anni"
PECHINO. Jannik Sinner si è detto "molto sorpreso e deluso" in merito al ricorso alla mossa dell'agenzia mondiale antidoping (Wada) che ha fatto appello al Tas (Tribunale di arbitrato dello sport) contro l'assoluzione del tennista azzurro n.1 al mondo in relazione al caso Clostebol. "Non è molto semplice, ma non posso controllare tutto", ha aggiunto in conferenza stampa.
Jannik Sinner oggi, 28 settembre, ha battuto in tre set il russo Román Rišátovič Safiúllin (3-6, 6-2, 6-3) e si qualifica ai quarti del torneo di Pechino. Una prova di forza per il campione di Sesto Pusteria nelle ore in cui il numero 1 è stato raggiunto dalla notizia che la Wada, l’agenzia mondiale antidoping, ha fatto appello al Tas contro l’assoluzione per il caso Clostebol e chiede per lui da uno a due anni di squalifica. Prossimo avversario di Sinner, nei quarti, sarà il ceco Jiri Lehecka, n. 37 del ranking Atp.
Il ricorso della Wada non sospende la decisione di primo grado dell’Itia, la International Tennis Integrity Agency, e adesso tocca alla Corte arbitrale dello sport aprire un procedimento di arbitrato: Sinner potrà continuare a giocare in attesa di un nuovo verdetto. Tempi lunghi e una spada di Damocle: per l’inizio delle udienze a Losanna i tempi sono difficilmente inferiori ai tre mesi.
"Sono convinto che risulterò innocente, sarà la terza audizione". Così Jannik Sinner sull'appello della Wada al Tas (Tribunale di arbitrato dello sport) in merito al caso clostebol. Il tennista azzurro, dopo il passaggio del turno al torneo di Pechino, ha detto di aver saputo "privatamente" della mossa dell'agenzia mondiale antidoping "da un paio di giorni".
"Non è semplice, perché pensavo che fosse finito. Però ancora non lo è e non posso controllare tutto", ha aggiunto Sinner, in merito all'impatto dell'azione della Wada sulle sue attività e sul torneo di Pechino di cui è il campione in carica. "Cerco almeno di concentrarmi il più possibile sul tennis, più che posso. Non è molto semplice in questo momento", ha ammesso il numero uno del tennis mondiale. "Vediamo cosa viene fuori, abbiamo fatto tre audizioni e sono uscito che ero innocente. E questo è molto positivo. Certe cose non le puoi cambiare mai". Per questo motivo, "sono abbastanza fiducioso che sarà così anche questa volta, che risulterà che sono innocente. Credo che sia ovvio" dato che "nella mia testa so che non ho fatto niente di male nulla di sbagliato. Però adesso vediamo quello che dirà il Tas che è l'ultima audizione". Sulla tempistica del ricorso della Wada, Sinner ha affermato di averlo saputo "privatamente da qualche giorno, un paio di giorni. Sono sorpreso sì - ha ribadito - però sapevo anche che poteva succedere. Insomma, si sapeva, tutti lo sappiamo. Però, ripeto, c'è l'ultima udienza. Vediamo anche quando sarà perché ancora non si sa". In altri termini, ha concluso il tennista azzurro, "sono sorpreso, ma sono abbastanza convinto che ci sarà la stessa conclusione di tutte le altre audizioni" finora tenute sulla vicenda Clostebol.
Sul caso prende posizione la senatrice Michaela Biancofiore (eletta dai trentini nel collegio di Rovereto): "Chi ha interesse a distruggere la reputazione del numero uno al mondo? Chi vuole offuscare un primato conquistato sul campo? Da italiana, e ancor più da altoatesina, sono indignata per la decisione dell'agenzia antidoping Wada di fare appello al Tas all'assoluzione di Sinner. Chiedere uno stop di uno o due anni, contestando che la constatazione di assenza di colpa non sarebbe corretta, è una perfidia che porta a pensare al peggio perché inspiegabile".
"Sul caso Clostebol, Sinner ha spiegato ampiamente cosa sia accaduto. L'accanimento con cui si muovono alcuni appare più come un modo per condizionare il mondo del tennis, sfruttando negligenza altrui per rovinare psicologicamente un ragazzo di 23 anni, orgoglio italiano, già assolto dal Tribunale sportivo e che ha ampiamente meritato di essere dov'è, grazie a un talento puro, abnegazione e determinazione".